mercoledì 30 gennaio 2008

Anthropocene? Anthropocentrism may be better.

Nell'ultimo bollettino della società geologica americana compare un articolo che propone di istituire un nuovo piano (cioè un intervallo geologico e cronologico) che comprende gli ultimi 3 secoli, e propone di chiamarlo Anthropocene (da anthropos, uomo). In pratica, essi affermano, non viviamo più nel piano Olocene, iniziato (solo) 10.000 anni fa, ma in un nuovo piano caratterizzato dalla massiccia attività geologica e ambientale umana, così intensa da agire estesamente a scala globale, e da meritare un rango temporale a sé.
La proposta mi pare inutile e futile.
Chi la propone (ammesso che non lo faccia solo per attirare l'attenzione attaccandosi al carrozzone del neocatastrofismo ambientalista oggi molto pubblicizzato) pare non aver bene in mente cosa sia un piano geologico, né quale sia la sua utilità.
La miopia del concetto di Anthropocene si può riassumere nell'altra ben più antica miopia che ha rallentato per secoli la scienza: l'antropocentrismo.
Con quali criteri si può pensare di mettere allo stesso livello concettuale 3 (miseri) secoli con piani che, di norma hanno una durata media di 5 milioni di anni (se prendiamo in causa solo il Cenozoico, ma molti di più se prendiamo tutto il Fanerozoico)? Io sarei favorevole persino ad abolire l'ultimo piano (l'Olocene) che dura solamente 10.000 (miseri) anni (viviamo in una consueta fase interglaciale tra le tante del Pleistocene, punto e basta: solamente il nostro vano egocentrismo ci induce ad elevare 10.000 estati al rango di epoca geologica).
I sostenitori dell'Anthropocene dicono che i cambiamenti geologico-ambientali-climatici prodotti dall'attività umana negli ultimi 3 secoli sono tali da meritare uno status di epoca a sé. Concordo che i cambiamenti in atto sono rapidi (alla scala geologica) e diffusi, ma ciò non costituisce un criterio sufficiente per istituire un nuovo piano. Piuttosto, ci sarebbero le ragioni per affermare che stiamo vivendo un evento geologico repentino, ma non necessariamente una nuova epoca.
Forse che la (probabile) catastrofe dell'impatto alla fine del Cretacico è stata elevata a piano geologico? No, essa è un evento, che marca il limite tra 2 piani (e periodi ed anche ere). Analogo discorso per le decine di eventi intensi ed improvvisi disseminati lungo la storia della Terra. Tutti eventi, ma nessuno è chiamato epoca. Esempio antropocentrico: forse che la notte dell'incidente che 2 anni fa mi fracassò le ossa la ricorderò alla stessa stregua degli anni del liceo, o della vita pueblica? Fu un evento improvviso e drammatico, ma nel complesso non ha alterato la mia vita (più di qualsiasi altro evento serendipico e aleatorio) né ha la stesso valore gerarchico delle maggiori fasi dell'esistenza.
Se davvero gli eventi attuali sono indotti dall'Homo sapiens industriale, allora essi dureranno come lui: e dubito che la nostra civiltà e specie avrà una longevità tale da essere ricordata come un piano geologico. Già 10.000 anni nel futuro mi pare ottimista, figuriamoci milioni di anni.
Conclusione, l'Anthropocene è solo un'esagerata manifestazione dell'Anthropocentrismo.
W il Pleistocene!
Hail to Mesozoic!


1 commento:

  1. D'accordo...ma il Celtocene tornerà (è già esistito, solo che i Romani ne hanno tolto le tracce fossili).

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