Domenica mattina... (ieri):
Mentre la mia cara Megamatrice lavora, monopolizzando la RAM, ne approfitto per scrivere una serie di pensieri che ho elaborato in questi pochi giorni che mi separano dal mio XXX (hard core movie?) genetliaco. Purtroppo, non posso negarlo, nella mia mente una famiglia di concetti e valutazioni sta monopolizzando lo spazio di memoria al pari della Megamatrice nel PC... è quindi buona cosa tradurla in un discorso scritto, più o meno coerente. Non è detto che non ne venga fuori qualcosa di utile.
Non è un caso se sia Siddhārtha Gautama (il Buddha) che Joshua il Nazareno (il Cristo) ebbero le loro personali svolte interiori, ed intrapresero le vie della meditazione, prima, e della predicazione, poi, quando raggiunsero i trent’anni. Come detto altrove, molti dei più grandi pensatori della Storia produssero le loro massime elaborazioni attorno al trentesimo anno di vita. Esso è probabilmente un momento cardine dell’esistenza umana, probabilmente perché, primitivamente, doveva essere l’apice della maturità e l’inizio della vecchiaia. Fortunatamente, abbiamo conseguito mezzi tali da ritardare il declino fisico di almeno 20 - 30 anni, tuttavia, è probabile che nella mente umana, la soglia del trentesimo anno rimanga il momento in cui la sommatoria di esperienze e conoscenza superano una massa critica e producono una personalità matura (o presunta tale). In particolare, gli ultimi residui dell’adolescenza vengono completamente dissolti, così come si conclude l’inesorabile estinzione di molte favole ormonali che nei due decenni precedenti avevano giocato un ruolo predominante nell’elaborazione del pensiero. Se mi fermo a comparare il mio modo di pensare e sentire attuale con quello di 5 anni fa, il contrasto è enorme.
Facciamo una carrellata di questi pensieri.
Prossimi ai 30 anni, molti (sopratutto donne, ma non tutte, e non solo loro) tra quelli che non avevano ancora soddisfatto l’ultimo e più potente degli istinti (la procreazione) ne vengono soprafatti. Ciò è stupefacente, perché è uno spettacolo comico ed al tempo stesso terribile: per quanto una persona si sforzi di dichiararsi libera ed autonoma nelle scelte e decisioni, essa resterà sempre e comunque schiava dei programmi genetici che l’hanno assemblata. (Questo discorso è blasfemia e bestemmia per tutti i miopi e gli idealisti... e diventa tabù e insulto per i miopi e gli idealisti che stanno attraversando quella fase... Ma è così che funziona il mondo materiale ed organico dal quale trae origine l’essere umano: che piaccia o no, saperlo o negarlo non influisce minimamente sulla sua esistenza. Ma è una blasfemia solo perché essi, i miopi, non capiscono la neutralità del concetto di macchina biologica, né la flessibilità della schiavitù genetica: essi temono che ammettendo la nostra natura biofisica saranno gettati nel vuoto del meccanicismo e del materialismo, dove le loro consolanti favole - l’anima, la libero arbitrio, la coscienza, l’amore... - non hanno alcuna consistenza). Per mia fortuna, l’istinto procreativo in me è ancora sopito, e mi auguro che emerga il più tardi possibile (così da sperare di dominarlo, o almeno, di accettarlo razionalmente). La creazione di un nuovo esemplare di Homo sapiens è un atto già fin troppo diffuso sulla crosta terrestre per essere minimamente significante. Inoltre, l’idea che generare una semi-copia ibridata di me (a mia volta, una semi-copia ibridata di altre due persone...) sia un valore è assurdamente ridicola: oltre che una megalomane forma di presunzione e vanità, essa è anche ottusamente egoistica all’ennesima potenza. Sia benedetta l’evoluzione che mi impone di trovare un’altra persona (consenziente) per poter sperare di realizzare una discendenza: ciò mi frena (evviva!) dal provare a figliare, perché aumenta esponenzialmente la difficoltà di realizzare qualcosa di soddisfacente le assurde favole viscerali alla base del senso di paternità/maternità. Anche queste mie idee sono ovviamente blasfemia e bestemmia per i miopi e gli ingenui (oltre che per la propaganda del Sistema Dominante, che ha tutto l’interesse che le formiche umane sfornino felicemente nuove formiche umane...): per loro, la Vita è un valore (frase senza senso), la Famiglia è una missione (per far figli, in primis). Oltre che blasfemia, per loro le mie argomentazioni appaiono malattia. Non a caso, i miopi rispondono dicendo che esse sono sopratutto il prodotto di una personalità delusa e risentita: secondo quel ragionamento, un trentenne felicemente appagato non avrebbe una visione così nichilista della vita. Peccato che questi pensieri fossero pienamente presenti e coscienti sia nei momenti più “felici” (endorficamente auto-appagati, dal mio punto di vista) sia in quelli apparentemente più “depressi” (endorficamente auto-frustrati, dal mio punto di vista), e quindi non siano minimamente influenzati dalle situazioni contingenti. Cambiava, probabilmente, la mia disponibilità nell’attuarli, ma non la consapevolezza della loro validità (in breve: conflitto tra Visceralia e Razionalia).
Fine prima puntata.
Megamatrice ha finito di lavorare: Kryptops sta con Rajasaurus (hmmm...), mentre Eocarcharia è un carcharodontosauride più derivato di Fukuiraptor. Mi sta bene. Spegniamo.
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