mercoledì 5 novembre 2008

Falsificazionismo di coppia

Novembre, mese di anniversari rovesciati, l’ideale per parlare di procedure sentimentali...

Molti di noi si struggono inutilmente a causa di falsi valori, o perché indottrinati da mitologie, idealismi o, semplicemente, per l’effetto di errori madornali.

Un mito fonte di molte angosce, sopratutto tra adolescenti di ambo i sessi, giovani donne ed abruzzesi armati, è quello del “partner ideale”. (Ringrazio la metà eusarda del mio genoma per rendermi così poco incline agli ideali).

In questo post ultrazionalmente demenziale analizzerò i motivi per i quali l’idea del “partner ideale”, ed i metodi in base ai quali si ricerca tale chimera mentale, siano epistemologicamente fallimentari.

Karl Popper aveva visto giusto nel definire il criterio falsificazionista come più solido di quello verificazionista per l’identificazione di una teoria scientifica. Analogamente, ritengo che la ricerca del partner non debba essere guidata da un approccio verificazionista, bensì, su una sana pratica falsificazionista. Ovvero, nemmeno nell’ipotesi di trovare un individuo che presenti tutti i tratti presunti “ideali” (in base ai propri gusti) si può avere la certezza che tale persona sia quella giusta. Da ciò, inevitabilmente, nasce la delusione in tutti quelli che si affidano a tale metodo di ricerca.

L’approccio falsificazionista è più pratico e meno deludente: forse non si può trovare il partner “ideale”, ma sicuramente si scopre immediatamente chi non potrà mai essere tale partner ideale. (So che la soluzione di tutto il discorso è semplicemente l’abbandono dell’idea di “partner ideale”, peccato che per molti, plagiati dall’idealismo, tale soluzione sia assolutamente inconcepibile, impraticabile ed abominevolmente insopportabile... ma andiamo avanti col ragionamento...).

Esempio stupido n° 1 (ma basato su personaggi reali): La tua donna “ideale” è maggiorata? Forse nessuna donna maggiorata che incontrerai sarà mai veramente la tua donna ideale, ma sicuramente sai che una donna con una prima di reggiseno NON sarà la tua donna ideale.

Esempio stupido n° 2 (ma basato su personaggi reali): Il tuo uomo ideale è un calciatore? Forse nessun calciatore reale che incontrerai sarà mai veramente il tuo uomo ideale, ma sicuramente sai che un uomo che non gioca a calcio NON sarà il tuo uomo ideale.

Sarei tentato di estendere il metodo falsificazionista utilizzando non tanto le presunte caratteristiche ideali elaborate dalla mente, quanto le esperienze reali vissute... in tal caso, non posso sapere quali saranno le caratteristiche della mia possibile partner “ideale”, ma sicuramente so quali NON devono essere le sue caratteristiche, perché sono comparse più volte in passato (ad esempio, non dovrebbe essere nata all’estero, non dovrebbe avere un pessimo padre, non dovrebbe essere rigida mentalmente, non dovrebbe essere tennista, non dovrebbe essere ballerina, non dovrebbe tingersi i capelli con colori esagerati, non dovrebbe non sapere il significato della parola “surrogato”, non dovrebbe essere vegana/animalista...).

In realtà, tutte le donne a cui sto alludendo sono accomunate solamente da un unico tratto, il quale, quindi, probabilmente è il solo marcatore sicuro in base al quale capire in futuro se una donna non è quella giusta. Interessante che questo tratto non sia presente solo nelle mie esperienze passate, ma sia applicabile a tutte le esperienze passate di tutti, sia uomini che donne (e quindi, permette di elaborare una Legge Generale, la quale definisce il tratto universale in base al quale tutti possono riconoscere subito se un potenziale partner sia o meno quello “ideale”...).

Qual è questo tratto?

Rullo di tamburi...

Legge sull’Esistenza del Partner Ideale

Assioma di partenza: Il tuo partner ideale sta con te (se non avesse questo attributo, non sarebbe il tuo partner ideale, ma quello di altri).

Applichiamo l’approccio falsificazionista per escludere quelli che non possono essere i tuoi partner ideali. Dato che il partner ideale deve avere, tra le proprie caratteristiche, quella di stare con te, se ne deduce che tutte le passate esperienze, essendo finite, sono con persone che non stanno con te, e quindi non sono la condizione ideale. Pertanto, tutte quelle esperienze saranno accomunate da un qualche tratto che necessariamente le rende non-ideali. L’unico tratto in comune a tutte le tue esperienze passate è che uno dei due partner sei tu. Perciò, lo stare con te è l’attributo che rende il partner non ideale. Ovvero: il tuo partner ideale non può necessariamente stare con te.

Ma ciò contraddice l’assioma di partenza.

Conclusione: il partner ideale non esiste.

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