lunedì 4 febbraio 2008

Le Battaglie degli Dei e gli Imperi dei Mortali

Epica e Paleontologia... c’è qualcosa di più esaltante per un uomo? Il richiamo della Grandezza non può essere udito da tutti...

Un archetipo letterario, quasi una sinapomorfia dell’epica, mette in correlazione le ascese e cadute delle vite mortali, sia quelle individuali che quelle di interi imperi, con le lotte e le battaglie che gli immortali svolgono tra loro nei cieli. L’Iliade, fondamento letterario dell’Occidente, dice proprio ciò.

Come sempre accade con le maggiori produzioni letterarie umane, esiste un fondo di verità in queste storie. Sebbene romanzate ed antropomorfizzate, le epiche battaglie degli immortali celesti sono reali, ed i loro effetti sulla Terra dei mortali sono grandiosi e terribili come le forze che li hanno generati.

L’ipotesi che afferma che per abbattere il più glorioso di tutti gli Imperi della Storia sia stato necessario scagliare una stella sulla Terra è nota e ampiamente dibattuta. Ma non è della Caduta del Mesozoico che parlerò oggi, bensì di un altro grande evento della Storia Naturale. Un evento apparentemente meno grandioso e drammatico, sicuramente meno noto ai più, eppure egualmente epico ed importante. Il Grande Evento di Biodiversificazione Ordoviciana (l’acronimo inglese è GOBE) rappresenta il più intenso episodio di diversificazione nelle specie di invertebrati marini di tutta l’Era Paleozoica. Esso si verificò 470 milioni di anni fa: in quel periodo, la vita era esclusivamente marina, e si stava diversificando dopo la prima grande esplosione delle disparità anatomica animale, avvenuta 70 milioni di anni prima nel Cambriano. Con il GOBE si assiste ad un’impennata del numero di nuove specie, nonché ad un elevato tasso di estinzioni più o meno locali. Qualsiasi cosa abbia scatenato il GOBE, sia biologica che ambientale, non si ripresentò più con una simile esuberanza, imprimendo una rotta irreversibile all’evoluzione marina invertebrata.

Ora, dove va a parare il mio discorso? Siamo partiti con gli dei del cielo e siamo finiti alle modeste conchiglie e carapaci di mortali creature dei mari. Per giunta fossilizzate.

L’equivalente astronomico dei fossili sono i meteoriti. Essi cadono incessantemente sulla Terra, con un’abbondanza inversamente proporzionale alle loro dimensioni. Il 20% dei meteoriti che cade sulla terra appartiene ad una categoria chiamata condriti L. La maggioranza di queste condriti ha un’età di formazione misurata con metodi radiometrici sui 450-500 milioni di anni, e si presume che sia stata disseminata nel Sistema Solare a seguito di uno stesso evento catastrofico (probabilmente lo scontro tra due pianetini) avvenuto in quel periodo nella Fascia degli Asteroidi. Secondo gli astronomi, l’evento di disgregazione asteroidale avvenuto in quel periodo fu il maggiore documentato degli ultimi 2 miliardi di anni.

La coincidenza dell’età di formazione dei condriti L che cadono attualmente sulla Terra (450-500 milioni di anni) con l’età del GOBE (470 milioni di anni), implica una qualche correlazione. Difatti, se si analizzano i sedimenti risalenti al GOBE, oltre ai fossili si nota un’abbondante concentrazione di condriti di tipo L. L’abbondanza è di alcuni ordini di grandezza superiore a quella media degli altri strati, ed indica che il tasso di caduta dei meteoriti condritici in quel periodo fosse molto più elevato rispetto alla media. Ciò è in accordo col modello catastrofico sull’origine delle condriti L: la grande maggioranza dei frammenti dell’asteroide madre disgregatosi dovette raggiungere la Terra nei primi milioni di anni successivi all’evento di disgregazione. Assieme all’aumento dei condriti L, è probabile che anche il tasso di caduta di frammenti di dimensioni medio-grandi sia aumentato in maniera analoga. Pertanto, è probabile che per una decina di milioni di anni dopo la disgregazione dell’asteroide madre, la Terra abbia subito un (relativamente) intenso bombardamento di asteroidi di piccola e media taglia. A differenza dell’impatto catastrofico di un unico oggetto gigante (con un diametro di almeno 5-10 km) che sconvolge l’intero pianeta e produce massicce estinzioni globali, un flusso costante e (relativamente) intenso di corpi minori può aver agito da perturbatore ecosistemico, distruggendo causalmente regioni limitate, alterando ambienti locali, creando le condizioni per nuove espansioni e colonizzazioni di zone “rese vergini” per immigrati da aree non colpite. Tutto ciò è in accordo con il modello del disturbo moderato teorizzato in ecologia, e può essere una delle cause del GOBE.

La coincidenza del più intenso episodio di diversificazione biologica paleozoica con quello di maggiore frammentazione asteroidale degli ultimi 2 miliardi di anni esiste, quindi, a meno di non voler negare l’evidenza (o di vedere nell’espansione dei brachiopodi marini la causa della distruzione di un asteroide...), non possiamo far altro che ammettere che, rivisti in chiave naturalistica, gli epici scontri tra le Potenze Celesti hanno veramente influenzano la vita dei mortali sulla Terra.

Bibliografia: Schmitz et al., 2008. Asteroid breakup linked to the Great Ordovician Biodiversification Event. Nature Geoscience 1, 49-53.

2 commenti:

  1. Se citi Mountains, la canzone più epica di sempre, non posso che commuovermi!

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  2. Commozione cerebrale...

    "Greatness waits for those who try!"

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