venerdì 13 aprile 2007

Evoluto un corno

Gli alberi in primavera sono un rigoglio di vita (attenti alle parole). Se vi trovaste di fronte due alberi maestosi, sani e vigorosi, carichi all’inverosimile di foglie e rami, come due querce nel pieno della primavera, ed una persona si avvicinasse a voi dicendovi che i due alberi sono chiaramente diversi, distinguibili e comparabili sulla base della loro “Fogliutezza”, e che quello più vicino a voi è il più “fogliuto”, come reagireste?
Prima di chiamare un’ambulanza, svisceriamo un poco il nostro amico. Innanzitutto, egli ha un nome, è il Reificatore Estremo, “il creatore di realtà dalle parole”. Egli si illude che qualsiasi termine esprimibile a parole corrisponda ad una “realtà” esistente, e spesso lotta con stucchevole accanimento per salvaguardare la sopravvivenza delle sue mitologie. Dato che è in grado di dire: “giustizia”, “amore”, “pace”, “civiltà”, “democrazia”, “razza” e tante altre fonazioni articolabili e comprensibili, allora crede che esistano La Giustizia, L’Amore, La Pace, La Civiltà, La Democrazia, La Razza. Se poi l’Ultrazionale gli chiede come sia ciò che dice, dove sia e come sia riconoscibile, il Reificatore Estremo risponderà con una serie di mitologie infarcite di altre parole reificate. Una di queste parole è “Vita”. La Vita, come soffio vitale, come entità che distingue il non-vivente dal vivente, è la più diffusa delle reificazioni. L’Ultrazionale riconosce che esistono sulla Terra degli esseri viventi, strutture complesse funzionanti biologicamente, ma non riconosce in ciò l’esistenza di un qualcosa chiamato “Vita”. Anche ammesso che ognuno di noi riconosca di essere “vivo”, ciò non ha niente a che vedere con l’esistenza della Vita. La Vita non è una proprietà-qualificante i viventi, è solamente una favola semplicistica che è stata elevata a dogma. Ed anche quando il Reificatore riconosce l’inconsistenza della Vita, persiste nel suo modo di pensare affermando che i viventi, se non sono manifestazioni della Vita, sono comunque il risultato dell’Evoluzione.
Evoluzione è il nome che diamo ad un processo storico (un mix di algoritmi e caos), niente più. Eppure, all’evoluzione viene data una tale carica di “realtà autonoma”, che è difficile non cadere nella trappola reificatrice. Dopotutto, noi siamo gli esseri che mostrano il Comportamento più evoluto che esista, quindi l’Evoluzione pervade la nostra Esistenza, diffonde da ogni aspetto della nostra Vita. Come negare tutto ciò?
L’Evoluzione, dall’ameba all’uomo.
Non illudiamoci con il nostro ingenuo sciovinismo. Innanzitutto, è proprio vero che siamo gli animali più evoluti esistenti sulla Terra? Si può stimare l’evoluzione, ammesso che ciò abbia senso? Se esistesse un criterio per quantificare l’evoluzione, questo sarebbe la sommatoria completa delle modifiche evolute intercorse nel tempo, e non l’arbitraria focalizzazione su alcune caratteristiche particolari. Il nostro cervello è sicuramente il più complesso esistente, ma per il resto del corpo siamo modificati allo stesso livello (o spesso molto meno) di qualsiasi altro mammifero placentale. Prendiamo un qualsiasi mammifero moderno e confrontiamolo con noi. Dato che fino al più recente antenato comune che condividiamo con quella specie abbiamo la stessa storia evolutiva, è inutile considerare i caratteri prodottisi prima della divergenza tra le due specie. Quindi, prendiamo in considerazione i due cammini evolutivi dal momento di divergenza, e stimiamo “l’evoluzione” considerando quanto entrambi si siano allontanati dalla morfologia del loro ultimo antenato comune. Appare chiaro che se ci confrontiamo con la maggioranza dei mammiferi attuali considerati più “evoluti” (qui inteso nel senso darwiniano di discesi con modificazioni da un antenato, e non nel senso comune di “migliorati”, “progrediti”), non siamo né più né meno evoluti di loro. Un cetaceo, un pipitrello, una giraffa, un lamantino, un elefante, un armadillo ed un uomo sono allo stesso livello di modificazione rispetto al loro più recente antenato comune (un simpatico placentale basale del Cretacico Inferiore). Quindi, i mammiferi attuali, con l’uomo incluso, sono approssimativamente evoluti allo stesso livello. Nondimeno, si può dire che l’uomo, in quanto mammifero, è più evoluto di qualsiasi altro animale non mammifero esistente. Oppure no? Ad esempio, prendiamo un uccello come un piccione, un animale al quale si riconosce un “alto livello evolutivo”, ma che tuttavia è generalmente ritenuto meno evoluto di un essere umano (o di un qualsiasi mammifero). Un uomo è più o meno evoluto di un piccione? Usando il criterio citato prima, l’assurdità della domanda può essere tradotta nella più concreta:”chi dei due è più modificato rispetto alla morfologia esistente nel più recente antenato comune di entrambi?”. Anche in questo caso, affermare che l’uomo sia più modificato di un corvo rispetto alla loro condizione primitiva comune è sciovinismo e miopia. Certo, noi siamo animali vivipari, allattiamo, abbiamo peli, tre ossa nell’orecchio medio, ma un uccello ha ali, sacchi aerei, polmoni con un’efficienza di gran lunga superiore ai nostri, membrana nittitante, penne e piume, tutti caratteri “evoluti”. Un piccione conserva caratteri primitivi come l’articolazione quadrato-articolare della mandibola, e la deposizione di uova con guscio, ma noi conserviamo molti altri caratteri primitivi che un piccione ha perso o modificato: abbiamo ancora i denti, cinque dita nelle mani e nei piedi, siamo plantigradi, abbiamo ossa compatte. Curiosamente, uomo e piccione hanno acquisito indipendentemente uno dall’altro il bipedismo, il “sangue caldo”, un cuore a quattro cavità, una coda cortissima, le clavicole fuse assieme, sebbene secondo modalità e storie evolutive differenti. E la lista completa di tutte le modificazioni è stata solo accennata (per entrambi).
Ha ancora senso parlare di livelli evolutivi? Tornando all’inizio, riuscireste a determinare tra due alberi della stessa specie ed età quale dei due ha più foglie nel pieno della primavera? Dareste senso alle parole di qualcuno che dicesse che, ad esempio, l'albero di sinistra è più “fogliuto” dell’altro? Ovviamente, no. Eppure, la comparazione uomo-piccione segue la stessa il-logica.

1 commento:

  1. Posso pubblicizzarlo questo tuo blog e questo post?

    Volevo chiederti inoltre se, secondo te, la situazione attuale del pianeta e la sua immensa antropizzazione rendano ancora possibile l'evoluzione (processi evolutivi, selezione naturale, mutazioni permanenti "adattanti" o conservate dla caso, processi di speciazione) in specie diverse dall'uomo, finchè la specie umana esisterà?

    Io sono scettico a riguardo (soprattutto per quanto riguarda i classici animali e piante a strategia K). Credo che l'impatto antropico sulle condizioni ambientali, sulle specie stesse (selezione artificiale, gestione del territorio, agricoltura, allevamento, ecc.) corra a velocità estremamente maggiori rispetto a quelle dei meccanismi riproduttivi delle specie sovraesposte e dell'insorgenza di mutazioni adattanti o "fortunate" (concedimi il termine,ti prego).

    Volevo sapere l'opinione di un amico e di una persona molto più ferrata nel settore.

    Spero tu stia bene
    Hail!

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