Tra tutte le sensazioni viscerali, l’orgasmo è sicuramente la più potente ed intensa. Devastante e totalizzante, esso si impossessa dell’intero organismo per una manciata di secondi, lasciandolo totalmente sguarnito nei confronti dell’ambiente esterno. Questo ultimo aspetto rende l’orgasmo paradossale. Non è vantaggioso essere per alcuni secondi totalmente inebetiti, in quanto si è in balia di eventuali predatori guardoni che, quatti quatti, potrebbero aver atteso il vostro mezzo minuto di rincoglionimento per saltarvi addosso... Forse questa prima nota spiega perché l’orgasmo non duri poi così tanto, ma non risolve comunque il paradosso dell’esistenza di una sensazione tanto autoreferenziale e apparentemente svantaggiosa. Qui potrebbe partire un’ondata di miopia evoluzionista che solleverebbe una (solo apparentemente valida) obiezione: l’orgasmo sarebbe (secondo tale obiezione) vantaggioso, perché appaga, fa bene a chi lo prova. Tale obiezione è scorretta perché inverte le cause e gli effetti: niente si evolve perché produce appagamento, bensì, l’appagamento si evolve come sensazione di soddisfazione di un bisogno. Quindi, continuando su questo ragionamento, si potrebbe dedurre che l’orgasmo è il più intenso degli appagamenti perché corrisponde alla più importante (in termini evolutivi) delle funzioni (derivate) di un organismo: la riproduzione. Questo ragionamento non regge. Perché mai una funzione evolutivamente vantaggiosa alla popolazione (ma non all’individuo, che, ricordiamolo, non ottiene alcun vantaggio reale dalla riproduzione, anzi... spesso si rovina la vita per curare la prole) dovrebbe essere percepita come appagante? Inoltre, non tutti gli esseri viventi che si riproducono sperimentano orgasmo: sicuramente tutti gli esseri senza sistema nervoso (unicellulari, piante e molti animali semplici) non lo provano (per favore, non tirate fuori la favoletta idiota che le piante provano sensazioni!), quindi, è evidente che ci si può riprodurre con successo anche senza appagarsi nel farlo. Per quanto ne sappiamo, solo pochi mammiferi oltre a noi esprimono (quindi provano) piacere nell’atto sessuale. Questo può indicare che esso si sia evoluto solamente in queste forme. Ad ogni modo, solo nella specie umana esso ha raggiunto l’intensità esagerata e grottesca che (spero) ognuno di noi ha sperimentato (con o senza assistenza altrui...) almeno una volta nella vita. Come spiegare questa esagerazione tipicamente umana? Un’umanità priva di piacere orgasmico sarebbe assolutamente plausibile, e forse non sarebbe così assillata dal sesso come siamo noi (e forse sarebbe più impegnata in altre attività meno egoistiche), quindi, perché ci siamo trovati una tale sensazione (tra le gambe)?Forse la spiegazione è la seguente. Partiamo da lontano, con una domanda paradossale: quale è l’ultima parte del corpo di un animale che vorreste toccare? Sicuramente, gli orifizi escretori. Sopratutto tra i mammiferi, essi sono quanto di più ripugnante e disgustoso ci sia: vi ricordo che a parte una piccola minoranza di Homo sapiens vissuta negli ultimi 100-200 anni, tutti gli altri mammiferi esistiti non hanno mai fatto uso di saponi e detergenti intimi. Perciò, a nessuno verrebbe in mente di toccare gli orifizi escretori di un mammifero. Peggio ancora, a nessuno verrebbe mai in mente di far contattare i propri orifizi con quelli di un altro mammifero: sarebbe la ripugnanza elevata al quadrato! Ma ammettiamo che, per un'assurda cecità e stupidità intrinseca del processo evolutivo (alla faccia dell’Intelligent Design!), l’unico modo che ha un animale di riprodursi (e quindi della sua specie di persistere nel tempo) sia proprio tramite il disgustoso contatto tra le parti più ripugnanti del proprio corpo con quelle, altrettanto ripugnanti, di un altro animale. (Altri esseri viventi hanno mezzi riproduttivi meno squallidi e più poetici, come ad esempio i coralli, che liberano le cellule riproduttive in acqua nelle notti di luna piena...) Come far sì che accada la riproduzione se il mezzo per la sua realizzazione è tra i più ripugnanti esistenti? Un modo potrebbe essere di contrastare la repulsione estrema con il piacere estremo: sovraccaricando un atto tanto squallido di una gigantesca sovrastruttura emozionale, mascherandolo e rendendolo la fonte del più potente dei piaceri sperimentabili, si riuscirebbe a vincere la ripugnanza del gesto.
In conclusione, e forse l’avevate già intuito a modo vostro, l’orgasmo è un (ap)pagamento irresistibile all'altezza di un inaccettabile lavoro (sporco).
Probabilmente, molti di voi non troveranno il sesso così ripugnante come ve l’ho esposto (nemmeno io lo trovo tale a livello emotivo... sebbene lo riconosca tale valutandolo solo razionalmente), ma ciò accade perché le nostre valutazioni sono a posteriori: noi deriviamo da una serie innumerevole di atti sessuali precedenti la nostra nascita, tutti accaduti proprio perché hanno superato la ripugnanza oggettiva dell’atto tramite la gratificazione soggettiva dell’orgasmo. Inoltre, siamo così fanatici del sesso perché siamo dei privilegiati figli dell’era dei saponi e dei preservativi.
(Hmmm... non è che a furia di farlo belli puliti finiremo col perdere la componente orgasmica?)
demenziale:
RispondiEliminaMah...fatti raccontare dal Democratico certe storie sulle corone bianche del glande di un Bello...oppure posso raccontarti io di storie su "gine" che sanno di teleostei|
Serio:
Meglio la pulizia...l'orgasmo rimarrà. Non ci sono pressioni evolutive che selezionino chi ne prova meno o poco.
Scusa la domanda ma... il gruppo "Orgasmia" è 1 clade? XD
RispondiEliminaO l'orgasmo si è evoluto indipendentemente in diverse linee?
Andrea... ma costa tanto dir "non lo so"? 0.0
RispondiEliminaSe vuoi un "nonloso" hai sbagliato blog.
RispondiEliminaOgni riferimento a blog di amici è ovviamente voluto.
L'ho sbagliato anche per un po' di buona educazione? LOL
RispondiEliminaMi andava bene una qualunque risposta, non necessariamente un "non lo so". Se poi non lo sapevi, amen