Nota sonora: per una migliore comprensione del post, si consiglia di leggerlo con sottofondo di "Call to Army", "The Gods made Heavy Metal" e "Gates of Valhalla" dei Manowar.
Spero vivamente che l’argomento di questo post non sia frainteso, e, sopratutto, non sia basato su una mia svista colossale (no, non può esserlo: in tal caso, la coincidenza degli eventi sarebbe quasi da considerare una congiura ai miei danni, il che sarebbe ancora più assurdo, l’evidenza di una megalomania ancora più grande di quella che mi sta inducendo a scrivere).
Curz, Prince of Mantua, ha perfettamente ragione: ognuno dovrebbe essere libero di adorare i propri dei. Se, come ritengo, il senso del divino è un bisogno umano visceralmente determinato e storicamente strutturato, esso ha pieno diritto di essere conservato e difeso nelle misure e nei modi più in sintonia con le sue reali caratteristiche e fondamenta, senza discriminazioni.
Ovvero, una volta riconosciuto che il divino è l’archetipico modo di dare un senso all’esistenza (di per sé insensata, casuale e orgogliosamente meccanica ed indifferente nei nostri confronti), la società umana dovrebbe permettere ad ogni individuo di esprimere autonomamente e civilmente il proprio autonomo credo. Non solo, quindi, tramite le religioni istituite e storicamente affermate, bensì con una più democratica e pluralista libertà di espressione di sé.
Se la tua esistenza si realizza adorando un parallelepipedo di legno, carta stagnola e cavi elettrici, perché non potresti essere libero di considerarla la tua religione? Forse che la partecipazione ad un pellegrinaggio a Lourdes ha un grado di "verità" superiore, ci avvicina maggiormente al fantomatico "Senso" implicito in qualsiasi esperienza mistico-religiosa?
Se esiste un Sacro, un Valore che dà senso all’esistenza umana, per me è nella Conoscenza del Mondo. Lì si annidano i miei dei, da onorare e lodare.
Con Enantiophoenix ho elevato la mia già sostenuta (C)autostima a livelli quasi eroici. (In questo FRAngente credo di essere molto fortunato: dubito che cadrò mai in depressione per mancanza di autostima, né che proverò quella forma strisciante di malinconia che colpisce chi non si trova soddisfatto di sé stesso. In questo mi distinguo da una buona fetta della popolazione occidentale, malata di un’epidemica e continua mancanza di orgoglio personale ed amor proprio che ne fa la facile preda dei manipolatori d’opinione, dei demagoghi e dei pubblicitari). Come Eroe & Demiurgo, mi manca solamente la consacrazione da parte degli dei per accedere al Gondwanalla, il Paradiso dei Mesozoici, dove riposano i Dinosauri.
Spero di non suscitare le ire di ben più informati studiosi delle religioni... Gli dei di Gondwanalla sono simili, nella genesi, agli dei nordici che risiedono nel Valhalla: grandi condottieri ed eroi del passato elevati dal mito e dalla stima dei loro pari al rango di divinità protettive, punti di riferimento e criterio di valore (Micheli, 2004; pers. com.). Analogamente, i miei dei gondwanallici sono i Grandi della Scienza, in particolare tutto coloro che con la loro superiorità hanno espanso la Conoscenza sul Mondo. Essendo paleontologo, tutti coloro che hanno contribuito e contribuiscono alla paleontologia hanno un posto particolare nel Gondwanalla: la Dorata Sala Mesozoica.
La mia stima per Thomas Holtz, paleontologo americano esperto in Tyrannosauridi, risale ai tempi della tesi di laurea, quando stavo raccogliendo materiale utile per analizzare la filogenesi dei teropodi prossimi agli uccelli. I suoi studi sulla condizione arctometatarsale (per info, vedere su Theropoda-il blog) hanno influenzato quella tesi come pochi altri. Recentemente ho avuto alcuni scambi epistolari con Holtz, che mi ha contattato per avere una copia della descrizione di Enantiophoenix. In una delle sue risposte, oltre a congratularsi con me per l’articolo, esprimeva il piacere per il fatto che, finalmente, fosse stato pubblicato un articolo il quale mostrava una filogenesi dettagliata (ovvero con più rami distinti e non solo un cespuglio indifferenziato di linee evolutive) degli uccelli enantiorniti. In effetti, la filogenesi che propongo nel mio studio è la prima che risolva le relazioni interne di quel gruppo di teropodi tramite un’analisi cladistica completa. Come ho risposto ad Holtz, devo ammettere che tale risoluzione filogenetica è ottenuta al prezzo di avere i rami interni di quel albero relativamente deboli (ovvero suscettibili di essere modificati con nuove scoperte), una conseguenza inevitabile dell’aver voluto includere molte specie frammentarie nella filogenesi (criterio che non rinnego, anzi, che ritengo sia il più corretto... e che guida il progetto Megamatrice). Holtz, molto simpaticamente, mi ha risposto che in ogni caso, anche se debole, la mia filogenesi degli enantiorniti è un inizio, un punto di partenza dal quale poter costruire in futuro filogenesi sempre più dettagliate e robuste: esattamente ciò che si chiede ad una feconda ipotesi scientifica.
Vi chiederete quale sia il senso di questa nota personale (C)autobiografica in questo post...
Recentemente, Holtz & Rey hanno pubblicato un corposo volume divulgativo sui dinosauri. Allegato al libro, in appendice elettronica aggiornata regolarmente, Holtz ha prodotto una lista completa dei generi di dinosauri mesozoici noti. Nell’ultimissima versione, datata 1 Agosto 2008, e scaricabile in rete, è presente, ovviamente, il mio amato Enantiophoenix. Fin qui niente di eclatante: essendo un nuovo teropode, è stato incluso nella lista. Ciò che invece mi investe di orgoglio ultrazionale e di immortalità mesozoica è un dettaglio più articolato: il paragrafo sugli enantiorniti (comprendente Enantiophoenix) è strutturato filogeneticamente secondo un’ipotesi che è chiaramente quella del mio studio! Abbiamo gli enantiorniti basali, poi gli euenantiorniti, ed all’interno degli euenantiorniti tre gruppi derivati (esattamente come li propongo io), i gobipterigidi, i longipterigidi e gli avisauridi: tutti e tre i gruppi hanno al loro interno proprio i generi risultati nella mia filogenesi (più alcuni altri non inclusi nel mio studio), secondo rapporti filetici che prima del mio articolo non erano stati supposti (ad esempio, Vescornis è nei gobipterigidi, i due enantiorniti senza nome del Gansu sono nei longipterigidi, Halimornis è negli avisauridi). Insomma, Holtz ha basato la tassonomia degli enantiorniti derivati nell’appendice al suo volume proprio sulla mia filogenesi! Il fatto che uno dei paleontologi che più stimo, i cui studi hanno così inciso sulla mia formazione, ritenga i miei risultati così significativi e validi da utilizzarli in un suo lavoro è una delle più alte forme di consacrazione personale e motivo di orgoglio concepibili!
E Demiurgo liberò l’Opposta Fenice da Politomia, la Bestia dalle mille braccia irrisolvibili.
E gli Dei del Mesozoico videro che era cosa buona e giusta.
Allora Essi lo accolsero nel Gondwanalla, affinché incidesse il suo nome nel Portale della Sapienza, tra i suoi Pari e Stimati.
Ed il quinto giorno, il Demiurgo si riposò, perché aveva il Turno di Riposo, stappò una Kilkenny, due McFarland, una Guinness, un litro di Caduta ed una Scotch Silly con gli Amici, Fratelli e Coinquilini.
E tutti brindarono davanti ad una Grigliata Brixiosarda, oltre le TerreAlte, fino alla Fine dei Tempi.
Spero vivamente che l’argomento di questo post non sia frainteso, e, sopratutto, non sia basato su una mia svista colossale (no, non può esserlo: in tal caso, la coincidenza degli eventi sarebbe quasi da considerare una congiura ai miei danni, il che sarebbe ancora più assurdo, l’evidenza di una megalomania ancora più grande di quella che mi sta inducendo a scrivere).
Curz, Prince of Mantua, ha perfettamente ragione: ognuno dovrebbe essere libero di adorare i propri dei. Se, come ritengo, il senso del divino è un bisogno umano visceralmente determinato e storicamente strutturato, esso ha pieno diritto di essere conservato e difeso nelle misure e nei modi più in sintonia con le sue reali caratteristiche e fondamenta, senza discriminazioni.
Ovvero, una volta riconosciuto che il divino è l’archetipico modo di dare un senso all’esistenza (di per sé insensata, casuale e orgogliosamente meccanica ed indifferente nei nostri confronti), la società umana dovrebbe permettere ad ogni individuo di esprimere autonomamente e civilmente il proprio autonomo credo. Non solo, quindi, tramite le religioni istituite e storicamente affermate, bensì con una più democratica e pluralista libertà di espressione di sé.
Se la tua esistenza si realizza adorando un parallelepipedo di legno, carta stagnola e cavi elettrici, perché non potresti essere libero di considerarla la tua religione? Forse che la partecipazione ad un pellegrinaggio a Lourdes ha un grado di "verità" superiore, ci avvicina maggiormente al fantomatico "Senso" implicito in qualsiasi esperienza mistico-religiosa?
Se esiste un Sacro, un Valore che dà senso all’esistenza umana, per me è nella Conoscenza del Mondo. Lì si annidano i miei dei, da onorare e lodare.
Con Enantiophoenix ho elevato la mia già sostenuta (C)autostima a livelli quasi eroici. (In questo FRAngente credo di essere molto fortunato: dubito che cadrò mai in depressione per mancanza di autostima, né che proverò quella forma strisciante di malinconia che colpisce chi non si trova soddisfatto di sé stesso. In questo mi distinguo da una buona fetta della popolazione occidentale, malata di un’epidemica e continua mancanza di orgoglio personale ed amor proprio che ne fa la facile preda dei manipolatori d’opinione, dei demagoghi e dei pubblicitari). Come Eroe & Demiurgo, mi manca solamente la consacrazione da parte degli dei per accedere al Gondwanalla, il Paradiso dei Mesozoici, dove riposano i Dinosauri.
Spero di non suscitare le ire di ben più informati studiosi delle religioni... Gli dei di Gondwanalla sono simili, nella genesi, agli dei nordici che risiedono nel Valhalla: grandi condottieri ed eroi del passato elevati dal mito e dalla stima dei loro pari al rango di divinità protettive, punti di riferimento e criterio di valore (Micheli, 2004; pers. com.). Analogamente, i miei dei gondwanallici sono i Grandi della Scienza, in particolare tutto coloro che con la loro superiorità hanno espanso la Conoscenza sul Mondo. Essendo paleontologo, tutti coloro che hanno contribuito e contribuiscono alla paleontologia hanno un posto particolare nel Gondwanalla: la Dorata Sala Mesozoica.
La mia stima per Thomas Holtz, paleontologo americano esperto in Tyrannosauridi, risale ai tempi della tesi di laurea, quando stavo raccogliendo materiale utile per analizzare la filogenesi dei teropodi prossimi agli uccelli. I suoi studi sulla condizione arctometatarsale (per info, vedere su Theropoda-il blog) hanno influenzato quella tesi come pochi altri. Recentemente ho avuto alcuni scambi epistolari con Holtz, che mi ha contattato per avere una copia della descrizione di Enantiophoenix. In una delle sue risposte, oltre a congratularsi con me per l’articolo, esprimeva il piacere per il fatto che, finalmente, fosse stato pubblicato un articolo il quale mostrava una filogenesi dettagliata (ovvero con più rami distinti e non solo un cespuglio indifferenziato di linee evolutive) degli uccelli enantiorniti. In effetti, la filogenesi che propongo nel mio studio è la prima che risolva le relazioni interne di quel gruppo di teropodi tramite un’analisi cladistica completa. Come ho risposto ad Holtz, devo ammettere che tale risoluzione filogenetica è ottenuta al prezzo di avere i rami interni di quel albero relativamente deboli (ovvero suscettibili di essere modificati con nuove scoperte), una conseguenza inevitabile dell’aver voluto includere molte specie frammentarie nella filogenesi (criterio che non rinnego, anzi, che ritengo sia il più corretto... e che guida il progetto Megamatrice). Holtz, molto simpaticamente, mi ha risposto che in ogni caso, anche se debole, la mia filogenesi degli enantiorniti è un inizio, un punto di partenza dal quale poter costruire in futuro filogenesi sempre più dettagliate e robuste: esattamente ciò che si chiede ad una feconda ipotesi scientifica.
Vi chiederete quale sia il senso di questa nota personale (C)autobiografica in questo post...
Recentemente, Holtz & Rey hanno pubblicato un corposo volume divulgativo sui dinosauri. Allegato al libro, in appendice elettronica aggiornata regolarmente, Holtz ha prodotto una lista completa dei generi di dinosauri mesozoici noti. Nell’ultimissima versione, datata 1 Agosto 2008, e scaricabile in rete, è presente, ovviamente, il mio amato Enantiophoenix. Fin qui niente di eclatante: essendo un nuovo teropode, è stato incluso nella lista. Ciò che invece mi investe di orgoglio ultrazionale e di immortalità mesozoica è un dettaglio più articolato: il paragrafo sugli enantiorniti (comprendente Enantiophoenix) è strutturato filogeneticamente secondo un’ipotesi che è chiaramente quella del mio studio! Abbiamo gli enantiorniti basali, poi gli euenantiorniti, ed all’interno degli euenantiorniti tre gruppi derivati (esattamente come li propongo io), i gobipterigidi, i longipterigidi e gli avisauridi: tutti e tre i gruppi hanno al loro interno proprio i generi risultati nella mia filogenesi (più alcuni altri non inclusi nel mio studio), secondo rapporti filetici che prima del mio articolo non erano stati supposti (ad esempio, Vescornis è nei gobipterigidi, i due enantiorniti senza nome del Gansu sono nei longipterigidi, Halimornis è negli avisauridi). Insomma, Holtz ha basato la tassonomia degli enantiorniti derivati nell’appendice al suo volume proprio sulla mia filogenesi! Il fatto che uno dei paleontologi che più stimo, i cui studi hanno così inciso sulla mia formazione, ritenga i miei risultati così significativi e validi da utilizzarli in un suo lavoro è una delle più alte forme di consacrazione personale e motivo di orgoglio concepibili!
E Demiurgo liberò l’Opposta Fenice da Politomia, la Bestia dalle mille braccia irrisolvibili.
E gli Dei del Mesozoico videro che era cosa buona e giusta.
Allora Essi lo accolsero nel Gondwanalla, affinché incidesse il suo nome nel Portale della Sapienza, tra i suoi Pari e Stimati.
Ed il quinto giorno, il Demiurgo si riposò, perché aveva il Turno di Riposo, stappò una Kilkenny, due McFarland, una Guinness, un litro di Caduta ed una Scotch Silly con gli Amici, Fratelli e Coinquilini.
E tutti brindarono davanti ad una Grigliata Brixiosarda, oltre le TerreAlte, fino alla Fine dei Tempi.
Non credo (per scienza professata, studiata e divulgata) al caso:
RispondiEliminastasera stavo sfogliando la lista di Holtz per estrarne nuova nomenclatura mitologica da aggiungere ad un mio vecchio post che giace muffito da settimane in una stantìa cartella telematica.
Non credo al caso: stasera, in un eccesso di ricordi passati (cfr. Gods Of Metal 2002; chi c'era ricorderà) ho infornato l'album del gruppo citato nella "nota sonora", seppure non lo abbia più ascoltato da tempo.
Non credo al caso: aver incrociato un paleontologo con passioni mito-religiose (io, uno storico delle religioni con passioni paleontologiche).
Troppe coincidenze significative junghiane sembrano suggerire che la via che ho intrapreso è giusta (la decifrazione odierna dell'archetipo del dinos...etc etc...!)
"il divino è l’archetipico modo di dare un senso all’esistenza[...]"
"Spero di non suscitare le ire di ben più informati studiosi delle religioni..." : don't worry ;-)
"mi manca solamente la consacrazione da parte degli dei per accedere al Gondwanalla, il Paradiso dei Mesozoici, dove riposano i Dinosauri.": Il GONDWANHALLA è una PERLA!!!!(come ho potuto non averci mai pensato!?!?)
LEO, il paleo-mitologo
Bellissimo questo post!! Welcome to Gondwanalla Paradise! Quasi meglio del paradiso dei pastafarianisti!
RispondiEliminaFabio M
"Se esiste un Sacro, un Valore che dà senso all’esistenza umana, per me è nella Conoscenza del Mondo"
RispondiEliminaMi chiamo nessuno...quindi non cercherò di ribaltare le logiche ultrazionali. Credo di essere possibilista proprio in quanto...per la mia limitata conoscenza del mondo(dovuta alla condizione umana e la giovane età)non riesco a sradicare del tutto l'archetipo divino. Ovvero, la mia risposta rimarrebbe...impossibile(nessuna prova), ma anche no. Per me, la paleontologia rappresenta una fonte filosofica...un modo per trarre insegnamenti sul mondo naturale e le sue leggi. Non ho evidenze del divino, ma non riesco ancora ad escludere un qualcosa(lo chiamo Dio per convenienza; non so come classificare questo concetto....Lo reputo qualcosa di universale che va oltre la mia conoscenza)
Chiedo a voi "illuminati"
, che sicuramente vi siete fatti più seghe mentali di me!(in senso buono ovviamente!)
Leo, ne approfitto per avere un tuo parere sull'archetipo divino postulato da Jung :)
Ciao
Fabio M
@Fabio: "Leo, ne approfitto per avere un tuo parere sull'archetipo divino postulato da Jung :)"
RispondiElimina-La discussione sarebbe certamente lunga. Mi preparo e posto un articoletto agile stile-vademecum su geomythology. Però non adesso, a Ferragosto!
Non posso scrivere nulla ora d'approfondito perchè il tema è delicato e complesso.
Se per "archetipo divino" intendi la divinità, cioè la filiazione da Dio dell'archetipo stesso, non è propriamente un concetto che appartiene nè a Jung nè a Eliade (seppur da punti di vista differenti). Anche in Scholem è differente.
Se intendi l'archetipo della concezione di Dio (sia essa mistica, religiosa o culturale) nell'Uomo tout court allora sì, può essere rintracciabile in parte dello schema psicanalitico di Jung.
> Posterò un articolo su Geomyhtology come tua risposta
Leo
Per la mia opinione sulla religione, vi rimando ai miei post qui su Ultrazionale, in particolare quelli sull'Illuminazione Illuminista...
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