lunedì 8 ottobre 2007

Il non-mammaliano è più fornito in quel frangente.

Prologo contingente. Ricordate il post sull'altruismo? (Un po’ vecchiotto, tra i primi, risale ad aprile) Si apriva parlando del neonato del piano di sopra, e dei suoi fastidiosissimi vagiti. Bene, in 6 mesi la situazione è anche peggiorata! Per la prima volta da quando sto sotto il loro (suoi genitori) appartamento (12 mesi... ci sto vedendo una qualche ciclicità...), questa notte ho avuto l'impulso a rispondere a voce e a dare i classici colpi di manico di scopa contro il soffitto. Poi mi sono imposto un contegno e, tappi alle orecchie, ho tentato di riaddormentarmi (sebbene il monotonico verso del pupo vincesse la barriera auricolare). Benedetti genitori... io non so se avrei i loro nervi...

Una vecchia diceria archeo-sciovinisto-evoluzionista assume il nostro presunto (perché inventato, o meglio, perché puramente ideale) piano di organizzazione corporea (archetipo, bauplan) mammaliano come intrinsecamente superiore. Generalmente, la diceria usa il seguente argomento per sostenere la propria (consolante) tesi: confrontato con il modello anatomico che lo precede (siamo in campo evoluzionista, ma evidentemente i concetti idealistici pre-evoluzionisti come “modello anatomico” sono così piacevoli che è difficile rinunciarvi, e si finisce col conservarli in qualità di non tanto chiare metafore), il mammalian way of life (MWL) è più efficiente, funzionale, versatile, in una parola (abusata) evoluto. Dimenticandosi che “evoluto” significa solamente “differenziato dal proprio antenato”, lo sciovinista mammaliano carica le modifiche intercorse di una dimensione supplementare, proiettandole in alto, all’inseguimento della perfezione (un’altra favola).

Un carattere distintivo dei mammiferi è la presenza di non più di due dentizioni (condizione difiodonte): semplificando molto, prima i denti da latte (dentizione incompleta) poi i definitivi. Una volta caduti i definitivi (e se la vostra specie non ha inventato la dentiera) c’è la morte per inedia (ammesso che viviate così a lungo da arrivare a perdere tutti i denti). Gli altri vertebrati muniti di denti se la passano molto meglio: un dente caduto è rimpiazzato da uno nuovo per un numero variabile di volte, così che per loro non esiste l’angoscia della dentiera.

Perché i mammiferi non hanno dentizioni successive alla seconda? Apparentemente, in una logica del “MWL is simply the best!” sarebbe più sensato attendersi più dentizioni sostitutive...

La versione mammaliana sciovinista (che di solito si sforza di trovare sempre e comunque una spiegazione adattativa per ogni caratteristica osservabile, e che è campionessa di arrampicata sullo specchio) afferma che una sola dentizione permanente è condizione necessaria all’efficienza della masticazione. Ovvero:

A) i mammiferi hanno denti specializzati e distinti per effettuare una masticazione efficiente (incisivi, canini, molari, ecc...),

B) una masticazione efficiente presuppone una perfetta occlusione tra l’arcata superiore e l’inferiore.

C) una serie di denti a crescita continua non permetterebbe una costante occlusione (perché durante la ricrescita di un dente in un’arcata, il suo occluso nell’altra arcata non potrebbe lavorare), e quindi renderebbe inefficiente la masticazione.

Pertanto, l’efficienza masticatoria mammaliana imporrebbe un compromesso, ovvero la perdita di tutte le sostituzioni a parte il passaggio denti da latte-denti definitivi.

Questa complicata (e non tanto ovvia) spiegazione dell’esistenza di un limite nel nostro bauplan mi è sempre sembrata un mediocre (e fallimentare) tentativo di giustificare l’ingiustificabile.

Rivediamo il ragionamento. Il punto A) è una constatazione eto-morfologica. Il punto B) è una plausibile argomentazione (non necessariamente sempre valida). Il punto C) è una favola, facilmente smentibile: esistono vertebrati che mostrano adattamenti masticatori efficienti (articolazioni mandibolari, inserzioni muscolari e usure dentarie) analoghi a quelli dei mammiferi masticatori ma che nondimeno conservano la classica serie di sostituzioni dentarie multiple e distinte per tutta la vita. Come altre volte, questi animali sono dinosauri (chi dubitava?): ben tre gruppi di dinosauri hanno evoluto un efficiente apparato masticatore e non hanno dovuto ridurre il numero di sostituzioni dentarie come nel nostro caso mammaliano: gli eusauropodi, gli ornitopodi e i ceratopsi.

Ora, se i tre gruppi di dinosauri citati dimostrano la falsità dell’argomentazione proposta per la MWL, come interpretare l’esigenza di una tale spiegazione? Ovviamente con la solita volontà di darsi spiegazioni consolatorie e appaganti in merito al nostro “essere come siamo”.

Tornando a spiegazioni più plausibili, probabilmente l’unico vero motivo del fatto che i mammiferi abbiano una sola dentizione è l’economia genetica: dato che per 2/3 della loro storia i mammiferi sono stati sempre ed esclusivamente animali di taglia piccola e ciclo vitale breve (grandi come topi e con vite lunghe non più di un paio d’anni) è probabile che non abbiano avuto bisogno di sostituire periodicamente i denti come facevano i loro (più grossi e longevi) antenati sinapsidi non-mammiferi. In un processo di perdita di caratteri ridondanti (come è successo con la visione tricromica, che nei mammiferi si è ridotta a dicromica), perdemmo le dentizioni successive (ovvero le informazioni genetiche necessarie a produrle). Peccato che, così facendo, quando iniziammo a diventare più grossi (e longevi) dovemmo inventare le dentiere per sopperire ad un’inattesa brevità della dentizione (con notevole vantaggio adattativo per i dentisti, categoria inesistente fuori da Mammalia).

Epilogo contingente: Fonti genotipicamente più adatte a gestire i pargoli di me mi informano che il giovane ominide piange a causa delle microlacerazioni a livello della mucosa gengivale provocate dall'eruzione della prima dentizione.

2 commenti:

  1. Grosso spreco di energie produrre continuamente denti nuovi se hai un cervello di qualche chilo che ti permette di inventare la dentiera...Peccato che lo stesso pesante organo imponga cose come "amore", "anima", "cuccioli" e tante altre cose simili che pompano serotonina facile nel cranio.
    Conclusioni: se lo scopo finale è pompare, a cosa ti servono i denti?

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  2. Contro la censura...:CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO

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