sabato 29 agosto 2009

La Valigia di Cartone


Immaginate una giovane mente, cresciuta coltivando l’amore per la conoscenza, lo spirito critico, il rifiuto delle convenzioni, l’individualità morale e intellettuale. Essa, naturalmente, tende verso l’alto. Che prospettive può darle un paese di bitume mentale e letame morale, cristallizzato nella sua stratificazione, feudale nelle strutture, medievale nella sudditanza ad una setta religiosa che è anche e sopratutto un tentacolare sistema di rammollimento mentale finalizzato alla perpetuazione di obsoleti privilegi di casta, indolente dal punto di vista scientifico, debole economicamente, stagnante demograficamente e quindi fisiologicamente lento nell’assorbire l’innovazione, ed al tempo stesso devoto al futile ed all'apparente, sorretto da un’oligarchia demagogica e autoreferente di gerontocrati?

Aristotele aveva visto giusto con il concetto dei luoghi naturali.

mercoledì 26 agosto 2009

Perché è così facile (e dannoso) antropomorfizzare i dinosauri carnivori, mentre ciò non accade per altri animali



Non lo dico in qualità di studioso dei dinosauri carnivori (i theropodi), ma come pensatore ultrazionale: i theropodi occupano un posto particolare e probabilmente unico nel bestiario mentale umano. Essi sono gli animali più profondamente antropomorfizzati. Per alcuni di loro, come Tyrannosaurus e i dromaeosauridi (Velociraptor e parenti stretti), è quasi impossibile separare la categoria morale dal dato oggettivo. Essi, al pari delle persone umane, sono portatori di significato, sono intrinsecamente caratterizzati e caratterizzabili. Ciò non deriva solamente dall’aura mitica dell’essere estinti. Nessuno, infatti, attribuisce pulsioni umane a fossili quali un trilobite, né ad un mammifero carnivoro del Eocene. Al contrario, quasi nessuno riesce a non attribuire valori e pulsioni umani ad un tyrannosauro. Tyrannosaurus è stato dipinto come “attivo (quindi carico di intenzione) cacciatore”, “spietato (privo di pietà) predatore”, “macchina di morte (quindi privo di umanità)”, “re dei dinosauri”, è stato difeso dall’accusa “infamante” di essere uno spazzino (l’infamia è un attributo umano), è usato ed abusato in un numero enorme di contesti non paleontologici come la pubblicità ed il costume. Analogamente per altri theropodi.

Perché accade ciò? Cosa rende questi organismi fossili, così lontani evolutivamente dall’uomo, così dannatamente umanizzabili? Io ho una possibile spiegazione.

Le categorie mentali umane sono complesse elaborazioni del cervello di Homo sapiens. Esse sono costruite a partire dai dati dell’esistenza, ma, sicuramente, presentano una matrice predefinita geneticamente legata alla struttura neurologica del cervello. Quindi, come la struttura del cervello, le categorie umane sono prodotti della recente evoluzione degli ominidi. Nessun ominide ha mai incontrato un theropode mesozoico, dato che quest’ultimo tipo di animale era estinto ben 60 milioni di anni prima dei primi ominidi. Inoltre, sarebbe patetico e assurdo pensare che il nostro concetto di “theropode” derivi da un retaggio neuronale dei mammiferi mesozoici. Chi pensa ciò è stupido ed ingenuo. Nessun elaborato complesso come il concetto di “theropode” persisterebbe nelle strutture del cervello per 60 milioni di anni di generazioni senza un minimo stimolo esterno: nel Cenozoico, nessun nostro antenato poté avere alcuna esperienza di theropodi mesozoici, quindi, anche ammesso che nei mammiferi mesozoici ci fosse un tale concetto mentale, esso fu cancellato da milioni di anni di oblio cenozoico.

Quindi, in conclusione, da dove deriverebbe il nostro moderno concetto mentale del theropode? Esso fu assemblato nel recentissimo passato umano (gli ultimi secoli) a partire dai concetti esistenti nel cervello umano. Esso fu letteralmente plasmato a partire dai ridotti dati scientifici esistenti e strutturato sulla base delle categorie mentali pre-esistenti. Queste categorie mentali, veri e propri archetipi mentali platonici, erano a loro volta il prodotto dell’evoluzione umana pleistocenica. In pratica, il concetto di theropode fu creato usando ciò che era già presente nel cervello.

Non credo di dire un’idiozia se affermo che la mente umana presenta un ridotto sistema tassonomico di classificazione degli animali. Sicuramente, questo sistema è presente nella nostra civiltà occidentale, che possiamo definire "Greco-Ebraica." La letteratura antica ed i miti confermano questa idea. Nella Bibbia, gli animali terrestri sono suddivisi in uccelli (che volano), bestie (che camminano a quattro zampe) e “rettili” (che strisciano sul ventre). L’uomo è un essere a parte, in quanto non vola e cammina eretto solo su due zampe. Anche la cultura greca ha un simile sistema tassonomico di base. Infatti, Platone definì l’uomo “Un bipede senza penne”. Questo è interessantissimo e, a ben vedere, la chiave del problema.

Se l’essere umano è identificabile dall’essere un bipede privo di penne, ne deriva che un essere bipede privo di penne è probabilmente un essere umano.

Prima della recente scoperta dei theropodi piumati e dell’affermarsi dell’ipotesi sull’origine theropodiana degli uccelli, i dinosauri carnivori erano ritenuti tutti privi di piumaggio. Inutile ricordare che i theropodi sono tutti bipedi. Pertanto, fin dalla loro scoperta e identificazione da parte della Moderna Civiltà Greco-Ebraica, e per oltre un secolo, i theropodi furono concettualizzati come Bipedi Senza Piume. Prima di allora, solo l’uomo era incluso in tale categoria mentale. Di conseguenza, è probabile che un semplice meccanismo di classificazione inconscia, riconducibile alla nostra storia evolutiva recente, spinga le nostre menti ad ibridare il concetto di dinosauro carnivoro con quello di essere bipede implume e, di conseguenza, ad associarlo all’essere umano.

Il nostro cervello è fatto per antropomorfizzare i theropodi! Per questo dobbiamo spesso faticare per liberare il concetto scientifico di theropode dalle sovrastrutture etiche e morali che siamo abituati ad applicare all’uomo e non ad altri animali.

martedì 25 agosto 2009

Se segui Ultrazionale non sei ultrazionale


Questo post nasce da una segnalazione del mio vecchio amico fluviale, l’(E)neocelta.

Il sovracitato fitofago recidivo mi segnala l’esistenza in rete di... rullo di tamburi... un frequentatore di forum con il soprannome di... rullo di tamburi... ULTRAZIONALE.

Non sono io! Infatti, a dimostrazione di ciò, il soggetto in questione aggiunge, come suo sottotitolo, una chiara dichiarazione di devozione verso il sottoscritto, definito

“IllustrissimoPaleontologoItaliano”

e

“BrillantePensatoreContemporaneo”

(l’assenza di spaziatura è tratta dall’originale).

Il sottotitolo completo, inquietante, è:

IoSeguoAndreaCau,IllustrissimoPaleontologoItaliano NonchéBrillantePensatoreContemporaneo

Quindi, in conclusione, ho un seguace, un “discepolo”, un fan. Non l’ho cercato, non l’ho preteso, ma esiste. Devo dedurre che sia uno dei miei lettori... a meno che uno non si alzi una mattina, cerchi a caso un blog e si autoproclami suo sostenitore (ho fatto una prova proprio ora: facendo così, io risulterei un fan di Doretta82...).

A parte l’esaltazione della mia vanesia vanità di taglia continentale, esaltazione che deriva dall’essere considerato “illustrissimo” nonché “brillante pensatore”, e tralasciando per ora la questione se il termine “Ultrazionale” possa essere usato senza il mio illustrissimo e brillante permesso, e saltando a piè pari le blasfeme comparazioni con altri illustrissimi trentenni del passato che si circondarono di discepoli... il tema principale di questo post, rimarcato anche dall’(E)neocelta in privato, è se abbia senso che esista un fan-discepolo-sostenitore ultrazionale del sottoscritto Ultrazionale.

Il termine più inquietante è proprio il verbo seguire. Mi segue, mi viene dietro, si accoda, è trascinato, è guidato, si conforma, aderisce, si adatta, si fa plasmare, istruire, indottrinare, accetta e attende, quindi, tendenzialmente dogmatizza... insomma, MITIZZA l’Ultrazionale (solo chi mitizza usa l'aggettivo superlativo "illustrissimo").

Ma l’atto del mitizzare è l’opposto dell’essere Ultrazionale, che si prefigge (con risultati umanamente più o meno realizzati, sono il primo ad ammetterlo) di smitizzare e demolire ciò che pare mitizzato, di non plasmarsi su ideali né di cadere nella dogmatizzazione.

Quindi, in conclusione, chi si dichiara Ultrazionale perché mi segue, dimostra di non aver compreso l’anima viscerale e razionale dell’ultrazionalità, e quindi, in definitiva, si contraddice, non essendo ultrazionale.

Dubitate di me (anche ora), e non citatemi.

In conclusione, ispirato dal mio simpatico, ma contraddittorio, discepolo ultrazionale, propongo l’Anti-Credo Ultrazionale, la preghiera che un Ultrazionale non dovrà mai recitare:


Io seguo Andrea Cau, illustrissimo bla bla bla...

Creatore di Ultrazionale e Theropoda

e di tutti i post leggibili e inleggibili

Seguo il solo Demiurgo, primogenito figlio di Barò, nipote di Kmer

Nato nell’Olocene, prima di tutti i discepoli

Ponte tra Visceralia e Razionalia

Amante di tutti i bipedi ancheggianti degli ultimi 230 milioni di anni

Credo nel ultrazionalità, che è dogma senza dogma

che procede dal Demiurgo al Blog, nell’unità dell’Ampia Rete Mondiale

Seguo una contraddizione di termini, che è il mio essere seguace di qualcosa che non deve essere seguita, ed in questo auto-contraddirmi, rinnego e nego il mio credo, a cui non credo

Nel dubbio... mi faccio una birra


In conclusione, caro anonimo seguace ultrazionale, ti sono al tempo stesso (visceralmente) affezionato e (razionalmente) ostile... interessante ed ennesimo caso di conflitto viscero-razionale.

PS: chiederei gentilmente al mio "seguace" di mettere le virgolette quando cita pari pari delle intere mie frasi nelle sue discussioni nei forum... non è onesto abusare delle meningi altrui senza citarne la fonte.

venerdì 14 agosto 2009