Una delle massime espressioni del pensiero ultrazionale è la capacità di ibridare i campi mentali per produrre nuove forme di pensiero. Esattamente come l’ibridizzazione di orbitali distinti, di forme sferiche o allungate, produce nuovi orbitali dalle forme più strane, così l’ibridizzazione dei campi del pensiero produce strane ed inattese topologie della mente. (Parentesi autoreferente: l’uso dell’esempio degli orbitali è esso stesso un’ibridizzazione... come ben sanno i miei quattro lettori, l’anello strano, l’autocitazione a livelli distinti, è uno dei capisaldi del paradigma ultrazionale).
Un esempio di ibrido mentale, di fusione di metodica scientifica e contesti fantastici, di uso della fantasia in appoggio alla ricerca, mi è stato fornito dal Clastu. Attualmente il nostro caro Clastu sta terminando la sua tesi (di tema naturalistico museologico) sotto la supervisione del prof. V. Parisi, pittore, zoologo, senatore della Repubblica (non so esattamente durante quale legislatura), ex-preside del corso di Laurea in Scienze Naturali di Fighettolandia (il nome è di fantasia, ma rende bene la preponderante fauna locale), nonché ex-direttore del Museo di Storia Naturale della stessa università. Mi piace sottolineare anche che fu mio professore di Sistematica e Filogenesi Animale (un corso che da solo vale come l’intera laurea in Economia), nonché relatore della mia Prima Matrice durante il periodo Emmeggioico. Insomma, è un tipo meritevole di stima mesozoica.
Dallo stesso prof. Parisi, Clastu ha ricevuto una copia di un suo breve articolo, datato al 1972. La lettura dello stesso è stata la prova definitiva di un sospetto covato da tempo, ovvero che l’on. sen. dot. prof. Parisi è un precursore ultrazionale!
In quello studio, egli analizza la morfologia delle esche artificiali, le “mosche” usate nella pesca, ne propone una classificazione (in gruppi numerati da I a VIII, con relativi sottogruppi) e discute quella che a tutti gli effetti è un’analisi filogenetica delle esche, da lui ribattezzate “alieutotteri”. L’anatomia delle varie forme di alieutotteri viene analizzata nel dettaglio: ciò ha permesso di produrre una lista di 14 caratteri morfologici, la cui distribuzione tra gli alieutotteri è stata riportata sotto forma di matrice, in maniera analoga alle attuali matrici filogenetiche. Anche se l’intento di Parisi era inserito nell’allora dominante quadro della sistematica fenetica, la sua matrice può essere analizzata sotto le logiche della sistematica filogenetica (rimando ad altra sede la discussione sulle differenze tra fenetica e filogenetica).
Così ho fatto: ho immesso la matrice di Parisi (1972) in PAUP, usando come gruppo esterno la forma più “primitiva” di esca, la “camola”, definita dallo stesso Parisi come priva di (o portante in maniera appena rilevabili) quei caratteri da lui usati per analizzare gli alieutotteri (ali, cerci, gorgiera e loro varie trasformazioni: rimando allo stesso lavoro di Parisi per una descrizione delle strutture morfologiche).
L’analisi di PAUP ha prodotto un singolo albero più parsimonioso, la cui topologia è illustrata qui.
Curiosamente, la sinapomorfia alla base di Alieutoptera paratax. nov. (definito come il clade più inclusivo comprendente Lady Amhrest [gruppo IVa’’’] ma non Camola) è risultata essere la presenza di una distinta zona cefalica: tuttavia, questo carattere è assente negli alieutotteri più derivati (i quali, sotto questa ipotesi, l’hanno persa secondariamente). Il gruppo più derivato, definito Governoria paratax. nov. (il clade meno inclusivo comprendente gli alieutotteri “Governor” [gruppi Ia e Ib]: come si vede dall’albero, quest’ultimo genere è risultato parafiletico... a riprova della inutilità del concetto di “genere tassonomico” espressa in uno dei post precedenti) è caratterizzato dalla presenza di ali: ciò si verifica, in maniera indipendente, in un altro clade, quello formato dalle forme V e VI. Un’altro aspetto interessante è che le forme VII e VIII, come definite dalle chiavi identificative di Parisi (1972), non sono gruppi monofiletici, bensì gradi di organizzazione alieutotterica plesiomorfica (gruppi parafiletici).
Parisi (1972) propose uno schema dei possibili rapporti di somiglianza basati sulla sua matrice (con i gruppi IV e V assieme a VIIIc; mentre i rimanenti formano un gruppo distinto, con I, II, III, VIb e VIIIb da un lato e VIa, VIIa, VIIb e VIIIa dall’altro) che si discosta dal risultato ottenuto con PAUP. Testando quella topologia per vedere quanto si discosti dal risultato ottenuto da me si produce un consenso di 36 alberi che è meno parsimonioso (di 5 passi evolutivi) rispetto all’albero ottenuto senza costrizioni topologiche.
Come suggerì Parisi al termine del suo studio, sarebbe interessante cercare di datare le varie forme e di vedere se siano localizzate geograficamente: potrebbe essere un inizio per la stesura di una Storia Artificiale (non-Naturale nel senso che si tratta pur sempre di prodotti culturali umani) di Alieutoptera.
Per ora, accontentiamoci della filogenesi nuda.
Bibliografia: Parisi V. - 1972 - Ricerche su un mimetismo aggressivo artificiale. Un possibile modello evolutivo. Quaderni della Civica Stazione Idrobiologica di Milano, 3 - 4: 19 - 30.
Buongiorno, chiedo scusa se commento questo post solo ora. Sarei interessato al testo riportato in bibliografia, in quanto me l'ha citato anche un mio professore. Per favore potrebbe indicarmi come reperirlo? Grazie
RispondiEliminaDimenticavo, la mia mail e' walterfishing yahoo it (ho tolto chiocciola e punto per non attirare spam). Da pescatore ho trovato interessante anche il discorso sulla modalita' di pesca dello spinosauro, e' un buono spunto. Buona giornata.
RispondiEliminaPurtroppo, non ho idea di come averlo. Io ebbi la copia da un amico che la ebbe direttamente da Parisi. Forse potresti contattare il Museo di Storia Naturale dell'Università di Parma.
RispondiEliminaBuongiorno, La ringrazio moltissimo lo stesso. Provero' a contattare il Museo. Grazie ancora, e buona giornata
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