venerdì 9 maggio 2008

L'idea del divino (che idea alcolica...)

La terza legge della dinamica, quando passa dagli oggetti ai soggetti, dovrebbe essere espressa in senso inverso. Ogni reazione è l'effetto di un'azione uguale e contraria. La più grande delle contorsioni mentali umane, sicuramente la meno concreta, l'idea di Dio, deriva dalla più potente di tutte le consapevolezze, sicuramente la più concreta, ovvero quella della nostra irrisolvibile mortalità.
Lo sappiamo, non l'accettiamo, ci dissociamo da tale consapevolezza, ci creiamo la schizofrenica idea di un aldilà, e di un suo supremo principio primo, dio, al quale, poi, diamo la causa anche del mondo di qua. Non vi piace come ipotesi? Quasi tutti i sani di mente (ricordo che i sani di mente saranno gli unici a distruggere l'altro mondo... ) concordano su ciò, in modi e sfumature differenti, ma comunque gravitanti attorno alla consapevolezza che, anche in questo caso, abbiamo invertito causa ed effetto, necessità con contingenza.
Non mi è mai interessato molto parlare di dio. Trovo molto più interessante parlare della sua idea, del come-quando-perché l'umano secerne l'idea del divino. Spirito divino, come spirito di vino, cos'altro se non un distillato di frutti terreni finalizzato a distrarre dal mondo? Ogni volta che lo evochiamo, non facciamo che stappare bottiglie da noi riempite, frutto della nostra fatica.

4 commenti:

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  2. Dai Salmi di Germano Gussagii il saggio: se Gesù è di-vino allora io sono il più cristiano del mondo!

    Riflettete...pagani!

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  3. Potente è il dio che pur non esistendo fa parlar di sè.

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