venerdì 15 maggio 2009

INTERVISTE ULTRAZIONALI: ADAMO


Con questo post inizio una serie di interviste a personaggi che non avrebbero mai avuto l’occasione di essere intervistati. Ovviamente, essendo la prima intervista, non potevo che partire dal Primo intervistabile in assoluto. Il fondatore della specie umana, l’olotipo -archetipo originale plasmato direttamente dal Creatore la sesta mattina dell’Universo, più o meno all’inizio di Novembre di 6012 anni fa, ovvero, Adamo.


Demiurgo Ultrazionale: Caro Adamo, grazie per aver accettato la nostra intervista.

Adamo: Grazie a voi.

D: Adamo, lei ha un cognome?

A: Dato che non ho un padre biologico, no. Sarebbe come l’ombelico: non ne trovo la necessità.

D: Mi pare giusto. Tuttavia, dato che lei ha imposto tutti i nomi agli animali, se potesse darsi un cognome, quale sceglierebbe?

A: Bella domanda... Primo, mi pare vada bene. Adamo Primo.

D: Non molto originale... ma da uno che ha creato nomi come Pesce sega, Pesce Martello e Pesce palla non posso chiedere molto. Scusi l’ardire, secondo me Primo sembra più un attributo a posteriori, qualcosa utile per distinguerla da eventuali seguiti. E poi, onestamente, Primo mi ricorda Primati... non vorrà insinuare che lei è parente delle scimmie?

A: Potrebbe essere.

D: Adamo, sta insinuando di accettare la teoria evolutiva. Lei, non è creazionista?

A: Perché dovrei?

D: Come? Lei c’era! Ha visto l’opera in atto! Se qualcuno può con fiducia dirsi creazionista, quello è lei!

A: Io non ho visto un bel niente. Quando mi sono alzato dalla nuda terra tutto era già bello e fatto davanti a me. Cielo, terra, piante, animali. Tutto era già presente... senza alcuna traccia di come fossero andate le cose. Se ci fu una creazione, io sono arrivato troppo in ritardo per vederla.

D: Mi sta dicendo che lei non è creazionista?

A: Non ho alcuna prova per esserlo.

D: Quindi, è evoluzionista?

A: Non esageriamo. Diciamo che ho qualche motivo in più per essere evoluzionista che creazionista.

D: Ovvero?

A: Preferirei non parlarne.

D: Teme ritorsioni?

A: No, quelle no. Ormai i miei debiti col capo li ho saldati.

D: Le capita mai di incontrarlo?

A: Sì, ma Lui fa finta di non vedermi. Tira dritto e non mi parla.

D: Non le ha perdonato il peccato originale?

A: Beh... era stato chiaro con i termini del contratto. Affitto eterno del Giardino con piena libertà di subaffitto e locazione, a patto di non toccare quella dannata pianta di fico.

D: Fico? Non era un melo?

A: Bugie della propaganda medievale. Sa, un’operazione commerciale.

D: Ma, alla fine, lei non è responsabile. La colpa è di sua moglie.

A: Ex moglie. Mi ha lasciato.

D. Ops... mi scusi.

A: Non si preoccupi, ormai è acqua passata.

D: Se posso azzardare...

A: Perché il divorzio?

D: Sì.

A: In fondo era inevitabile. Non eravamo fatti l’uno per l’altra. Dopo tutto, nessuno dei due aveva una grande scelta. O quello o niente.

D: Capisco...

A: E poi, a me nemmeno piaceva tanto. Troppo spigolosa... sarebbe stato meglio crearla da un osso più attraente. Che ne so, uno sfenoide, o una vertebra.

D: Uno sfenoide?

A: Non so, qualunque cosa, ma non una costola. La verità è che non si può sperare di creare un rapporto stabile se si viene fatti sposare a due giorni dalla nascita. Bisogna fare qualche esperienza pre-matrimoniale, avventure... che ne so. Farsi un po’ le ossa...

D: Era una battuta?

A: Ci ho provato...

D: Tornando alle domande importanti: è pentito per quello che ha fatto? Parlo del peccato originale.

A: No. Quale peccato? Ci teneva reclusi in una serra, nudi e con gli occhi chiusi. Mi pare che si rasenti il sequestro di persona. Non sono io ad essere stato scorretto...

D: Badi a quello che dice, non vorrà beccarsi una querela? Avete avuto il libero arbitrio di scegliere se restare o no. L’ha detto lei: i patti erano quelli.

A: Una querela? Ho avuto di peggio... Il libero cosa? Bella fregatura. Lei resterebbe volontariamente nudo in una serra assieme ad una donna che non ha potuto scegliere?

D: Forse... qualche giorno.

A: Appunto! Ma non di più. Senza nemmeno uno svago, una distrazione. E quella là che si lamentava di come tenevo in disordine... Cavolo! Mica è possibile che debba pulire tutti i giorni? E sa come mi rispondeva? "E se arriva qualche ospite all'improvviso? La casa deve essere in ordine...". Ospiti? Chi diavolo poteva venire?

D: Esatto... Mi pare che questa storia di Eva non le è andata proprio giù...

A: Forse. La verità è che avrei voluto avere almeno un amico.

D: In che senso?

A: Non fraintenda. Che idee ha? Porti un po’ di rispetto al suo primogenitore!

D: Lei non si chiama LUCA...

A: Chi? Quell’impostore? Non vorrà dare credito a certe storie di propaganda scientista?

D: No, ha ragione, è più credibile un mito mediorientale di tremila anni fa.

A: Guardi che è lei che ha voluto intervistarmi.

D: Sì, ha ragione. Forse sarebbe stato meglio sequenziare del DNA.

A: E cosa avrebbe ricavato?

D: Beh... che Eva è vissuta centomila anni prima di lei.

Adamo si alza dalla sua sedia, prende la sua foglia di fico dall’appendiabiti ed esce borbottando qualcosa con tono seccato.

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