Il titolo nidificato, la cui comprensione sta tutta nelle virgolette marcatrici della menzione, è un omaggio ad un libro stupendo, un’opera già entrata nell’inossidabile Biblioteca Ultrazionale. Ma sopratutto l’omaggio va all’autore, al matematico Piergiorgio Odifreddi.
Già lo conoscevo per un suo precedente libro, “Le menzogne di Ulisse”, per le sue lezioni di Logica matematica trasmesse dal Network Nettuno, e per la sua rubrica ne “Le Scienze”, e già da allora lo stimavo (la stima è il massimo sentimento ultrazionale) per la sua capacità di essere con eguale potenza competente, razionale ed ironico. Con quest’ultima opera ha saturato la mia possibilità di stima. Se fossi Presidente della Repubblica lo nominerei Senatore a Vita (e se fossi il Parlamento lo farei Presidente della Repubblica): ci vorrebbero politici come lui.
“Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)” è un libro che cercavo dal momento stesso in cui venni a sapere della sua esistenza, e che ora ho tra le mani grazie ad un membro planetario (nel senso di errante) dell’Universo Pueblico Ultrazionale, il Forestale Teatino dall’Orcoclastica Fotografia, che qui ringrazio sommamente.
Posso solo dire una cosa: DOVETE LEGGERLO!
Io l’ho divorato, incapace di staccarmi dalle 250 pagine, con tre morsi, fino alla fine... ma considerando che le opere che stimo sono state “ripassate” almeno tre volte non consecutive, le prossime due saranno più rilassate.
Il libro è un’opera pienamente Ultrazionale (non riesco a trovare altro termine), capace di analizzare con rigore (è zeppo di citazioni dei testi incriminati), sviscerare con precisione, dissacrare con arguzia, e smontare con assoluta lucidità e competenza la più epidemica delle superstizioni medioevali (comunemente nota come Cristianesimo), dimostrando tutta l’assurdità, l’incongruenza e l’anacronismo di quella mitologia mediorientale.
La lettura di questo libro è un antidoto contro la torbida catechesi che cercano di indottrinarci da piccoli (quando siamo più deboli e condizionabili), e che spesso permane come fumosa titubanza della ragione, come imprinting malato votato alla santificazione dell’ignoranza, della superstizione e della stupidità (Odifreddi cita a proposito questo brano dell’autobiografia di Darwin, che fu censurato dalla cristianissima moglie:
Le “radici” cristiane dell’occidente sono ammuffite, sostanzialmente vuote e meritano di essere superate. Le mie radici sono la logica greca, la lingua latina (entrambe “pagane”), l’Umanesimo e l’Illuminismo, Pitagora, Euclide, Leonardo, Newton, Voltaire, Darwin, Nietzsche, Einstein e Gödel. Non è più sopportabile la cantilena stantia di chi scimmiotta (spesso ipocritamente) le millenarie cretinerie (il perché di questo termine è spiegato nel libro) della cricca chiesaiola che ancora oggi parassita l’umanità: quel poco che può essere salvato (ad esempio il concetto di carità per il prossimo nell’accezione universale) non giustifica la persistenza di tutto il resto, né sostiene quel carattere di “Verità Unica e Salvifica” che il cristianesimo si auto-attribuisce da duemila anni.
Per chi non sa reggere un mondo “senza Dio”, per chi crede che solo “dall’alto” possa derivare un senso dell’esistenza, noi amanti della conoscenza rispondiamo con l’ironia, con la logica, con l’evidenza, e col coraggio di chi sa di dover trarre il Senso da sé e non dalla contraddittorietà, falsità, sciocchezza e perversione (sessuofobica e misogina) di opere incartapecorite da secoli.
Leggendo il libro di Odifreddi sentirete subito un’aria più fresca, più forte e pulita (“Uno dev’essere avvezzo a vivere sui monti” diceva Nietzsche).
Buona lettura!
Già lo conoscevo per un suo precedente libro, “Le menzogne di Ulisse”, per le sue lezioni di Logica matematica trasmesse dal Network Nettuno, e per la sua rubrica ne “Le Scienze”, e già da allora lo stimavo (la stima è il massimo sentimento ultrazionale) per la sua capacità di essere con eguale potenza competente, razionale ed ironico. Con quest’ultima opera ha saturato la mia possibilità di stima. Se fossi Presidente della Repubblica lo nominerei Senatore a Vita (e se fossi il Parlamento lo farei Presidente della Repubblica): ci vorrebbero politici come lui.
“Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)” è un libro che cercavo dal momento stesso in cui venni a sapere della sua esistenza, e che ora ho tra le mani grazie ad un membro planetario (nel senso di errante) dell’Universo Pueblico Ultrazionale, il Forestale Teatino dall’Orcoclastica Fotografia, che qui ringrazio sommamente.
Posso solo dire una cosa: DOVETE LEGGERLO!
Io l’ho divorato, incapace di staccarmi dalle 250 pagine, con tre morsi, fino alla fine... ma considerando che le opere che stimo sono state “ripassate” almeno tre volte non consecutive, le prossime due saranno più rilassate.
Il libro è un’opera pienamente Ultrazionale (non riesco a trovare altro termine), capace di analizzare con rigore (è zeppo di citazioni dei testi incriminati), sviscerare con precisione, dissacrare con arguzia, e smontare con assoluta lucidità e competenza la più epidemica delle superstizioni medioevali (comunemente nota come Cristianesimo), dimostrando tutta l’assurdità, l’incongruenza e l’anacronismo di quella mitologia mediorientale.
La lettura di questo libro è un antidoto contro la torbida catechesi che cercano di indottrinarci da piccoli (quando siamo più deboli e condizionabili), e che spesso permane come fumosa titubanza della ragione, come imprinting malato votato alla santificazione dell’ignoranza, della superstizione e della stupidità (Odifreddi cita a proposito questo brano dell’autobiografia di Darwin, che fu censurato dalla cristianissima moglie:
“Non dobbiamo trascurare la probabilità che il costante inculcare la credenza inQuanti di noi possono essere certi di non essere stati plagiati allo stesso modo dalla “dottrina”?).
Dio nelle menti dei bambini possa produrre un effetto così forte e duraturo sui
loro cervelli non ancora completamente sviluppati da diventare per loro tanto
difficile sbarazzarsene quanto per una scimmia disfarsi della sua istintiva
paura o ripugnanza del serpente”.
Le “radici” cristiane dell’occidente sono ammuffite, sostanzialmente vuote e meritano di essere superate. Le mie radici sono la logica greca, la lingua latina (entrambe “pagane”), l’Umanesimo e l’Illuminismo, Pitagora, Euclide, Leonardo, Newton, Voltaire, Darwin, Nietzsche, Einstein e Gödel. Non è più sopportabile la cantilena stantia di chi scimmiotta (spesso ipocritamente) le millenarie cretinerie (il perché di questo termine è spiegato nel libro) della cricca chiesaiola che ancora oggi parassita l’umanità: quel poco che può essere salvato (ad esempio il concetto di carità per il prossimo nell’accezione universale) non giustifica la persistenza di tutto il resto, né sostiene quel carattere di “Verità Unica e Salvifica” che il cristianesimo si auto-attribuisce da duemila anni.
Per chi non sa reggere un mondo “senza Dio”, per chi crede che solo “dall’alto” possa derivare un senso dell’esistenza, noi amanti della conoscenza rispondiamo con l’ironia, con la logica, con l’evidenza, e col coraggio di chi sa di dover trarre il Senso da sé e non dalla contraddittorietà, falsità, sciocchezza e perversione (sessuofobica e misogina) di opere incartapecorite da secoli.
Leggendo il libro di Odifreddi sentirete subito un’aria più fresca, più forte e pulita (“Uno dev’essere avvezzo a vivere sui monti” diceva Nietzsche).
Buona lettura!
Ho sempre letto con piacere i testi religiosi perchè fanno capire molte cose sull'uomo moderno (occidentale, ma non solo).
RispondiEliminaLetti nel modo giusto sono quasi un manuale di istruzioni per decifrare comportamenti e atteggiamenti di chi ci sta intorno e soprattutto di noi stessi in quanto "vittime" del precoce indottrinamento subito da bambini; mi ha sempre sconcertato la mia stessa difficoltà a mettere la logica davanti ai "valori"...
Leggerò presto il libro che tu consigli a noi ultrazionalisti.
Nel frattempo buon cristianesimo a tutti! c