martedì 30 novembre 2010

venerdì 26 novembre 2010

De-Nirvana Ultrazionale

Quando avevo 17 anni, credevo in un mondo di cose. Credevo, ovvero, ritenevo che quelle parole che giravano nella mia testa fossero fedeli corrispondenze di qualcosa che esisteva anche fuori dalla testa contenente quelle parole (ok, allora non intendevo proprio questo discorso, era qualcosa di più vago e destrutturato, una "sensazione").
Oggi, nessuna di quelle parole ha superato la prova dell'esperienza.
Dio, Amore, Libertà, Giustizia, Felicità, Io e Futuro ora sono solamente simboli arbitrari di rappresentazioni approssimate, nomi collettivi convenzionali, utili oggetti di una simulazione che frulla nel cervello.
Rimpiango quelle illusioni?
No.
Le posso abbandonare?
Non del tutto.
L'individuo è pur sempre il processo che fa danzare quei simboli. E senza danza dei simboli (e quindi, senza simboli) non esiste l'individuo.
Basta ricordarsi del loro essere simbolico e convenzionale, e tornare a danzare, con più leggerezza.