La storia narrata all’inizio del primo libro della Bibbia è arcinota.
Riassumendo brevemente gli eventi narrati:
In Principio, l’Unico Dio crea il Mondo.
Dio crea l’uomo e la donna, e li pone in un Giardino di Delizie nel quale possono fare tutto ciò che vogliono, tranne mangiare dall’Albero della Conoscenza del Bene e del Male.
Il serpente seduce la donna, dicendole che Dio proibisce di mangiare dall’Albero della Conoscenza del Bene e del Male per timore che, così facendo, l’uomo possa diventare come Lui.
L’uomo, indotto dalla donna, mangia dall’Albero della Conoscenza del Bene e del Male. I loro occhi si aprono: essi scoprono di essere nudi e perciò ne hanno vergogna.
Dio punisce l’uomo e la donna, scacciandoli dal Giardino di Delizie. Dal quel momento in poi, la vita dell’uomo sarà di fatica, sofferenza e morte.
Questa storia può essere valutata in due modi reciprocamente esclusivi.
Primo: essa è letteralmente vera.
Secondo: essa non è letteralmente vera.
Nel primo caso, sostenuto dai fondamentalisti cristiani (creazionisti), essa va presa come una fedele descrizione di eventi passati.
Nel secondo caso, essa è una favola metaforica, costruita per trasmettere un messaggio: ovvero, ha un significato da interpretare. Inutile dire che io accetto la seconda valutazione.
Spero che la stragrande maggioranza di coloro che hanno sentito questa storia la pensi come me. A loro va il seguito di questo post.
Come interpretare la storia narrata sopra? Se, ripeto, questa storia ha un significato celato dietro gli eventi narrati, come determinarlo?
Partiamo da ciò che è scritto.
L’assioma di partenza è che il Mondo ha un Creatore. Questi, per come è impostata la storia, è esterno e distinto dal Mondo che crea. La sua esistenza pertanto può essere conosciuta solo tramite una Rivelazione, un processo che dal Creatore va alla Creatura. Questo assioma, pertanto, non è conoscibile tramite un’indagine (cioè un processo che dalla Creatura va al Creatore) ma solamente accettato per fede.
Come è giunta a noi questa Rivelazione? Tramite un testo sacro, tramandato ed interpretato da individui particolari detentori del ruolo di intermediari tra il Creatore e l’uomo, chiamati sacerdoti. Pertanto, per tutti coloro che non sono sacerdoti la credenza nella verità dell’assioma, ed in particolare nell’esistenza di Dio, si riconduce alla credenza nelle parole dei sacerdoti.
A questo punto, sono possibili due valutazioni reciprocamente esclusive delle parole dei sacerdoti:
Primo: i sacerdoti dicono la verità sull’esistenza di Dio.
Secondo: i sacerdoti non dicono la verità sull’esistenza di Dio.
Nel primo caso siete dei credenti, nel secondo caso dei non credenti. Inutile dire che io accetto la seconda valutazione.
Se anche voi siete di questa idea, e non ritenete letteralmente vera la storia della Genesi, bensì la ritenete un’opera di propaganda sacerdotale, come interpretate il loro testo? L’ipotesi più plausibile in questo caso è che Dio sia una rappresentazione simbolica del potere sacerdotale. Ovvero, Dio è niente altro che una rappresentazione idealizzata del sacerdote. In effetti, il Dio biblico è palesemente costruito ad immagine e somiglianza del sacerdote: è maschile, paternalista, misogino ed ossessionato dalle proibizioni, dai divieti e dal rispetto di formalismi rituali e meccanici finalizzati all’esaltazione del suo potere (sacrifici, offerte e preghiere).
Sostituiamo “Dio” con “Sacerdote” e, di conseguenza, riscriviamo la storia narrata sopra adattando le metafore alla realtà:
In principio, l’Unica Casta Sacerdotale governa la Società.
Il Sacerdote addomestica gli uomini, inculcando in loro una Superstizione Consolatoria nella quale è esaltato tutto ciò che li illude (gloria ed immortalità per i deboli, punizione finale dei torti ricevuti, fine del dolore e della fatica intrinseche nell’esistenza reale), al fine di mantenerli mansueti verso il Sacerdote: per far ciò, egli rende la Conoscenza della Realtà un tabù proibito.
Il pensiero critico, con le sue conquiste, seduce l’umanità, dicendole che il Sacerdote proibisce di cercare la Conoscenza della Realtà per timore che così facendo, l’uomo possa liberarsi da Lui.
L’uomo trasgredisce al tabù e ricerca la Conoscenza della Realtà. Le menti umane si aprono: esse scoprono di essere state ingannate e sottomesse dalla Superstizione.
Gli uomini illuminati scacciano il Sacerdote, ed abbandonano la Superstizione Consolatoria. Da quel momento in poi, il cammino verso la Conoscenza sarà faticoso e sofferto, ma perlomeno non-Illusorio.
Ora tutto appare più chiaro (ed in questo sta il senso della frase “i loro occhi si aprirono”).
Ho sempre trovato terribile la scena del Peccato Originale, nella quale appare evidente come il Dio biblico crei un uomo stupido ed ignorante, lo collochi volutamente dentro un giardino (recinto? gabbia?) dove (forse) è felice e appagato (come un animale all’ingrasso) ma al prezzo di essere ignorante e schiavo, ma poi lo punisca per l’eternità, solamente perché ha osato aprire gli occhi che Egli stesso gli aveva tenuto chiusi.
I sacerdoti (i creatori di quella storia) pertanto hanno manifestato nella storia della Genesi il loro programma di dominio sull’uomo non-sacerdote tramite la perpetuazione della superstizione e dell’ignoranza. Evidentemente, contavano così tanto sulla riuscita del loro programma (al quale evidentemente davano/danno un valore positivo e salvifico sulla massa “semplice ed ignorante”, oltre che di potere per loro) da non pensare che fosse necessaria una maggiore censura delle loro intenzioni. Sicuri che l’umanità si sarebbe sempre più addomesticata nel loro fittizio Eden di Miti, Favole e Lusinghe Oltremondane, non ritennero plausibile che un giorno qualcuno (e siamo sempre di più) avrebbe aperto gli occhi ed alzato la testa quanto basta per ribellarsi alla schiavitù del Giardino della Superstizione, rileggere quel testo e scovarne il reale significato.
Quoto ogni parola.
RispondiEliminaIo ho sempre considerato la Bibbia alla stregua dell'Iliade: un modello di vita per le generazioni future. Personalissima opinione è che entrambi questi modelli non siano più validi; quelli Omerici perchè la società si evolve, quelli Biblici perchè, come dice Andrea, incarnano il fenomeno del "padre padrone" che sembra essere alla base dei ragionamenti degli italiani quando vanno a votare; un'entità o persona che dice, solennemente "tranquilli, voi non preoccupatevi di niente: penso a tutto io!".
Io rispetto il vero credente, il fedele; ma spero per lui che un giorno "apra gli occhi", e inizi a vedere. Se non altro per il suo bene.