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martedì 26 maggio 2009
DINOMANIA, ATTO TERZO: JURASSIC PARK, OVVERO, IL CAVALLO DI TROIA DELL’IDEOLOGIA DI BAKKER (Jurassic Park, the Trojan Horse of Bakker's Ideology)
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sabato 23 maggio 2009
DINOMANIA, ATTO SECONDO: L'ATTESA DEL MESSIA
mercoledì 20 maggio 2009
INGREDIENTI PER UNA DISASTROSA RICETTA TRADIZIONALE DI PROPORZIONI IMMANI... ovvero, un disaster movie
Una dozzina di comparse minori che muoiono in maniera grottesca e spesso stupida all'inizio del film, allo scopo di illustrare gli effetti del cataclisma imminente.
Uno scienziato di 35-50 anni, attraente ma non troppo prestante. Deve avere l'aria non troppo da secchione, lievemente squattrinato e vagamente disadattato socialmente (ad esempio, va bene se è allergico alla tecnologia, oppure all'etichetta).
Ambiti preferiti: astro-matico, paleo-geologo, clima-metereologo.
Un cataclisma naturale di proporzioni immani. Non importa la causa, basta che, entro l'intervallo, vada a colpire, nell'ordine: il Giappone, l'Italia e/o Hong Kong, Parigi, L'India e/o Londra, New York.
Una ex-moglie del protagonista in carriera, ma che sotto sotto lo ama ancora.
Due figli, di sessi differenti.
Opzionale: un capo dello scienziato, classico "grande vecchio". Morirà da eroe.
Uno o due assistenti dello scienziato. In genere, uno è un pazzo secchione con vita sociale quasi nulla e/o palesi turbe sessuali; l'altro è burbero ma dal cuore d'oro, nonché confidente del protagonista. Almeno uno dei due muore da eroe.
Un ente governativo USA/ONU guidato da uno scienziato antipatico, spocchioso e conformista che da ben prima dell'inizio del film si oppone al protagonista. Il tipo in questione farà una brutta fine.
Il Presidente Usa. E' saggio ed eroicamente paterno, ma all'inizio si fa consigliare male dal suo staff.
5 miliardi e 998 milioni di idioti, che evidentemente non si rendono conto del disastro fino a quando non viene annunciato dal Presidente Usa in diretta tv.
Un qualche stupido meccanismo lineare che permette al buono di fermare il cataclisma, ma solamente dopo il tempo necessario a mezzo mondo per essere raso al suolo e ad una ex-moglie per rivalutare il suo fallito matrimonio.
venerdì 15 maggio 2009
INTERVISTE ULTRAZIONALI: ADAMO
Con questo post inizio una serie di interviste a personaggi che non avrebbero mai avuto l’occasione di essere intervistati. Ovviamente, essendo la prima intervista, non potevo che partire dal Primo intervistabile in assoluto. Il fondatore della specie umana, l’olotipo -archetipo originale plasmato direttamente dal Creatore la sesta mattina dell’Universo, più o meno all’inizio di Novembre di 6012 anni fa, ovvero, Adamo.
Demiurgo Ultrazionale: Caro Adamo, grazie per aver accettato la nostra intervista.
Adamo: Grazie a voi.
D: Adamo, lei ha un cognome?
A: Dato che non ho un padre biologico, no. Sarebbe come l’ombelico: non ne trovo la necessità.
D: Mi pare giusto. Tuttavia, dato che lei ha imposto tutti i nomi agli animali, se potesse darsi un cognome, quale sceglierebbe?
A: Bella domanda... Primo, mi pare vada bene. Adamo Primo.
D: Non molto originale... ma da uno che ha creato nomi come Pesce sega, Pesce Martello e Pesce palla non posso chiedere molto. Scusi l’ardire, secondo me Primo sembra più un attributo a posteriori, qualcosa utile per distinguerla da eventuali seguiti. E poi, onestamente, Primo mi ricorda Primati... non vorrà insinuare che lei è parente delle scimmie?
A: Potrebbe essere.
D: Adamo, sta insinuando di accettare la teoria evolutiva. Lei, non è creazionista?
A: Perché dovrei?
D: Come? Lei c’era! Ha visto l’opera in atto! Se qualcuno può con fiducia dirsi creazionista, quello è lei!
A: Io non ho visto un bel niente. Quando mi sono alzato dalla nuda terra tutto era già bello e fatto davanti a me. Cielo, terra, piante, animali. Tutto era già presente... senza alcuna traccia di come fossero andate le cose. Se ci fu una creazione, io sono arrivato troppo in ritardo per vederla.
D: Mi sta dicendo che lei non è creazionista?
A: Non ho alcuna prova per esserlo.
D: Quindi, è evoluzionista?
A: Non esageriamo. Diciamo che ho qualche motivo in più per essere evoluzionista che creazionista.
D: Ovvero?
A: Preferirei non parlarne.
D: Teme ritorsioni?
A: No, quelle no. Ormai i miei debiti col capo li ho saldati.
D: Le capita mai di incontrarlo?
A: Sì, ma Lui fa finta di non vedermi. Tira dritto e non mi parla.
D: Non le ha perdonato il peccato originale?
A: Beh... era stato chiaro con i termini del contratto. Affitto eterno del Giardino con piena libertà di subaffitto e locazione, a patto di non toccare quella dannata pianta di fico.
D: Fico? Non era un melo?
A: Bugie della propaganda medievale. Sa, un’operazione commerciale.
D: Ma, alla fine, lei non è responsabile. La colpa è di sua moglie.
A: Ex moglie. Mi ha lasciato.
D. Ops... mi scusi.
A: Non si preoccupi, ormai è acqua passata.
D: Se posso azzardare...
A: Perché il divorzio?
D: Sì.
A: In fondo era inevitabile. Non eravamo fatti l’uno per l’altra. Dopo tutto, nessuno dei due aveva una grande scelta. O quello o niente.
D: Capisco...
A: E poi, a me nemmeno piaceva tanto. Troppo spigolosa... sarebbe stato meglio crearla da un osso più attraente. Che ne so, uno sfenoide, o una vertebra.
D: Uno sfenoide?
A: Non so, qualunque cosa, ma non una costola. La verità è che non si può sperare di creare un rapporto stabile se si viene fatti sposare a due giorni dalla nascita. Bisogna fare qualche esperienza pre-matrimoniale, avventure... che ne so. Farsi un po’ le ossa...
D: Era una battuta?
A: Ci ho provato...
D: Tornando alle domande importanti: è pentito per quello che ha fatto? Parlo del peccato originale.
A: No. Quale peccato? Ci teneva reclusi in una serra, nudi e con gli occhi chiusi. Mi pare che si rasenti il sequestro di persona. Non sono io ad essere stato scorretto...
D: Badi a quello che dice, non vorrà beccarsi una querela? Avete avuto il libero arbitrio di scegliere se restare o no. L’ha detto lei: i patti erano quelli.
A: Una querela? Ho avuto di peggio... Il libero cosa? Bella fregatura. Lei resterebbe volontariamente nudo in una serra assieme ad una donna che non ha potuto scegliere?
D: Forse... qualche giorno.
A: Appunto! Ma non di più. Senza nemmeno uno svago, una distrazione. E quella là che si lamentava di come tenevo in disordine... Cavolo! Mica è possibile che debba pulire tutti i giorni? E sa come mi rispondeva? "E se arriva qualche ospite all'improvviso? La casa deve essere in ordine...". Ospiti? Chi diavolo poteva venire?
D: Esatto... Mi pare che questa storia di Eva non le è andata proprio giù...
A: Forse. La verità è che avrei voluto avere almeno un amico.
D: In che senso?
A: Non fraintenda. Che idee ha? Porti un po’ di rispetto al suo primogenitore!
D: Lei non si chiama LUCA...
A: Chi? Quell’impostore? Non vorrà dare credito a certe storie di propaganda scientista?
D: No, ha ragione, è più credibile un mito mediorientale di tremila anni fa.
A: Guardi che è lei che ha voluto intervistarmi.
D: Sì, ha ragione. Forse sarebbe stato meglio sequenziare del DNA.
A: E cosa avrebbe ricavato?
D: Beh... che Eva è vissuta centomila anni prima di lei.
Adamo si alza dalla sua sedia, prende la sua foglia di fico dall’appendiabiti ed esce borbottando qualcosa con tono seccato.