sabato 12 maggio 2007

Masnadieri del Gentil Salame

Questo messaggio è rivolto a tutti gli Amici del Demiurgo che hanno tra i loro Valori l'Eno-Cultural-Tradizional Gastronomicità!
Il Presidente di questa stimatissima associazione è egli stesso uno Stimato Amico del Demiurgo, e chi conosce il concetto ultrazionale di stima, sa che questa è la maggiore tra le considerazioni.
Spargete la voce in tutte le forme e modi, perchè il Buono si diffonda, e che Fast-food e Vegetarianesimo si estinguano!

http://www.masnadieri.it/

5 commenti:

  1. Il vegetarianesimo da un punto di vista etico è una scelta personale, di sensibilità (diversa, non maggiore o minore) e (come tu la definiresti) "religiosa", ma ha un valore oggettivo dal punto di vista salutistico ed ambientale.
    1) l'incidenza di tumori, soprattutto intestinali, e attacchi cardiaci nei vegetariani è molto inferiore (dell'ordine del 60% per i primi, mentre i secondi sono rarissimi) a quella riscontrata negli onnivoro-carnivori (il prototipo del primo sei tu, del secondo è Alex). Certo, ci sono molti altri fattori in gioco per queste malattie, ma comunque il dato fa riflettere (e comunque secondo l'istituto dei tumori, quello dov'era Giovanni, l'alimentazione conta al 35%).
    L'intestino umano non è lungo come quello degli erbivori (a parte che un vegetariano non pretende di digerire qualsiasi foglia al mondo e la cellulosa, ma tanti cereali, legumi, uova, tanta frutta e la più svariata verdura) ma nemmeno corto come quello dei carnivori. La carne morta (uccisa o per causa naturale) presenta tossine e quindi per essere utilizzata come cibo si deve avere un intestino capace di filtrarne il nutrimento velocemente e liberarsi dello scarto e delle tossine prima possibile..il nostro intestino è mediamente tre-quattro volte troppo lungo rispetto a quello di un carnivoro (questo è per Alex).
    Dal punto di vista ambientale sai meglio di me quanto terreno e acqua vengono adibiti alla produzione di cibo per l'alimentazione di animali in batteria (questo è la vera crudeltà massima, immagina un maiale tenuto al buio tutta la vita in uno spazio ristrettissimo..peggio ancora per i teropodi..ne avevamo già parlato e credo tu sia d'accordo) e non al pascolo (nel caso del maiale un pascolo al limitare di un bel bosco dove si trovano querce, noccioli, radici e tuberi) o in condizioni che rispettino i loro bisogni fisiologici-biologici-comportamentali di nutrizione, socialità, interazione con l'ambiente esterno e deambulazione.
    Questo terreno e quest'acqua sono sprecati:
    un kg di carne bovina allevato in batteria costa 100000 litri d'acqua (è la stima media che ho trovato, alcune arrivano anche a 200000, è tralascio i dati sul terreno sprecato), un kg di soia 2000 litri (e 100 gr sono molto più proteici di un equivalente in carne e zero colesterolo), un kg di frumento 500 litri (praticamente non beve!). Inoltre ogni giorno si buttano via tonnellate di carne (chiedi a chiunque lavora in un supermercato e te lo può assicurare!), ma si potrebbe riconvertire i terreni alla produzione di soia, legumi, pascoli e nuovi boschi. Così avremo più cibo, più latte veramente biologico, più nutriente, meno fossi ipereutrofici, più posti di lavoro, più tutela ambientale, meno acqua sprecata, un maggior appagamento visivo (tra una stalla moderna e un pascolo cosa ti piace di più "osservare") e, per chi mangia carne, un cibo più sano. Una volta, 40 anni fa, dalle mie parti era ancora così (parola di Gigi..rendiamo grazie al fiume!), ma adesso le cose sono molto cambiate e sai perchè? Me l'ha spiegato Gigi: un tipo di agricoltura-allevamento del genere richiede molto lavoro, lavoro da vero contadino, e non da imprenditore agricolo. Campi di frumento, orzo (birra!), soia, legumi, orti, portare gli animali al pascolo, ecc. richiedono lavoro e cura settimanale..invece la coltivazione del mais (oltre ad essere più redditizia perchè alimenta il mercato della sovraproduzione di carne di bassa qualità, cioè il 99%) è molto più facile: semina a marzo, aprile e maggio riposo o al massimo tre interventi in due mesi di erpicatura e pesticidi (che finiscono nella carne e nel latte-formaggio che si mangia), giugno e luglio inondazione dei terreni (superspreco d'acqua), fine agosto-settembre raccolta, ottobre riposo, novembre aratura (altrimenti si riposa e si fa a gennaio, dipende), dicembre riposo, gennaio vedi novembre, febbraio riposo..e mentre tu sei in fabbrica a spaccarti le ossa loro ti fanno mangiare la merda e tengono gli animali in condizioni assurde..solo perchè non hanno voglia di lavorare (e poi si definiscono contadini e dicono che i terroni non lavorano..ipocriti!scusa per lo sfogo!).
    Esistono posti in Italia in cui agricoltura ed allevamento sono ancora "da veri contadini": la Maremma. Ci sono stato con Paola venti giorni fa e ho visto un territorio simile a quello che mi descriveva Gigi: pascoli intervallati a campi di colture più diverse, inframmezzati a boschi (soprattutto querce)..tutto per km e km di pianura! Mi sono chiesto: dato quello che dicono gli imprenditori agricoli padani questi terroncelli toscani-romani-etruschi dovrebbero morire di fame (nel senso bresciano significa non prendere nemmeno un soldo) con il loro lavoro, spaccarsi la schiena e produrre poco. Invece guadagnano bene, usano anche loro trattori e mietitrebbie e producono a sufficienza per il grossetano (l'area interessata) e per l'esportazione in altre zone d'Italia. Certo, lavorano di più dei padanotti agricoltori leghisti e preferiscono le rotazioni delle colture al mais OGM o ai concimi chimici..preferiscono fare al massimo 10 litri di latte nutriente per vacca (cioè quello prodotto da una vacca di 6-7 anni, età che in allevamento.batteria non raggiunge mai), lasciarne il resto necessario al vitello.

    Concludo dicendo una cosa: non pretendo che tutte le persone del pianeta diventino vegetariane (anche se lo spero), ma sperare che i vegetariani si estinguano mi fa rimanere male, soprattutto detto da te (conoscendoti spero che tu l'abbia detto con ironia) perchè:
    1) non vi impediscono alcuna scelta alimentare.
    2) il loro stile alimentare è molto più sostenibile di quello dei "masnadieri de salame".

    Però chiedo che chi proprio non riesce a resistere alla braciola o del salame (tralascio le questioni etiche-sensibili perchè non voglio addentrarmi in questo campo con te) si impegni almeno a boicottare un certo tipo di allevamento e agricoltura con le proprie scelte alimentari e i proprio acquisti carnivori..nell'interesse della sua salute e della tutela ambientale (so che è un termine generalista ed assoluto, ma non go più tempo per deframmentarlo in unità concrete e non astratte..credo che tu capisca).

    Grazie dell'attenzione e a presto. Pubblicizza questo commento per favore!

    Sono felice che tu stia bene..Enea..a modo suo Matto, Cattivo, Celta e Pericoloso!

    RispondiElimina
  2. Date le dimensioni del tuo commento, per rispondere adeguatamente occorrerà un post "apposta".
    Per ora ti dico che: tutte le argomentazioni che dici possono anche avere una loro validità, ma resta il fatto che TU singolo che diventi vegetariano non incidi minimamente per la realizzazione di un utopico mondo vegetariano (o simil-vegetariano): quindi, affermare che si diventa vegetariani per quei motivi è ipocrisia: ALLORA DOVRESTI RINUNCIARE ANCHE A TUTTE LE MEDICINE (TUTTE PREVEDONO UNA SPERIMENTAZIONE SU ANIMALI) E A TUTTE LE TECNOLOGIE CHE INDIRETTAMENTE PRODUCONO DEFORESTAZIONE, INQUINAMENTO E MALATTIE.
    Siccome non lo fai, sei un ingenuo o un ipocrita: SE DAVVERO VUOI CAMBIARE LE COSE IN MEGLIO, NON BASTA BOICOTTARE LA MACELLERIA.
    E questo per una semplicissima ragione etico-politica: non è sufficiente avere buone intenzioni o praticare un'obiezione nei confronti di ciò che si considera sbagliato per fare qualcosa di corretto (anzi, spesso, alla lunga, si producono più danni indiretti... come spiegherò nel post apposta nel quale commenterò i pro ed i contro di tutta la tua interessante e lunga risposta).
    Con la solita stima e rispetto (e dissacrante cinismo verso le stravaganze di un amico) ti saluto,
    Hail

    RispondiElimina
  3. Passa la mano, Signore del blog, questo è il mio campo, ci penso io.
    Niente di personale contro i vegetariani, sono scelte personali con motivazioni personali e, in quanto concretizzazione di ideali (si spera), comprensibili, quindi nessun pregiudizio da parte mia verso chi sceglie di "mangiare erba".
    Dunque, andando con ordine, il discorso sull'intestino, sulla sua lunghezza e funzionalità lo tralascio in quanto non ne so molto e comunque io (che, per chi non lo sapesse, mangio anche carne) cago regolarmente e senza problemi (le malattie da me subite stanno sulle dita di una mano).
    Passando oltre vengo al discorso animali in batteria/allevamenti intensivi: il rapido sviluppo economico verificatosi dal dopo guerra a non molto tempo fa ha imposto una crescita adeguata delle strutture produttive, allevamenti compresi, generando anche (ma non solo) aberrazioni ed esagerazioni. Oggi viviamo tempi in cui esistono leggi che regolamentano modalità e spazi di allevamento, tant'è che i famosi polli in batteria vanno gradualmente scomparendo (ormai sono pochissimi gli allevamenti di quel tipo ed hanno scadenze per l'adeguamento). Tuttavia viviamo in Italia, territorio fatto di due grandi pianure e molte montagne, quindi l'allevamento estensivo praticato in altri stati (U.S.A., Argentina e Francia-in parte-, per citarne alcuni) non è realizzabile, i pascoli montani non sopporterebbero nemmeno la metà dei bovini-ovini-caprini-equini allevati nel nostro paese, senza parlare della quantità di merda che ricoprirebbe Alpi ed Appennini da Nord a Sud (perchè, faccio notare, l'erba di un pascolo richiede e consuma meno sostanza organica di una corrispondente superficie coltivata a mais). Quindi, con questa mole di capi, niente pascoli per tutti.
    Altro punto: i maiali al pascolo; animali che siano in grado di vivere all'aperto , di camminare su terreni accidentati, crescono più lentamente e per produrre la stessa quantità di carne di un animale "da stalla" consumano molto ma molto di più. Io ho un piccolo allevamento, che conta "solo" 5000 maiali, se li mettessi al pascolo in un bosco (tralasciando i problemi di inadeguatezza anatomica appena citati) farebbero più o meno lo stesso lavoro di un tornado, cioè pura devastazione, rimanendo a guardarmi affamati ed insoddisfatti dopo pochi giorni, avendo esaurito tutto. Quindi, te lo posso assicurare, in Italia niente maiali al pascolo, tranne sporadici casi (la cui sporadicità ne garantisce la fattibilità).
    Punto successivo: il presunto spreco di terreno/acqua/risorse; da agricoltore-allevatore posso assicurarti che i concimi, i "pesticidi" e l'acqua (sì, anche quella) costano cari e nessuno si sognerebbe di sprecarli, al massimo ne può fare un uso poco razionale, ma il mercato di oggi richiede efficienza, quindi già da anni allevatori ed agricoltori si servono di veterinari ed agronomi per ottimizzare le produzioni, col minor consumo possibile di concimi e/o pesticidi e/o acqua. Dire che l'acqua consumata dal mais coltivato per l'alimentazione animale (che poi diventa alimentazione umana) sia sprecata, solo perchè la soia ne consuma meno è un errore. Ti rammento il ciclo degli elementi, acqua compresa, i quali tornano disponibili dopo una certa quantità di tempo. Non manco nemmeno di farti scoprire che la produzione di soia in Italia è infima, infatti ne importiamo quantità bibliche dagli U.S.A., stato/i in cui si fa largo uso di OGM, ergo la soia che mangi ha una probabilità vicina alla massima di essere geneticamente modificata...Buon appetito!
    Inoltre se fossimo tutti vegetariani si coltiverebbe più soia (o chi per essa) ed il consumo d'acqua si sposterebbe semplicemente dal mais alla nuova coltura.
    Lasciamo perdere i cicli colturali da te (da Gigi) citati, perchè non evidenziano nulla, ogni coltura ha le proprie esigenze ed i propri tempi, ogni coltura è più o meno meccanizzabile e nessuno si sogna di andare a zappare in pieno campo quando può farlo una macchina in molto meno tempo e con meno fatica. Non è solo una scelta di comodo, ma anche una necessità: hai idea di quante persone dovrebbero andare a zappare se si facesse come una volta? E chi cazzo ci va? Io no di certo e tu nemmeno, il mio vicino di casa non sa neppure cos'è un callo quindi nessuno va a zappare; risultato i grandi e comodi trattori sono oggi una scelta obbligata e non rappresentano una fuga dal duro lavoro.
    Chiedilo a tuo padre come io lo chiedo al mio se da buon "padanotto agricoltore leghista" preferirebbe tornare al lavoro di 50 anni fa...il mio ti direbbe qualcosa che suonerebbe più o meno così: "Ta pÖdet andà a ciapal 'ndel cÜl" (credo che non servano traduzioni).
    Ti faccio riflettere sul semplice fatto che se noi stiamo qui a comunicare via computer o se possiamo accendere la luce nella stanza, come la possibilità di trovare al supermercato ciò che ci serve, presuppone l'esistenza di una società in cui ognuno ha un proprio ruolo, in cui ciò che il singolo produce non è solo per il proprio fabbisogno, bensì per quello di una fetta di società, cioè fa quello che altri non fanno. Se credi che l'allevamento e l'agricoltura vadano fatti "come una volta" allora significa che ognuno dovrebbe avere un proprio orto, una propria vacca da mungere ed un proprio maiale da sgozzare (senza alcun senso di colpa, perchè se vuoi mangiare è così o niente, e perchè dopo esserti spaccato la schiena tutto il giorno non ti chiedi nemmeno se ha il diritto di respirare quell'essere che finirà nel tuo piatto). In un mondo simile sarebbe difficile accontentarsi di fagioli, soia e quant'altro e comunque si vivrebbe molto peggio di oggi (chiedi a Gigi).
    Se vuoi essere vegetariano fallo pure, è un tuo diritto e una tua scelta, come potrebbe esserlo la decisione di non mangiare il gorgonzola per questione di gusti, ma non cercare di convincere gli altri che ciò che è "giusto" per te possa eserlo anche per loro; sai bene, credo, che i concetti di "giusto" e "sbagliato" sono assolutamente soggettivi.
    Attenzione: non sto escludendo che io possa diventare vegetariano, dimostrami concretamente che c'è una valida ragione per esserlo e se ne trarrò vantaggio (anche la soddisfazione di perseguire un ideale può essere un vantaggio) mi priverò della carne.
    Scetticismo ed ironia, verso sè stessi prima di tutto, mettere in dubbio le proprie convinzioni per testarne la validità e saper cambiare di conseguenza, questo è il mio modo di vivere, perciò io mangio carne, allevo maiali e coltivo mais, anche per chi non fa un cazzo dalla mattina alla sera, con la convinzione che se mi viene un senso di colpa molto probabilmente è solo a causa di uno schema mentale inculcatomi precocemente, non mio, non frutto di pensiero razionale e quindi non degno di attenzione o quanto meno doverosamente soggetto a revisione critica.
    Mangia ciò che vuoi e coltiva le tue convinzioni e da noi (battute a parte) riceverai rispetto, ma sii disposto ad andare Oltre, sempre!
    A presto! c

    RispondiElimina
  4. Enea, lascia stare Gigi, Paola e le tue discutibili motivazioni scientifiche. Io voglio che tu, in quanto essere dotato di ragione, mi stia ad ascoltare. Perché sei vegetariano? Va bene sono fatti tuoi. Ti piace la carne? Penso proprio di sì. Per quale motivo ti vuoi privare di un piacere molto gratificante come quello di gustarsi una salsiccia, una fiorentina o del semplice prosciutto crudo? Non lo so. Perché non ti rispetti un pochino? Hai ragione nel dire che i sistemi di allevamento devono essere migliorati, però privarsi dei "piaceri della carne" (ricordo che hai una vita sola, a meno che i vegetariani abbiano poteri speciali) mi sembra illogico. Soprattutto se la carne ti piace. A mio avviso potresti benissimo mangiare carne e nel frattempo batterti per migliorare le cose. Non farlo però da testimone di Geova (non ho niente contro di loro ma rendono bene l'idea) perché rischi di produrre l'effetto contrario (almeno a me fa questo effetto). Anche sulle motivazioni scientifiche si può discutere, ad esempio l'eutrofia dei canali non è causata solo dall'allevamento ma soprattutto dall'uso di concimi per le "verdurine". Ma ti dirà di più il Signore del blog nel suo prossimo intervento. Ora non ho più voglia di andare avanti, ma ti lascio con una perla di saggezza popolare: meglio un giorno da leone (che ti ricordo essere carnivoro) che cento da pecora (mi pare siano erbivori, ma non vorrei sbagliarmi)!

    RispondiElimina
  5. Ragazzi, non posso fare altro che immetere il mio terrificante post di risPOSTa all'(e)neocelta...

    RispondiElimina

-I COMMENTI ANONIMI SARANNO ELIMINATI