lunedì 21 gennaio 2008

La Capitolazione di Visceralia (Mordor's fall)

Ieri è stata una giornata campale. Abbiamo scacciato l’ultima guarnigione del Nemico aldilà dei confini. Penso che sia finita definitivamente. Lo sento, oltre che lo penso. Finalmente. La guerra con Visceralia, iniziata lo scorso maggio, si conclude. Stiamo raccogliendo i cadaveri nemici, per gettarli in una fossa comune, e stiamo allestendo le pire per onorare i nostri caduti. Non ci sono stati vincitori, solo caduti da ambo i fronti. Forse ne ricaverò la consapevolezza che l’unica guerra che si può vincere contro Visceralia (ma non solo) è una guerra che non viene nemmeno iniziata.

Se dovessi stendere una cronologia sommaria della Guerra, la potrei suddividere in 5 fasi di due mesi l’una.

Abbiamo avuto due mesi di infiltrazione nemica, durante i quali le nostre frontiere orientali, da troppi anni lasciate nell’apatia, avevano cessato di scrutare l’albeggiare proveniente da Mordor. Il nemico è stato prima osservato, poi accolto con ingenuità viscerale. Dovevamo ricordare che di Mordor non ci si deve mai fidare, sopratutto quando porta dei doni.

Abbiamo avuto due mesi di stupefacente successo. Qui il sano istinto Ultrazionale del dubbio avrebbe dovuto far scattare l’allarme. Com’era possibile un tale trionfo? Abbiamo fatto quasi nulla, riscuotendo un trionfo continuo. Eppure, è così che agisce la visceralità mordoriana. Essa stessa, prima ancora della nostra, invade e pervade sulla base dell’ebbrezza. Ebbri di inattesa gloria, siamo stati circondati completamente. Il giorno stesso nel quale credemmo di aver finito la Guerra, l’ultimo barlume ultrazionale ancora indipendente lanciò un appello al dubbio, alla valutazione razionale, caduto nel vuoto.

Abbiamo avuto due mesi di consumazione. Gli alti ed i bassi della convivenza delle due anime sono stati mitigati dalla più potente di tutte le mediazioni. Fiumi di serotonina hanno inondato l’Ovest. Lentamente, Mordor si fortificava sulla nostra debolezza.

Abbiamo avuto due mesi di guerra di trincea. Il dubbio si è risvegliato in una terra che non conosceva più. Il senso di colpa, novità per i nostri territori, e la dittatura del superstimolo hanno incatenato per sessanta giorni la ragione, frustrandola e opprimendola a colpi di vuoto. Alla fine, con un’unica mossa rapida e feroce, abbiamo abbattuto ogni vincolo, scacciando il nemico da Ultrazionalia. Ma per quanto abbattuto nel quartier generale, il corpo di invasione viscerale conservava ancora troppe guarnigioni nelle nostre terre.

Abbiamo avuto due mesi di guerriglia. Subdola, subliminale, nascosta. Gli ultimi residui del Nemico attaccavano sporadicamente, in modo disorganizzato, difficile da prevenire. La forza della ragione non poteva molto contro simili cariche viscerali. Alla fine, indotti dalla saggezza degli amici, abbiamo deciso di sferrare l’ultimo attacco. Per quanto identico a quello che pose fine ai due mesi di trincea, questo è stato un atto di liberazione. Dopo due mesi, le truppe si erano sufficientemente riprese per sferrare l’attacco con efficienza e metodo. Privo di alcuna difesa, di alcuna Stima, l’ultimo castello (di carta) viscerale è crollato davanti a noi, mostrandoci tutta la vacuità, meccanicità ed inconsistenza dell’orizzonte orientale.

Da oggi si torna a camminare con una sola ombra.

Tutta questa guerra si è svolta dentro di me, è stata una lotta tra le diverse anime dell’unico cervello del sottoscritto, eppure tutti coloro che mi sono vicini hanno visto e vissuto gli effetti esteriori del conflitto. Per questo ringrazio Amiche & Amici, per tutte le volte che si sono sorbiti pezze, hanno concesso momenti ed energie, sono stati svegliati ad orari assurdi, sono stati trascurati dall’ebbrezza egoista. A loro va la mia Stima.

3 commenti:

  1. Sembra il testo di un documentario dell'istituto Luce...
    ...di parte allo stesso modo...
    Manca nettamente il dubbio, c'è troppa sicurezza in sè e troppa fiducia nell'interpretazione dei fatti.
    Da Visceralia non si esce, a meno che ti faccia indurre uno stato di coma...
    In Visceralia si vive, per sempre, si può lottare o soccombere passivamente, ma non si può uscirne.
    Ogni cosa è Visceralia, anche Ultrazionalia; basta capire questo per smettere di considerare Visceralia una cosa negativa.
    Ultrazionalia poi è talmente difficile da raggiungere davvero che molti tra quelli che ne parlano non sanno nemmeno cosa sia veramente. Ci sono più ultrazionali in un manicomio che nel resto del mondo...
    Lasciate che l'insanità mentale vi invada per qualche minuto, a casa, da soli, per fare una prova, e poi ditemi se davvero avete mai vissuto in modo ultrazionale un solo minuto della vostra vita prima di quel momento...
    La razionalità estrema non è l'ultrazionalità! Non si va Oltre il razionale semplicemente essendo estremamente razionali solo perchè si hanno i mezzi e le capacità per farlo.
    Perdete il controllo, fate quello che vi viene in mente e sarete davvero voi stessi, ultrazionali, se lo siete, o semplici persone che vivono e si godono la vita, se preferite.

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  2. Paccato che tu non comprenda il senso di questo post. Non c'è nulla più di parte della descrizione di ciò che accade dentro al proprio cervello... Ad ogni modo, come detto in fondo al testo, questa è la cronaca di ciò che è accaduto nella mia testa e non dei fatti esterni ad esso legati. Il conflitto tra le diverse anime, per quanto romanzato e semplificato in questo post, è stato quello perchè così lo vivo a modo mio nel mio cervello perchè è solo lì che stanno. Non li interpreto né valuto, semplicemente li ho descritti così come mi sono rimasti. Visceralia e Razionalia sono metafore di due estremi di un continuum, estremi che l'esperienza mi ha insegnato ad evitare entrambi, ma che anche mi ha mostrato più volte quanto, dei due, Visceralia sia più dannoso e doloroso. Tutto il resto è chiaramente uno sfogo liberatorio e salutare. Come dirò nel post che sto per pubblicare (che è nato ieri sera ma che si adatta bene alla tua risposta), l'unica ultrazionalità è la mia, per definione. Tu stesso, più volte, l'avevi detto.

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  3. Se lo dici tu...
    ...e mò leggo il prossimo post e vediamo...

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