mercoledì 19 novembre 2008

Elogio dei “Non lo so...”

Il precedente sondaggio ha riscosso un discreto successo, probabilmente anche in virtù della sua impostazione. Per non rubare meriti che non ho, chiarisco subito che le varie opzioni sono tratte dal libro di R. Dawkins “L’illusione di Dio”, alle quali ho apportato delle lievi modifiche per renderle adatte al sondaggio. Le opzioni originali erano:

1. Teista forte. 100% di probabilità di Dio. Nelle parole di

C. G. Jung, "io non credo, io so".

2. Probabilità molto alta ma non 100%. Un teista di fatto.

"Non posso saperlo per certo, ma credo fermamente in

Dio e vivo la mia vita nell'assunzione che lui esista".

3. Più del 50% ma non molto alta. Tecnicamente agnostico

ma propende verso il teismo."sono molto incerto,

ma tendo a credere in Dio".

4. Esattamente 50%. Completamente agnostico ed imparziale.

"L'esistenza e l'inesistenza di Dio sono esattamente

equiprobabili".

5. Meno del 50% ma non molto bassa. Tecnicamente

agnostico ma incline all'ateismo. "Non so se Dio esista

ma tendono ad essere scettico."

6. Probabilità molto bassa, ma vicina allo zero. Un ateo di

fatto."non posso saperlo per certo ma credo che Dio sia

molto improbabile, e vivo la mia vita nell'assunzione

che lui non esista."

7. Ateo forte. "So che non esiste nessun Dio, con la stessa

convinzione con cui Jung sa che ce n'è uno".

Ho illustrato il risultato del sondaggio mettendo i sette risultati in ordine di teismo crescente, dalla posizione “0”, coincidente con la “7” dello schema di Dawkins, fino alla “6”, coincidente con la “1” di Dawkins. Quindi, fate bene attenzione, il grafico qui sotto non segue l’ordine di Dawkins citato sopra, ma il suo inverso.

Per quanto siamo tutti concordi che nella realtà le posizioni siano molto più sfumate e graduali, le sette opzioni coprono bene la gamma di variabilità esistente (parentesi per chi ha dichiarato che non esisteva la sua opzione: in realtà, essa esiste: se dichiari di essere Dio, allora sai che egli esiste, e quindi voti “6”... il che è molto contraddittorio se detto dall’autore di “nonloso”!).

Sebbene il campione non possa dirsi rappresentativo della popolazione totale, qualcosa si può ricavare.

Innanzitutto, questo risultato conferma un’osservazione dello stesso Dawkins (il numero tra parentesi quadra indicano le posizioni nel grafico):

Sarei sorpreso di incontrare molte persone nella categoria [0], ma la includo per simmetria con la categoria [6], che è molto ben popolata. È nella natura stessa della fede che uno sia capace, come Jung, di avere una credenza senza una ragione adeguata per farlo (Jung credeva anche che alcuni libri sul suo scaffale esplodessero spontaneamente con un sonoro bang). Gli atei non hanno fede; e la ragione da sola non può condurre nessuno alla totale convinzione che qualcosa non esista. Per questo motivo la categoria [0] è in pratica molto più vuota del suo corrispettivo, la categoria [6], che ha molti abitanti devoti. Io mi considero nella categoria [1], ma tendo verso la [0] ― sono agnostico ma solo nel senso in cui sono agnostico sull'esistenza delle fate del giardino.

Il sottolineato è mio.

In effetti, per quanto le posizioni “0” e “6” siano egualmente irrazionali, cioè basate su un atto di fede (presumo che nessuno dei votanti di quelle opzioni abbia delle prove dirette ed incontrovertibili a favore delle loro posizioni, perché in tal caso sarebbe interessante sapere quali siano), la “6” è ancora comprensibile per chi, come me, appartiene alle posizioni tra “1” e “5”, (ovvero, è consapevole di non saperlo con certezza ma nondimeno è in grado di prendere una posizione in base alle proprie convinzioni filosofiche, conoscenze e nozioni). Infatti, è plausibile che chi affermi con convinzione di sapere che Dio esista lo faccia sulla base di prove “positive” che egli ritiene di possedere (esperienza mistiche, prove ontologiche, ecc...). Ovviamente, per non essere ipocrita, chiarisco subito che ho dei fortissimi dubbi sull’effettiva validità di tali prove, che trovo assurde o palesemente infondate sul piano oggettivo: ma, nondimeno, le trovo sufficienti per giustificare le motivazioni soggettive di chi vota “6”. Al contrario, trovo la posizione “0” ancora più assurda, non tanto per il suo contenuto, quanto perché afferma di sapere che qualcosa non esiste! Come si fa a sapere che qualcosa non esiste? A meno di non ricavarlo razionalmente sulla base di un ragionamento per assurdo, la non-esistenza, in quanto affermazione negativa, non è affermabile con sicurezza, ma solo ipotizzabile sulla base dell’assenza di evidenze.

Esempio pseudo-idiota:

Io posso sapere che mio fratello esiste perché ne ho l’evidenza, ma, teoricamente, non posso affermare di sapere con la stessa certezza che non esista una mia fantomatica sorella... Come posso essere sicuro che mio padre, prima di sposarsi (o anche dopo, all’insaputa di mia madre) non abbia avuto qualche rapporto sessuale dal quale è stata concepita una mia sorella, che mi è stata tenuta all’oscuro? L’ipotesi, per quanto altamente improbabile sulla base della mia conoscenza di mio padre (ovvero: una tale eventualità mi pare aldilà delle capacità diaboliche di mio padre, a meno che egli non sia un grandioso genio del male...), non è impossibile, e quindi, non ha senso affermare che io so con certezza che la mia fantomatica sorella “Simona” non esista.

Pertanto, paradossalmente, le posizione “0” e “1” per quanto vicine, sono le più distanti: la prima è un’irrazionale affermazione di una negazione, la seconda è la consapevolezza che non esiste alcuna reale evidenza che possa farci affermare l’esistenza di Dio, e quindi la conclusione che non ha senso continuare ad affermare qualcosa in assenza di alcuna evidenza in suo favore.

Dato che questo post non discute l’esistenza o meno di Dio, ma solo la ragionevolezza o meno dei voti nel sondaggio, spero che non parta una discussione fuori tema...

6 commenti:

  1. io credo che chi abbia votato "sono certo che Dio non esista", opzione 0, abbia votato con astio verso quelli che hanno votato 6 o verso un'idea di Dio che in fondo essi credono esista e per qualche motivo personale odiano (e quindi sono anch'essi dei 6), un voto emotivo lo definirei.
    Sono solo mie supposizioni

    Personalmente io ho votato 1.

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  2. Io sono più terra terra: ammettiamo che abbiano votato consapevolmente, riflettendo sulle opzioni, penso che abbiano solo votato in modo grossolano, ovvero, sono dei "1" che non han colto bene la distinzione tra "sapere con certezza" e "ritenere altamente probabile"...

    Mi pare davvero difficile votare consapevolmente l'opzione "0", persino condividendo tutte le ragioni dell'opzione "1" il salto alla "0" è a mio avviso troppo forte per essere giustificabile se non come errata comprensione delle differenze tra ateismo consapevole e mera religione dell'assenza di dio...

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  3. Io voglio conoscere tua sorella!

    In secondo luogo, ti ripeto che io sono dio; sfiga vuole che non creda in lui, ovvero nella sua esistenza, ovvero non ho prove concrete di essa, perché io potrei essere una mia illusione, ovvero io potrei essere un automiraggio, potrei essere solo il pensiero di me, un atto di fede vagante nel vuoto cosmico; potreste non esistere nemmeno voi, perché potreste essere solo un'illusione, oppure siamo tutti cellule di dio, un dio pluricellulare seduto sulla tazza che mentre caga si chiede se esiste veramente o se è un'autoillusione...

    Scherzi a parte, esiste certamente la religiosità, la fede, le quali paiono essere un tentativo di dare una risposta a domande di cui non si ha le basi per poter risolvere diversamente. Ecco perché scienza e religione sono incompatibili ed antagoniste.

    Una volta un tizio mi disse che la merda ha un buon sapore; io continuo a dubitare che ciò sia vero, ma non potrò esserne certo fino a quando non l'avrò assaggiata...E se non posso assaggiarla, non posso nemmeno dire che la merda fa schifo.
    (Ho appena paragonato dio alla merda: altre 5000 eternità da scontare all'inferno)

    Dire "dio non esiste" o metterne in dubbio l'esistenza, è atto riprovevole all'occhio della società, tanto quanto dire che le persone di etnia africana sono diverse da noi (sfido chiunque ad affermare il contrario): la paura di passare per "cattivi" inibisce il ragionamento logico, e se questa inibizione non si innesca, allora si viene additati come cinici.
    Negare l'evidente diversità è sbagliato e da codardi; la diversità va accettata nella sua esistenza, non negata. Un nero (negro, africano, persona di colore...se l'etichetta fa per voi differenza, scegliete quella che preferite) è diverso da me, ma non è un problema; un handicappato (stesso discorso per l'etichetta) è diverso da me, ma non è un problema; un gay è diverso da me, ma ancora una volta non è un problema; un credente convinto è diverso da me, ma NON-E'-UN-PROBLEMA; quindi non vengano a stracciarmi i coglioni coloro che ardono nel desiderio di imporre la propria "verità".

    Dio non è un mio problema e non vedo perché dovrei interrogarmi sulla sua esistenza, tanto quanto non mi devo chiedere se esiste il "ciparullo scodigno", cosa di cui non esiste alcuna esperienza ed evidenza. Credo che la cosa sia chiara a tutti, o meglio, credo che sia potenzialmente chiara a tutti, perché molto probabilmente qualcuno non vorrà/potrà accettare il mio punto di vista, ovvero la diversità che separa me da lui.

    Ora, col vostro permesso, torno ad essere il mio unico dio.

    Felice esistenza!


    IMALATIDIMENTE

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  4. Non mi pare che sia un problema: fa solo il suo mestiere. La secolarizzazione avanza, ed egli ovviamente si impegna a contrastare un processo che ai suoi occhi è chiaramente negativo.

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  5. Hai ragione, lui non è un problema, il problema è che viene preso sul serio

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