lunedì 30 giugno 2008

Finale del Campionato Europeo degli Scacciaf**a 2008

In concomitanza con la finale del Campionato Europeo di Calcio 2008, si è concluso il campionato degli scacciaf**a 2008.

La finale si è tenuta a Bratislava, ed ha visto la vittoria della outsider squadra della V.S..
Devo ammettere che quest'anno siamo stati meno brillanti della scorsa edizione (nella quale vincemmo pure il campionato Mondiale di pettegolezzo!)...
Tutte le restanti squadre sono state eliminate per mancata ottemperanza delle disposizioni del campionato.
He-Lemm vince il premio speciale della giuria.

Arrivederci alle Olimpiadi degli scacciaf**a!

Restiling... coordinate polari

Indotto da analogi eventi in siti parenti, evidentemente insoddisfatto dalla versione algida, desideroso di uniformare il padre al suo più prolifico figlio, ecco la nuova versione di Ultrazionale.

Per gli affezionati, notate ogni volta come evolva l'immagine del titolo.

venerdì 27 giugno 2008

Opinione minima


Tutte le opinioni espresse in questo post sono mie, e non coinvolgono alcuno dei miei affiliati, amici, parenti e conoscenti.
Qualsiasi eventuale errore è esclusivamente da attribuire a me.

Formaggi speziati (post ermeneutico)

Il Gorgurzola.

lunedì 23 giugno 2008

Incipit di saggezza

Ieri ho scoperto di avere un pelo della barba bianco. L’inizio della saggezza.

venerdì 20 giugno 2008

Ultrazionale non è Theropoda: qui JP è adorato!

Su un recente post di Theropoda ho commentato criticamente la scientificità dei teropodi di Jurassic Park (di Spielberg)... stroncandone le imperfezioni ed i difetti.
Ok, su Theropoda deve esprimersi solamente la mia parte razionale, scientifica e paleontologica, con rigore e pedante metodicità. Ma qui siamo su Ultrazionale, e quindi il cuore e le viscere sono benvenute e mantenute!
Jurassic Park resta l'inimitabile vetta! Il primo amore non si scorda mai! Ecco una delle scene più mesozoiche della storia del cinema: il Tyrannosauro che abbatte la recinzione e si diverte a fare un colossale casino... Inimitabile!

http://www.youtube.com/watch?v=XGO7EHOuTwE (clicca sul titolo del post).

Citazione:
"Quanto mi secca avere sempre ragione..."

IMALATIDIMENTE: IL LIBRO!


QUELLA BESTIA DEL CLASTU CE L'HA FATTA! "IMALATIDIMENTE" DIVENTA UN SUPPORTO CARTACEO! PER ULTERIORI INFORMAZIONI, CLICCA IL TITOLO DI QUESTO POST!

Festa del Pueblo: Ultima Cena?

Ieri sera probabilmente la tetrannale saga delle cene puebliche si è conclusa... (in attesa di traslocare altrove!). Piccola carrellata di immagini...Il Pueblo

Gli affittuari pueblici (di ieri e di oggi)

Il bidone (plastica e vetro) del Pueblo

giovedì 19 giugno 2008

Uovo di Colombo per discriminare bene le donzelle

Credo di aver trovato un buon criterio per discriminare le prossime donnine con le quali uscirò.
Stavolta non dovrei sbagliare... e non dovrei incapponarmi per la persona sbagliata...
Si tratta del classico Uovo di Colombo... perchè non c'ho pensato prima?

Ecco il criterio: se mi piace, allora significa che non è quella giusta per me.

Brian di Nazareth (dei Monty Python)

Risultato da un sondaggio del 2000: "il film più divertente della storia del cinema", ha questo pregio:

“La cosa più significativa del nostro lavoro è che sia riuscito a far arrabbiare gente di tutte le religioni, proprio tutte, cattolici, ebrei, protestanti, ortodossi, buddisti. È stato magnifico” (M. Palin).
La domanda è: può un film inglese del 1979 vantare una tale fama?

Valutate voi, vedendolo...

mercoledì 18 giugno 2008

Realismo ed Umiltà

"L'universo ha dei confini?".
"Sì: quelli del nostro cervello.".
"Cosa c'è oltre tali confini?".
"La domanda non ha senso.".

L'apice del maxpezzalismo (clicca qui)

Terribile...

Geniali!

Cliccate sul titolo del post!

lunedì 16 giugno 2008

Ultrazoico

L'(E)neocelta suggerisce un nome per l'Età Post-Pueblo: Ultrazoico.
Ci sto.

Un Segno Divino

L'albero di gelso nel parco davanti al pueblo è crollato rovinosamente sulla strada, distruggendo l'ormai stantio manifesto di "follettina".
Ieri sera, alle 22.00, con rovinoso schianto che pareva enorme sciacquone del WC. Attirando nugoli di curiosi e imponendo l'arrivo dei pompieri con rumorosissima motosega. Giusto in tempo per il ritorno del Puma... che se l'è goduto dalla finestra con me e la Big V.

Un segno divino. La fine del Pueblo è vicina!

Illuminazione Illuminista (quando Buddha e Laplace vanno a braccetto) – Seconda parte

Nella prima parte ero giunto alla conclusione che la domanda sull’esistenza di Dio porti inevitabilmente a due alternative: l’atto viscerale della fede (sia credente che atea) e l’atto (ult)razionale dell’agnosticismo. Ovviamente, ho scelto il secondo.

Se l’esistenza di Dio (e quindi Dio stesso) non è risolvibile razionalmente, esiste nondimeno un aspetto della divinità che può essere analizzato razionalmente: l’esigenza umana del concetto del divino. Ovvero, se non esiste alcuna oggettività che può farci risalire a Dio, da dove proviene il bisogno umano del divino? Esso è necessario ed inevitabile?

Analizziamo storicamente l’idea di divinità, per capire se essa sia una necessità logica e razionale oppure sia anch’essa una spinta viscerale (probabilmente determinata storicamente).

Gli ultimi tre secoli della storia del pensiero umano (sopratutto occidentale) si possono riassumere in una parola: secolarizzazione. La secolarizzazione, nel senso originario, è il passaggio di un soggetto o di un oggetto dalla giurisdizione religiosa a quella civile. Il progresso scientifico è la massima forma di secolarizzazione esistente, in quanto sottrae intere sfere della conoscenza dalla giurisdizione teologica per porle in un ambito pienamente autonomo. Da tre secoli si assiste all’inesorabile ritirata del divino dagli ambiti della conoscenza. Il darwinismo e la biologia molecolare hanno eliminato la necessità di un fine prestabilito per spiegare la biologia (la “Vita” è un nome collettivo per designare una miriade di fenomeni e processi chimici, non è una “proprietà” attribuibile agli oggetti, pertanto non è necessario Qualcuno che la infonda alla materia “inanimata”). La fisica quanto-meccanica e relativistica hanno mostrato che i concetti di spazio, tempo, materia, energia, vuoto e determinazione causale sono categorie mentali e non “realtà” (e pertanto, hanno eliminato la necessità di cercare un Fondamento, un Primo Motore, un Creatore della realtà basata su quei concetti). La neuroscienza ci sta mostrando quanto sia labile il semplicistico concetto di “coscienza”, e quanto sia vano e fuorviante cercare un “entità mentale” discernibile all’interno del sistema neurologico, annullando definitivamente un equivalente cerebrale (e quindi materiale) al quale far corrispondere un vago concetto di “anima” (il quale è solo il reiterato errore di traduzione del soffio divino nella metafora biblica, e non un “ente” al quale attribuire una “sostanza”). Se il Big-Bang non è un’Origine (come appare sempre più probabile), ma solo una condizione al contorno di un sistema chiuso ed autoreferente, se a livello microscopico (quantistico) non esiste distinzione tra “vuoto” e “materia”, se la complessità e contraddittorietà umana si può spiegare completamente nell’interazione instabile tra substrato biologico e emergenze non-lineari (ambiente, cultura, storia sia globale che individuale), se la stessa logica ci dimostra che non è possibile alcuna spiegazione completa del “Tutto”, allora la necessità primigenia del concetto di Dio, ovvero, il bisogno di una spiegazione di ciò che non è spiegabile, si riduce ad una formuletta vuota in continua contrazione, e, pertanto, in una proprietà negativa, priva di attribuiti concreti. La necessità del concetto di Dio pertanto non è altro che la differenza tra ciò che vorremmo spiegare e ciò che abbiamo spiegato, una funzione dipendente dal progresso della conoscenza (e come tale, vincolata ai limiti intrinseci della conoscenza). Esatto, Deus ex machina. Il Dio la cui esistenza non parve necessaria a Laplace (anche se per motivazioni probabilmente errate in merito al determinismo fisico): un concetto non necessario per chi vuole spiegare lo spiegabile. Ed è qui che emerge la necessità di abbandonare parte della nostra concezione filosofica platonico-giudaica, in base alla quale esisterebbe una Conoscenza Ultima (che può essere Rivelazione Divina oppure la Ragione) ed abbracciare parte della filosofia orientale, da sempre consapevole che qualsiasi rappresentazione della realtà (e sia le religioni che le teorie sono rappresentazioni) non può comprendere l’intera realtà: da questo punto di vista, la meccanica quantistica in fisica, i teoremi di Godel in logica e (perché no?), nel suo piccolo, la cladistica in evoluzionismo, sono forme mature di conoscenza, in quanto consapevoli del limite intrinseco di qualsiasi rappresentazione.

Riconoscere pienamente il limite di qualsiasi conoscenza implica farlo con maturità, ovvero, senza cadere nel misticismo e nella consolazione viscerale alla base delle (illusioni) delle fedi (sia atee che teiste).

Se il concetto di Dio è solamente la differenza tra ciò che vorremmo sapere e ciò che sappiamo (e quindi è destinato a contrarsi inesorabilmente col crescere della conoscenza), allora diventa chiaro perché Egli, nel Paradiso Terrestre, proibisca all’uomo di mangiare dall’Albero della Conoscenza.

mercoledì 11 giugno 2008

Dubbio amletico... e se non l'avessimo inventato noi, ma solo sentito dire?



Ero convinto che lo Stoneface fosse un'invenzione malata dei miei tempi universitari (con il Sarmatese Duplofago e tutta la banda del vecchio ordinamento...). Poi scopro che in rete qualcuno di sconosciuto ne dà la esatta definizione. Chi è costui? Come sa dello Stoneface?
Ok, in rete è citato poche volte, e nessuna più antica della data in cui ricordo di averlo sentito per la prima volta (2001)... quindi è possibilissimo che lo sconosciuto divulgatore per la rete l'abbia sentito da qualcuno che a sua volta l'ha sentito rinarrare da uno dei 5 idioti (AC, SM, EL, LB, MB) che ne diedero la prima definizione formale...
Mi nasce un dubbio... e se anche noialtri l'avessimo sentito dire? Eppure mi pare di ricordare che nacque come battuta estemporanea...
O forse...

Lo Stoneface è davvero una setta segreta? Un'occulta loggia dagli arcani poteri? Entrarvi equivale a diventare parte di un'oscura trama di potere?

Occhio alla grossolanità!

Le categorie ultrazionali non devono mai essere prese come dei comparti stagni ed impermeabili. In genere, esse sono più simili a gradazioni in un continuum multipolare.

In questi giorni mi è capitato spesso di parlare con amici non-paleontologi delle mie attuali ricerche al MSNM. In genere, sono anch’essi dei naturalisti, quindi hanno la forma mentale idonea per comprendere di cosa parlo. Nondimeno, noto che spesso c’è stupore per il fatto che si possa ricavare così tanta informazione (al punto da poter azzardare di istituire una nuova specie) da un solo individuo o, addirittura, da un unico osso. In effetti, in zoologia si dispone spesso di intere popolazioni da studiare, pertanto si tende ad effettuare una valutazione statistica su grandi moli di dati (le “robuste serie di dati” dei vari prof di ecologia attuali e di alcune esogene biologhe future... ;-)...). In paleontologia non siamo così fortunati: spesso abbiamo qualche frammento sparso, a volte ossa intere, raramente esemplari completi. Tuttavia, abbiamo fatto di necessità virtù, allenandoci alla minuzia, diventando osservatori ultrafini.

Credo che in questo io sia “preadattato” mentalmente e morfologicamente. O meglio, alcune mie caratteristiche (presenti fin da piccolo) sono vantaggiose exaptations per la carriera paleontologica.

Ho la fortuna di avere una vista eccellente. Alle visite oculistiche non ho mai sgarrato un test, e non conosco nessuno che abbia una vista superiore alla mia (come sempre, ciò può anche essere interpretato dicendo che conosco solo dei miopi, il che è plausibilissimo, anche se statisticamente improbabile). La vista è il principale senso dei primati, e nell’uomo è il principale mezzo di osservazione e costruzione di modelli mentali. Non so come altri vedano il mondo, tuttavia sono sconcertato da come sia grossolano vedere il mondo con gli occhiali da vista tarati per altri (ovviamente, essi sono tarati per migliorare quella difettosa, non per consentirla a chi ha la vista ok): se la deformazione ed opacità che mi provoca il provare un paio di occhiali da miopi è una parziale misura attendibile di come essi vedano SENZA occhiali, allora devo concludere che qualsiasi difetto visivo non riconosciuto o corretto produce in colui che ha questa carenza una visione del mondo più grossolana e sfuocata di quella “ideale”. So che sto esagerando, tuttavia, provate a considerare questo: se la nostra visione mentale del mondo deriva innanzitutto dalla nostra percezione visiva, è indubbio che chi ha una vista carente E NON LO SA riterrà che il mondo che gli trasmettono gli occhi sia una fedele riproduzione del “reale”, mentre, come dimostra l’esistenza di persone con vista migliore, ciò non è. Da una vista (relativamente) grossolana discende una interpretazione (relativamente) grossolana del visto. Ciò non significa che la nostra visione del mondo sia una conseguenza lineare ed esclusiva della vista: un cieco ha anch’egli una visione del mondo, costruita probabilmente intensificando la finezza gli altri sensi (esattamente come la scarsità di dati del paleontologo rispetto ad uno zoologo gli impone di affinare la discriminazione dei dettagli). Ad esempio, mio padre, che è miope, distingue la varie pecore che alleva con mio zio su in collina (Sardo Doc, non un bastardo come me...) solamente dal diverso rumore del campanaccio che ciascuna ha al collo!

Ovviamente, questo discorso è relativo, e anche quelli come me che hanno una vista ottima nondimeno non hanno la vista “assoluta”, né una rappresentazione “perfetta” della “realtà”: ad esempio, me la sogno la vista di un uccello rapace, capace di discriminare dettagli a distanze per me proibitive e di distinguere colori che io nemmeno posso immaginare (è così: semplificando, la nostra vista sta a quella di un uccello come un grigio oggetto bidimensionale sta a uno colorato tridimensionale). Tuttavia, nei limiti della possibilità umana nota, la buona vista è un vantaggio per lo sviluppo di quelle facoltà mentali che prevedono molti dettagli per elaborare modelli soddisfacenti sul mondo che ci circonda. Buona vista, ma anche un sistema mentale capace di elaborare e distinguere i dati in entrata. In questo, probabilmente, la predisposizione genetica e l’esperienza/abitudine sono equivalenti come importanza. Da quando sto elaborando la Megamatrice la mia capacità di discriminare i dettagli nei fossili di teropodi è cresciuta di pari passo al numero dei caratteri. Me ne accorgo riguardando determinati esemplari che non osservavo da tempo: di colpo, essi appaiono molto più dettagliati e significativi di come li ricordavo, ed aspetti che prima nemmeno avevo notato ora spiccano in tutta la loro evidenza. Eppure, essi erano presenti anche l’ultima volta che osservai l’esemplare. L’oggetto non è cambiato, né l’occhio che lo osserva (anzi, probabilmente è un po’ invecchiato, ovviamente...): è cambiata la mente, più ricca, attenta e consapevole.

Ciò è vero in qualsiasi ambito in cui operi la vista: ad esempio, l’abitudine a giocare a calcio di molti miei amici permette loro di vedere cose che io non so discriminare... quando e come diavolo avviene un fuori gioco?

Vista e consapevolezza sono probabilmente strutture simbionti nel cervello: l’affinamento di una intensifica la finezza dell’altra.

L’importante, sia nella disciplina naturalistica, ma sopratutto nella vita quotidiana, è non adagiarsi mollemente nella nostra relativa grossolanità, per puntare sempre Oltre.

La mitica Fenice-Opposta sta per risorgere dal Tempo Profondo


Un essere terribile è stato evocato. Risorto dalla sua tomba in fondo al mare, dopo un sonno durato l’eternità. Tutti coloro che l’hanno veduto sono stati marchiati per sempre, fulminati dal suo occhio. Una bestia mitica, il lato oscuro della Fenice. Questa bestia dal nome divino, ha le ali che scaricano folgori. Colei che ama la folgore, l’Opposta Fenice dell’Età dell’Oro, sta arrivando!

Tremate, o mortali!

Prossimamente, su Ultrazionale...

martedì 10 giugno 2008

In questi giorni...

In questi giorni scrivo poco su Ultrazionale.


Sono paleontologicamente molto più attivo in Theropoda e con le varie stesure di articoli al MSNM.

Vado a periodi: questo è dottokausico, in trasferta.


Se vuoi scoprire cosa sia questa immagine, clicca sul titolo del post, e partecipa al concorso...

Vecchi paleontologi...

mercoledì 4 giugno 2008

UltRazionale fa la muta estiva!

Come sempre, citando gli inossidabili re del metallo:
"If You don't like me, I don't care!"

martedì 3 giugno 2008

1000

Illuminazione Illuminista (quando Buddha e Laplace vanno a braccetto) – Prima parte

Se ci fosse una gara per scegliere un trio di post di Ultrazionale da divulgare, probabilmente questo andrebbe sul podio (forse non medaglia d’oro, probabilmente d’argento).

Da almeno vent’anni rifletto sull’esistenza, la natura, la logica e la psicologia di Dio. Ho attraversato l’intera gamma delle posizioni, sempre con spirito critico e brama di conoscenza e comprensione.

Come dice la protagonista di un libro che spero un giorno sia pubblicato: “biasimo il credente e disprezzo l’ateo”. Mi considero di quella schiera che non si vuole limitare a credere (o a non credere, anch’essa una forma di credenza) solo per abitudine, tradizione, debolezza o noia, ma vuole capire, comprendere, approfondire fin tanto che la sua ragione lo permette. Troppi tra quelli coi quali ho discusso si sono dimostrati limitati esecutori di un dogma iniziale, il dogma del “è così, punto”. Il dogma acefalo di chi, semplicemente, assume una posizione religiosa (o non-religiosa) per consuetudine, per attitudine viscerale. Affermare/negare Dio dovrebbe essere sempre la conseguenza di un’analisi di tutti i punti di vista.

Riassunto delle puntate precedenti…

Sono partito da ciò che mi è stato dato, il Dio del cattolicesimo, e la sua base ebraica. Fin da piccolo trovai la storia biblica fortemente contraddittoria, almeno nelle sue caratteristiche storiche e scientifiche. Nondimeno, il fondamento “spirituale” e “morale” del cristianesimo restava saldo, coerente e accettabile. Fu solo nella tarda adolescenza che questa coerenza e “eticità” iniziò a scricchiolare. Anche qui, voglio sottolineare che non seguii la classica “critica” al cristianesimo che colpisce un adolescente su tre, che si allontana dalla religione come reazione all’apparente contraddittorietà di una fede gestita da individui poco “religiosi” (la gerarchia ecclesiastica). Mi importa poco che i preti siano o meno dei santi: la validità di una religione (o la sua debolezza) deve essere affermata in base ad una sua coerenza interna (teorica e concettuale) e non sulla consistenza morale o santità dei suoi rappresentanti terreni.

Ora mi appare chiaro come il cristianesimo sia una forma di pensiero totalitario. Esso ha tutte le caratteristiche del “pensiero unico” inculcato dai regimi dittatoriali: viene fornito fin dalla tenera età (quando si è facilmente indottrinabili, poco critici e, sopratutto, in fase di “imprinting”, quindi, plagiabili a vita), viene insegnato senza una critica interna (il cristianesimo non solo è descritto come buono e vero, ma è esso stesso la Bontà e la Verità), al più, le sue critiche sono mostrate solo come esempi del male e dell’errato (l’ateo è un essere senza morale e senza valori, l’infedele è il nemico, il pensiero scettico e critico è blasfemo), al cristianesimo viene attribuita (falsamente) una unicità e specialità assente in altri sistemi di pensiero (molti dei concetti del cristianesimo più “giusti”, come l’amore per il prossimo, la non-violenza e la carità, vengono spesso descritti come “novità” ed “unicità” di quella religione, tacendo, volutamente, che essi esistono anche nelle filosofie greche e orientali), esso viene indicato come l’unica “soluzione” o la “via” per la soluzione di problemi generali dell’uomo.

Insomma, ha tutti i caratteri dell'ideologia da Ministero della Propaganda. Ovviamente, gli indottrinati raramente si accorgono di ciò; in questo sta la potenza della Propaganda totalitaria: viene accettata così in profondità da non poter essere più messa in discussione. Anzi, criticarla genera turbamento e disagio (perché dubitarne è "peccato" e porta alla dannazione), se non reazione fanatica e violenta.

Smontato di tutta la struttura totalitaria che lo sostiene da oltre mille e settecento anni, il cristianesimo-giudaismo appare niente più che una superstizione monoteista dell'età pre-moderna, fortemente distante dal pensiero contemporaneo: una religione troppo misogina, irreale, sessuofobica, anti-scientifica, nichilista, miope, contraddittoria e risentita per soddisfare una mente matura. Difatti, essa stessa si dichiara rivolta "ai semplici ed ai fanciulli" (ai quali soltanto sarà il "Regno di Dio"): in questo si è dimostata geniale, capace di fortificarsi proprio sul suo punto debole (l'incoerenza razionale).

Tuttavia, Dio rimane. Forse non è così bacchettone e antropomorfo come lo dipinge la religione ufficiale, ma in ogni caso esiste.

Oppure no?

Qui il mio pensiero era giunto all’agnosticismo. L’esistenza di Dio non è né verificabile né negabile razionalmente. Come tendono a sottolineare sia gli atei che i credenti (rimarcando ciascuno il lato a proprio favore), non ci sono prove né che esista né che non esista. Incapace di scegliere tra due posizioni ugualmente irrazionali, conclusi che il fondamento della religione non è razionabile, ma solo accettabile o negabile in base a impulsi viscerali. Ovviamente, l’accettazione di una posizione esclusivamente su base viscerale è insoddisfacente per me: se Dio non è valutabile razionalmente, allora sono agnostico nei confronti della sua esistenza. Come ho detto altre volte, agnostico... ma asintotico ad una posizione.

Questo era il riassunto delle puntate precedenti. Il resto, nel seguito…

Fine prima parte

Niente di nuovo sul fronte occidentale


Da http://scienceblogs.com/tetrapodzoology/