domenica 7 febbraio 2010

Geografie dei sentimenti

Riflettevo per metafore sulle varie vite sentimentali di ognuno di noi.
Tutti siamo esploratori di un mondo, ed ognuno di noi crea una cartografia di quel mondo in base ai luoghi esplorati. Tale cartografia può essere più o meno vasta, più o meno dettagliata, a seconda dei luoghi , dei tempi e dei modi con cui quei luoghi sono stati visitati.
Ci sono esploratori non molto diversi dall'Odisseo ospite di Calypso. Essi hanno raggiunto un isola molto confortevole, e lì si sono stabiliti. Ogni tanto guardano il mare, ma non riescono o vogliono lasciare la loro isola, nella quale resteranno per sempre. L'isola diventa il mondo.
Altri nascono a latitudini fertili, in grandi continenti ricchi di risorse. Essi viaggiano per molto tempo, assaporando continuamente i ricchi frutti del loro mondo, ma senza mai fermarsi in un unico luogo. La loro cartografia è più ricca e dettagliata rispetto agli isolani citati prima. Forse, solo la stanchezza dell'età o la noia li porteranno a stabilirsi in qualche comoda valle per godere dei suoi frutti. Oppure, incauti e distratti, resteranno prigionieri di una nazione possessiva, verranno confinati su un'alta vetta. Forse, stanchi di tutto, si getteranno in mare.
Io credo di essere nato ai margini di un grande deserto. Come un carovaniere, buona parte del mio viaggio è solitaria, tra sabbie, rocce e vento, senza ristoro. Ogni tanto, la scoperta di qualche fossile affiorante dalla sabbia allieta la mia traversata. Casualmente, in modo caotico, mi imbatto in un'oasi. Bellissima e rigogliosa, non può essere evitata. Lì mi fermo, e quasi con avidità cerco di assaporarne tutti i frutti e le acque, quasi con la certezza che sopraggiungerà la tempesta e ogni cosa svanirà. Le mie residenze nelle oasi, infatti, sono brevi ed effimere. Forse la mia incapacità di divenire stanziale, la sfortunata serie di tempeste di sabbia che mi tiro dietro, o l'instabilità naturale tipica delle oasi, mi riconducono alla vita beduina.

3 commenti:

  1. Se la cosa non ti offende, credo che mi piacerebbe molto usarlo come spunto per un racconto; è molto evocativo...

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  2. La cosa mi offende.
    Sono molto possessivo con le mie creature/creazioni mentali.
    Già altri hanno chiesto in altre occasioni di "usare" mie idee, e regolarmente io nego il permesso, dato che lo considero un abuso di una mia Proprietà Intellettuale, sancita dalla Costituzione ed estesa anche ai blog. Preferisco che uno se le inventi da sè, invece di trarle gratis dal lavoro cerebrale altrui.
    A meno che tu non includa nel titolo dell'opera la seguente frase: "Questa opera è ispirata da una creazione di Andrea Cau: http://ultrazionale.blogspot.com/2010/02/geografie-dei-sentimenti.html". Ma, in tal caso, sarebbe palese che non avresti inventato nulla, dato che l'essenza di un racconto è ciò che lo distingue dagli altri, e non il mero svolgimento dell'idea originaria, che siamo pressapoco tutti bravi a sviluppare.

    Se la cosa non ti offende, credo che mi piacerebbe molto farti pagare i diritti d'autore; è molto lucrativo...

    PS: sono serio in questo commento.
    :-)

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  3. Naturalmente non mi dedicherei ad una semplice riscrittura, nè svolgimento di un'idea; ci tengo che questo sia ben chiaro, perchè dalla tua risposta traspare una certa speculazione sul modo in cui il sottoscritto gestisce un lavoro. Non mi interessa utilizzare come nucleo centrale di un lavoro un'idea precisa ed espressa in maniera chiara e pubblica da altri, limitandola a "decorarla" con un semplice plot che chiunque è in grado di inventare. E' banale e restrittiva come attività; "non aver inventato nulla" è una cosa che caratterizza tutta l'arte, perchè nessuno inventa mai nulla, si tratta solo e sempre di differenti citazioni integrate - l'abilità sta nel come le si integrano, perchè a volte apparrebbero assolutamente eterogenee, quando in realtà sono i due spunti di sviluppo che permettono ai nostri concetti di evolversi in maniera matura e "personalizzarsi". Ed è il mio principale interesse, perchè io quando scrivo comunico costantemente molteplicità di significati, non costruisco mai un raccontino com una trametta intorno ad un'unica idea generale che non abbia passato il "filtro" della mia mente, diventando un mio oggetto di pensiero.
    Passando alla seconda (e più interessante) parte del messaggio... Naturalmente la tua proposta non mi offende, è giusto perseguire prima di tutto i propri interessi, e lo dico per esperienza personale. Se non hai interesse a vedere un tuo lavoro generare qualcosa senza un guadagno personale, comprendo alla perfezione, perchè è un interesse che anima anche me; sebbene la proposta sia quindi assolutamente condivisibile, al momento però non coincide al 100% con i miei obiettivi, in quanto non ne trarrei alcun guadagno, non essendo un'opera "per pubblicazione".
    :)

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