giovedì 17 dicembre 2009

Paleontologia e Paleo-teologia



Tavola di Michael Skrepnick che illustra un classico sacramento paleoteologico: una caccia sociale 
La scienza si basa sulle evidenze. Senza prove (dirette o indirette) un'affermazione non ha valore scientifico. Ovviamente, un'affermazione può essere priva di prove oggi, ma avere tutte le potenzialità per averne in futuro. La fede è invece indipendente dalle evidenze. Anzi, spesso essa è dichiaratamente affermata proprio in assenza di evidenza. "Credo nonostante sia assurdo. Credo proprio perché non ho prove". Questo modo di pensare arriva all'estremo con l'affermazione di credere proprio perché l'assenza di prove costituisce La Prova. Alla radice della distinzione tra scienza e fede è un'atteggiamento nei confronti dell'assenza di evidenze. Per il ricercatore scientifico, l'assenza di evidenze non è mai una prova di evidenza di assenza. Chi può negare, in futuro, che nuove evidenze potranno confermare un'ipotesi per ora priva di prove? Ovviamente, fino al giorno in cui tali presunte prove saranno trovate, l'ipotesi resta una speculazione gratuita, una congettura. Possibile, ma non utilizzabile nel dibattito scientifico. Al contrario, l'atteggiamento del fedele è più attivo nei confronti dell'assenza di prove. In particolare, egli dispone di una scappatoia molto potente, che permette di rafforzare la fede con l'ignoranza. Ovvero, dove l'assenza di prove impedisce allo scienziato di affermare alcunché, il fedele vede un'evidenza extra-scientifica, accettabile (solo) con la fede. Il passaggio è sottile, quasi subdolo: esso sfrutta l'onestà intellettuale dello scienziato di fronte alla vastità della Natura, onestà che ammette l'attuale limite della Conoscenza, per scavalcarlo ed imporre la sua bandiera in un territorio di ignoranza. Per molti ciò appare quasi ovvio. "La Scienza non può spiegarlo" è diventato un incipit di "La Fede può spiegarlo". Eppure, tale nesso non è necessario, né ovvio. La fede è un mix di arroganza ed ingenuità. Arroganza di poter travalicare i limiti di ciò che la mente umana può raggiungere con i soli mezzi della ragione e dell'osservazione, ingenuità che tale atto sia lecito, corretto e, sopratutto meritevole di essere considerato allo stesso piano della conoscenza.
Sebbene questa distinzione tra fede e scienza spesso si discuta in ambiti quali la cosmologia (ad esempio, nel capire se e cosa ci sia aldilà dei più remoti confini spazio-temporali dell'Universo conosciuto, i quali coincidono relativisticamente con le origini del Cosmo), essa è applicabile anche in paleontologia.
La paleontologia è lo studio della vita del passato sulla base delle evidenze, prettamente fossili, ma anche geologiche e biologiche attuali. Un paleontologo scientifico ha il dovere di rimarcare sempre quali siano i limiti conoscitivi della sua disciplina. Aldilà di tali confini non siamo più nella paleontologia, perché non disponiamo di evidenza per sostenere o smentire alcuna affermazione o ipotesi. Esso è un dominio lecito per la speculazione, la fantasia, l'immaginazione, ma NON per la paleontologia. Eppure, molti saltano tranquillamente aldilà e aldiqua ti tale confine con noncuranza, forse con ingenua sconsideratezza, dimenticando che di là NON è paleontologia. E cos'è? Propongo di chiamare la zona aldilà della paleontologia che si occupa di argomentare il Tempo Profondo in assenza di evidenze come Paleoteologia.
Classiche ed abusate affermazioni paleoteologiche sono, ad esempio, il colore della pelle degli animali estinti sulla base di argomentazioni attualistiche; la socialità complessa sulla base di argomenti di "plausibilità", mescolati ad una grossolana teoria dell'evoluzione sociale. Interessante aspetto della paleoteologia è una fede sincera che la sola logica, l'analogia e l'argomentazione basata su categorie retoriche come "nicchia ecologica" siano sufficienti a sostenere la validità di un'ipotesi. Il paleoteologo non ha alcun problema ad argomentare ipotesi evolutive, comportamentali ed anatomiche sulla base della totale assenza di prove, dato che, nella sua mente, quelle prove esistono, come emanazioni necessarie di un Paleo-Logos (nessuna allusione a siti web, ma solo al Logos della teologia) che deve costruire la realtà estinta per conformarla alla realtà attuale. Ovvero: gli animali hanno un colore, quindi anche gli animali estinti avevano un colore. Le leggi che dettano il colore attuale sono anche le leggi che dettano il colore estinto. Quindi il colore degli animali estinti è deducibile. Gli animali hanno un comportamento, quindi anche gli animali estinti avevano un comportamento. Le leggi che dettano il comportamento attuale sono anche le leggi che dettano il comportamento estinto. Quindi il comportamento degli animali estinti è deducibile. Badate bene che queste affermazioni sono assolutamente lecite (si tratta di un approccio attualistico, tipico delle scienze storiche come la geologia), ma solo se utilizzate per NEGARE eventuali scenari, non per AFFERMARNE altri. L'attualismo ci porta a negare che i dinosauri fossero fatti di metallo, comunicassero telepaticamente, o sputassero fiamme, NON ci porta però ad affermare che avessero la pelle rossa maculata (o qualsiasi altro manto particolare), cacciassero in branchi organizzati, cantassero durante la stagione degli amori, ecc... Queste ultime affermazioni ed argomentazioni sono speculazioni paleoteologiche. Esattamente come la teologia ha tutto il diritto di argomentare le sue tematiche, ma nondimeno deve essere sempre separata e distinta dalla scienza, così la paleoteologia ha tutto il diritto di argomentare le sue tematiche, ma nondimeno deve sempre essere separata e distinta dalla paleontologia.

Personalmente, non mi interessa la paleoteologia. La paleontologia è sufficientemente ricca e appassionante per colmare tutte le mie esigenze di conoscenza del Tempo Profondo. Inoltre, trovo che la confusione presente in molti, incapaci di separare paleontologia da paleoteologia, sia dannosa alla paleontologia. Ovviamente, io ho un naturale scetticismo e inclinazione empirista e non sono mai stato una persona molto religiosa (nel senso neutro del termine), quindi probabilmente non ho un'inclinazione (paleo)teologica. Tuttavia, a giudicare dall'accanimento con cui molti discutono prima di tutto di paleoteologia e poco di paleontologia, temo di appartenere ad una minoranza.

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