La lista di domande è infinita.
martedì 29 aprile 2008
Il potere
La lista di domande è infinita.
Homo sapiens (ricetta originale)
Ingredienti:
Una stella di tipo G, ancora nella sequenza principale. Un pianeta con asse di rotazione inclinato di una ventina di gradi sull’eclittica, geodinamicamente attivo e con una crosta solida. Acqua in abbondanza. Una manciata scarsa di asteroidi di media grandezza (evitate le comete, tendono a lasciare il piatto troppo umido). Un pesce polmonato con attitudine alle acque basse e limacciose (non usate Eusthenopteron o Acanthostega, troppo derivati).
Tempo di cottura:
350 milioni di anni.
Ricetta:
Togliete il pesce dall’acqua. Ripulitelo bene, sollevatelo in modo che sia tetrapode quanto basta, tirategli il collo (che avete precedentemente formato), togliete lepidotrichi e linea laterale, farcitelo con una fecondazione interna ed annessi embrionali. Tenetelo in umido una settantina di milioni di anni (possibilmente in un forno alimentato a carbonifero).
Allontanate il pesce dalle fascia equatoriale e portatelo in glaciazione per una trentina di milioni di anni. Aprite una finestra sul cranio e stendete la muscolatura del dorso, in modo che smetta di muoversi come un pesce fuor d’acqua. Eliminate le ossa della mandibola in eccesso, riducete la taglia e insaporitelo con un ricoprimento pilifero.
Prendete il pesce e mettetelo a riposare in ombra per circa duecento milioni di anni. Nel frattempo, godetevi il paesaggio.
Quando vedrete che il pesce ha smesso di fare uova, prendete un asteroide e scagliatelo sulla teglia. Attendete che l’asteroide abbia rosolato bene il resto della teglia, ripulitela da penne e scaglie in eccesso e ripassate il pesce nel microonde con una buona dose di radiazioni adattative.
Prendete il pesce e guarnitelo con qualche ramo. Appena il pesce avrà fatto una presa opponibile con i rami, farcitelo con frutta e foglie. Lasciate il tutto rampicare per una cinquantina di milioni di anni. Dopodiché, togliete rami e foglie, stendete il pesce al suolo, sollevatelo in verticale e fatelo seccare all’aperto. Nel frattempo, ripulitelo dal pelo in eccesso e farcite il cranio con cervella e frattaglie mentali assortite.
Prendete il pesce e istruitelo a sufficienza. Non è necessario farlo con spezie pregiate (arte, miti e filosofia), anche una buona dose di calcio e politica andranno bene ai nostri scopi. Bettezzatelo e dategli un obiettivo. Non appena l’obiettivo avrà fatto la crosta, sopprimete il pesce con la sua stessa tecnologia e seppellitelo con un rito funebre, senza fossilizzarlo.
Il piatto va servito caldo, appena soppresso, così che il ricordo della sua evoluzione dia un pizzico di gusto in più ad un’esistenza troppo spesso sottovalutata.
Buon appetito!
lunedì 28 aprile 2008
Errati miti evoluzionistici (EME)
Temo che in pochissimi dei lettori di quella pagina avranno storto il naso come ho fatto io. La frase esprime un classico mito distorto sull'evoluzione. Invece di vedere nell'immutabilità da milioni di anni l'evidenza che Nautilus è perfettamente adattato al suo ambiente (infatti, perché modificare se si è perfetti?), l'articolo solleva un paradosso che non esiste: l'idea cioè che siccome gli esseri aventi la stessa forma da milioni di anni sono preistorici, allora sono primitivi, quindi imperfetti, ovvero inadatti. Purtroppo, questa è la visione dell'evoluzione presente nella maggioranza di quelli che si accostano al problema (i quali, purtroppo, sono comunque una minoranza delle persone pensanti... le quali... beh...).
"Siete sicuri di essere proprio tu?"... "Noi non siamo sicuro"
http://www.nature.com/neuro/journal/v11/n5/abs/nn.2112.html;jsessionid=E31421F61D1DD6BD47E3A494453B2AE9
In pratica, prenderemmo le decisioni prima di renderci conto di ciò. Ovvero, la crosta superficiale che consideriamo la totalità (l'Io? O il presunto tale che si autodefinisce tale) spesso riceve l'informazione che il resto del cervello ha scelto cosa fare dopo che quella scelta è stata presa.
Libero arbitrio... l'ennesima favola consolatoria.
Post post-moderno
La Storia è la mia passione. Quella Naturale sopratutto, ma anche quel suo ramo lamarkiano che chiamiamo Civiltà Umana (letteralmente, “l’abitare in città dei fatti-con-la-terra”).
Il mio occhio paleontologicamente allenato al Tempo Profondo ed alle umane vicende passate guarda l’oggi con grande preoccupazione. Preoccupazione per i miei cari, non certo per la totalità dei miei conspecifici. Non sono ipocrita: come quasi tutti gli altri membri di Homo sapiens, anche per me l’umanità si esprime innanzitutto verso i propri cari (l’archetipica comunità ominide, la tribù, quella manciata di decine di esseri umani coi quali si sviluppa una relazione biunivoca di conoscenza profonda), poi, meno intensamente, verso coloro che rientrano nella sfera di azioni e reazioni della nostra tribù (i concittadini, al più i connazionali), e poi, forse, verso gli altri seimila milioni.
La mia preoccupazione è motivata dai chiari segnali (per chi sa leggerli) della transizione in atto. La Storia non sarà così ciclica come molti credono, non sarà deterministica come altri sperano, ma sicuramente non è un caos totalmente indeterminabile, bensì, è simile ad un fiume del quale non possiamo conoscere la posizione della foce, ma nondimento intuiamo che segua l’orografia che lo sostiene, ed il letto che si sta scavando.
Le dinamiche ipercomplesse sono tutte accomunate dalla fragilità, dall’entropia. La stabilità e l’ordine, così come la bellezza, sono fortemente vincolate a condizioni rare e dispendiose. Temo che l’attuale tendenza della civiltà sia verso la rottura del sistema esistente. Il sistema mondiale umano è ipercomplesso, fragile, dispendioso, iperspecializzato, ma sopratutto, ortogenetico. Cosa vuol dire l’ultima parola? Che segue un cammino predeterminato dalla propria crescita, un processo di sempre maggiore incanalamento in un budello sempre meno flessibile e sempre più stretto. Espansione demografica, espansione dei consumi, intensificazione delle disparità (e quindi aumento del gradiente di conflittualità), dilagare dei flussi migratori, invecchiamento delle popolazioni potenti e consumiste (quindi indebolimento e deficit nel ricambio generazionale) si accompagnano ad una non equivalente espansione delle risorse e degli spazi (fisici e mentali). I sistemi democratici, troppo vincolati alle sensazioni viscerali (alla paura, alla miopia storica, alla soddisfazione dell’immediato), sembrano tendere ad una nuova fase di declino, tutto a vantaggio del totalitarismo. Un totalitarismo soft, orwelliano, divenuto consapevole, al pari di un parassita intelligente, di trarre più vantaggi dalla demagogica accondiscendenza della massa che dal suo sfruttamento diretto.
Cosa accadrà? Prevedere è difficile e vano. Forse che nel 1908 qualcuno avrebbe potuto dire come sarebbe stato il mondo dieci anni dopo? Eppure, in quel decennio si sarebbe assistito alla fine di interi imperi, ad una guerra mondiale, a milioni di morti e all’embrione dei due maggiori sistemi totalitari del secolo. Oggi, ad un secolo di distanza, abbiamo triplicato la popolazione, consumato più che in tutti i secoli precedenti, annullato le distanze (e quindi anche le probabilità di trovare un eventuale rifugio) e, forse, innescato un processo irreversibile di trasformazione ecosistemica (non dico crisi perché alla scala evolutiva, quella vera degli ecosistemi, anche la più disastrosa delle azioni umane verrà riassorbita come una ferita passeggera).
Ciò che rende l’attuale (imminente?) crisi umana più terribile delle precedenti, è che ora il gradino dal quale potremmo essere costretti a scendere potrebbe essere molto più alto delle nostre capacità di sopportare la caduta. Mai, prima di oggi, le società sono state così dipendenti dalle proprie creazioni, dalla tecnologia e dalle risorse che le fanno funzionare. La crisi dell’Impero Romano non provocò un arretramento tale da risultare insostenibile per i popoli che la vissero. Forse, oggi potremmo assistere ad una crisi di portata equivalente a quella che avrebbe potuto colpire la tarda romanità se, invece di passare al Medioevo, fosse regredita al Mesolitico.
Io mi sto preparando al domani, nel mio piccolo, in base a ciò che ritengo sia prioritario. Forse mi sbaglio (nel bene: non accadrà alcunché di grave, oppure nel male: non azzeccando ciò che sarà realmente prioritario), ma preadattarsi è sicuramente più saggio di ciò che fa la stragrande maggioranza che vedo scorrere attorno a me ogni giorno: la godereccia, futile ed insensata cecità di fronte alla fragilità e transitorietà del sistema nel quale siamo immersi.
giovedì 24 aprile 2008
Orgasmo vaginale (forse)
mercoledì 23 aprile 2008
Nuovo sondaggio... i capisaldi della Civiltà
La schiavitù
La pornografia
Il sacerdozio
La riforma Moratti
La cladistica
Il matrimonio
Lo sport
Il computer
Il sesso a pagamento
Il sistema decimale
L'usura
Il bidet
La palla da rugby
La tavola periodica degli elementi
Le leggi della pezza
Il gioco d'azzardo
Il motore a scoppio
Le armi nucleari
La confessione
I cimiteri
Il dialetto bresciano
La pizza
La canna
Il preservativo
I vaccini
La polvere da sparo
La musica metal
La geometria non euclidea
La bestemmia
Il diritto di veto all'ONU
Gli alcolici
Un anno di post
Ho provato a cercare un riscontro tra la mia produzione in post come Demiurgo e l'esistenza reale, ma l'unico dato plausibile che noto è il calo estivo dovuto alla muttificazione e all'intensa consumazione... Il picco a gennaio non so valutarlo, mentre il lieve calo in febbraio-marzo può essere dovuto alla nascita di Theropoda (http://theropoda.blogspot.com/) che ha dirottato energie mentali verso oggetti più meritevoli...
sabato 19 aprile 2008
Francesco Le Moli (1943-2008)
venerdì 18 aprile 2008
(C)autocritica passata e Psicoanalisi recente (di altri): L'Indice di Inzerbinamento
Potete leggerne una versione divulgativa su:
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Sindrome_da_zerbino.La diagnosi consta di 9 caratteristiche, sulla base delle quali si può stilare un grado di inzerbinamento del soggetto.
Voglio essere onesto fino in fondo: Curz ha ragione: alla fine della mia storia con Irina ero zerbinato, per la precisione, ero diventato zerbino di grado 3 (il massimo è 9... ed infatti l'ho lasciata perché il lato ultrazionale non avrebbe sopportato oltre... vedere post sulla guerra Visceralia vs Razionalia)... quando mi sono accorto di aver la faccia da pirla ho piantato tutto.
Brutta sindrome, sopratutto per quelli con forte (C)autostima: difatti, essa genera un conflitto interiore frustrantissimo che si trascina ben più in là della fase di zerbino vero e proprio. (A quanto ne so dall'osservazione degli amici inzerbinati di ieri e oggi, i veri zerbini - quelli patologici- non sono affetti da frustrazione e da conflitto interno, ma si auto-intortano beatamente nel loro ruolo di tappeti).
In un modo o nell'altro (e con gradi diversi), credo che tutti finiamo con l'inzerbinarci con le donne: probabilmente è fisiologico, è evolutivamente predeterminato. Quindi, tralasciando i casi previsti dalla natura umana, analizziamo le patologie.
Ciò che distingue un uomo temporaneamente inzerbinato da uno zerbino cronico è il grado e la durata dell'inzerbinamento. Io sono arrivato ad essere per un mese di grado 3 prima di incazzarmi e scoppiare, ma so di altri che lo sono stati per decine di mesi o anni (o lo sono ancora) ed in grado 5, o persino 7, spesso in una condizione di inebetiti inconsapevoli di essere tappetini!
Come cacchio fanno?
Dato che l'unica terapia non invasiva è la legge di Thais, e dato che gli unici fornitori delle legge di Thais sono gli amici, è evidente che l'inzerbinamento è auto-alimentante e quindi canceroso: infatti, dato che lo zerbino riduce (o annulla) il proprio contatto con gli amici, inzerbinandosi si preclude l'assunzione dell'unica terapia allo zerbino.
Ognuno ne tragga l'utile.
mercoledì 16 aprile 2008
Parodia d'alto livello del Signore degli Anelli
http://www.youtube.com/watch?v=vJzzTtUc
lunedì 14 aprile 2008
ELEZIONI ULTRAZIONALI 2008 - I RISULTATI
AUTOSCAZZO: 31%
BERLUSCONI: 9%
VELTRONI: 9%
NESSUNO:6%
IL FIUME:6%
IL FRANGENTE:3%
Si prevede una Grande Coalizione tra la Mafia e l'Autoscazzo?
venerdì 11 aprile 2008
Week end di revisione
Enantiornitamente abelisauroide, il vostro demiurgo.
Brother Kause - Biostratigraphical division
Ti stimo!
Ecco uno stralcio della discussione... (Ireneo splendidus!)
Prosciutti di El Coragius
Ieri sera sono stato a Langhirano. Non per prosciutti, ma perché Vale del Pueblo mi ha proposto di andare con lei ed altri ad un incontro pseudo-culturale nel quale Fabio Volo (se non sai chi è cerca su Google...) presentava il/parlava del suo ultimo libro.
Non ho mai letto alcun libro del Fabio Volo, quindi non parlerò della sua letteratura. Parlerò di quello che ho visto e sentito ieri sera.
Innanzitutto, per noi pueblici, Fabio Volo è sopratutto (solo?) El Coragius!
http://www.youtube.com/watch?v=-_nq5c6SqgQ.Quello che ho visto ieri sera è stato un palazzetto dello sport stracolmo sopratutto di donne (stimo un rapporto uomini-donne di 1-3). Non ho idea di cosa siano i libri d’El Coragius, anche se dalle domande (sopratutto vetero-adolescenziali) che gli sono state rivolte, deve essere un genere contingento-sentimentale. Parla di rapporti uomo-donna, di sentimenti (o simil-sentimenti) nel qual ambito El Coragius deve essere bravo a pontificare pseudo-verità generalizzate verso le quali certe lettrici si immedesimano profondamente. Sia chiaro, a me El Coragius sta molto simpatico, e ieri sera è stato (in certi punti) molto divertente. Tuttavia, mi è sembrato, nelle parti in cui ha pontificato la sua verità, terribilmente scontato e pacchiano. La facilità con cui ha saputo strappare applausi sulla base di esternazioni di populismo-qualunquismo e di sentimentalismo trentenne è stata abbacinante (e denota non tanto la scontatezza-banalità delle sue parole, quanto la banalità emotiva di chi applaudiva al primo accenno di immedesimazione con quei discorsi). Non per offendere la sensibilità di chi si è immedesimato nelle parole d’EL Coragius, ma sa molto di prodotto sapientemente costruito per accattivare (vendere) il più possibile. In effetti, se vuoi vendere libri, cosa c’è di meglio che produrre un romanzo che parla di problemi sentimentali tra giovani uomini e donne? Ripeto, non c’è niente di male nel far ciò, anzi, si tratta di una sapiente opera di sfruttamento di un’enorme risorsa (l’esercito delle giovani lettrici adolescenzial-paranoiche) attingendo ad una fonte facile e commerciale (i sentimenti e le emotività viscerali attualizzate con una trama popolare).
Questa, almeno in me, è stata l’impressione basandomi sulle domande-risposte sentite a proposito dei libri d’El Coragius.
Le perle di saggezza, in ogni caso, si potevano tralasciare. Erano troppo scontate. Non si può riempire un palazzetto dello sport (ok, l’ingresso era gratis) per ascoltare certe esternazioni pontificate come “verità”.
Difatti, ho trovato molto più sensata la barzelletta finale su Gesù Cristo e le M&M’s... (non era così blasfema come molti avranno pensato...) che le contorte affermazioni sul rapporto donna-amore.
mercoledì 9 aprile 2008
Colpi di coda invernali
I prescelti
martedì 8 aprile 2008
Photoshoppata di ieri sera
martedì 1 aprile 2008
Pensiero alcolemicico del primo aprile
Sono le 3 e 07 del primo aprile 2008*. scirvo di getto e sono ubriaco. non so se ricorrreggerò gli errori ortografici e sintatticvi. Dabnnatyi tasti che son troppo piccoli per le mie dite ammorbate dall’alcool. Colpa di uigliam che mi ha offerto una birra rossa in più... gratis, come rifiutarla? Sommata alla Ceres Stout fa una mediocre ubriachezza insonne. Son tornato a casa... Cla non si è fatto sentire... e ha tutti i motivi: io gli ho risposto tre ore dopo il suo messaggio, ma non l’homfatto apposta... mi sono addormentato sul divano davanti a Santoro e Casini e Franceschini e i giovanbi precari che parlavano di “politica”. All’ailemmer c’erano il Merlo, il Ferro e Ambra. Ambra ha fatto la felide morta ma poi se n’è andata dal suo ominide col nome mediorientale e l’habitus fighetto. Almeno espletasse la sua interpretazione (giusta) che io avrei bisogno di una donna... cazzo, siamo in primavera, chi non ne avrebbe bisogno? Oh, almeno presentami qualche tua amica... James Joyce mi sta salutando.
Nota posuitiva. All’ailammer c’era una amica che non vedevo da tanto (cice, ex collega in fabbrica), un’emmeggioide pazza che ha tanti punti. Ci siamo dati appunatmnyto per una cena di ex-colleghi. ma il mio proposito è di uscire una sera solo con lei. Ah, Puma: stasera credo di aver fatto mezzo punto nella gara. Tu sai di cosa parlo. ed ora dormi a 10 metri da qui. Sono le 3.16 del primo aprile duemila otto dell’era volgare (dopo cristo per chi crede alla sua storicità... io sono scettico in proprosito)... ovviamente i “benpesnati” avrenno da sputtanarmi su questo posty palesemente uibriavcpo... ubriaco. Ma io rispondo: andatevene tutti feliemente a fare in culo.
Mesozoico!
Ora vado a nanna
Sto ridendo... spero che la vale non si svegli, sennò fa come quella volta che io, il Puma e He-Lemm ubruachi ci siam messi a discutere davabnti alla prorta del bagno (che sta davanti alla stanza deella Vale) e l’abbiamo sveglaita... Che ridedre: “Andate in cucina!” aveva detto lei. e alex ubriaco che le rideva dietro. povera vale, che aveva tutti i diritti di dormire...
Mesozoico alcolico.
Fanculo... cazzo, non starà mica partendo una basa triste? Correre ai ripari.
Saluto l’amica anonima (per non sputtanarla) che domenica pomeriggio mi ha mostrato il suo vibratore a batteria da ottanta (80!!!) euro! Ti stimo per la disinvoltura forse un pò esibizionista con la quale mi hai fatto vedere quel pezzo di plastica viola e trasparente a forma di pene eretto esagerato col quale ti trastulli quando non hai materia prima in giro. Dio benedica l’umanità disincantata e disinibita che ama gioire in tutti i modi possibili.
Basta. Vado a nanna davvero.
Domattina (che poi è oggi), presumo, cerchio alla testa come accade a Elki nel quinto (sesto?) capitolo. Una corona di ferro effonderà dal mio sangue...
Geims Giois e Budda coesi e connessi in una sola struttura. Io e me, noi, il vecchio, il giovane ed il fantasmino.
Amen
* In realtà il testo è stato scritto a quell'ora ma pubblicato alle 10...