venerdì 18 dicembre 2009

CHI SE NE FREGA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO!

Una delle citazioni permanenti sulla barra laterale di questo blog è la seguente:

“Se davvero le persone sono buone soltanto perché temono una punizione o sperano in un premio, allora c'è davvero poca speranza per l'umanità”.
A. Einstein

Essa è uno dei miei imperativi, una delle frasi che guidano il mio agire. Non miro al bene per un premio, non evito il male per paura di essere scoperto e punito. Faccio il bene perché deve essere fatto, non per la probabile utilità che ne ricaverò (ovviamente, spesso, il bene porta anche utilità, ma ciò è un effetto, non il fine dell'azione). Non sono amico per avere qualcosa indietro, ma perché stimo quella persona e sento che merita una parte del mio tempo e delle mie attenzioni.
In questi giorni si svolge la Conferenza Internazionale di Copenhagen sui cambiamenti climatici e sulle strategie da intraprendere per arginare, contenere, minimizzare le presunte implicazioni "negative" di tale cambiamento climatico sull'economia e sulla politica mondiale.
Come tutti le tematiche controverse, quella del cambiamento climatico ha la sua schiera di sostenitori e detrattori. Esistono numerosi scettici all'ipotesi del cambiamento climatico, e numerosi scettici all'ipotesi che tale cambiamento climatico sia anche solo "arginabile" (ammesso che abbia senso questo concetto applicato alle macrodinamiche geo-climatiche mondiali).
In ogni caso, è un dato di fatto che il concetto di "crisi climatica" abbia intensificato la sensibilità verso concetti quali l'eco-sostenibilità, le energie rinnovabili, l'autosufficienza delle economie emergenti, l'economia "verde". La diffusione di tutti questi concetti è quindi un effetto della paura del cambiamento climatico.
Tutto ciò è molto meschino.
Valori positivi, volti al miglioramento in sé della nostra vita, sono riconosciuti tali solo perché alle loro spalle si erge la minaccia della "punizione climatica": "se non diventerai più eco-buono, sarai punito!".
Abbiamo il dovere di migliorare le nostre vite, di costruire società ecologicamente, economicamente ed energeticamente più "umane" e giuste. Non per paura di annegare, soffocare, bollire o seccare, ma perché è un dovere di ogni essere umano che sente di essere ben più della semplice somma delle sue esigenze contingenti.
Le buone azioni climatiche vanno fatte perché è giusto farle, non per paura. Per questo dico agli scettici ed ai sostenitori del cambiamento climatico: CHI SE NE FREGA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO!

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