Prendete e godetene tutti...
mercoledì 24 ottobre 2007
Io lo cito, egli mi cita... noi siamo scimmie
Prendete e godetene tutti...
martedì 23 ottobre 2007
I miei 10 film preferiti
Elogio della Consumazione in tutte le sue forme
Prima Proposizione.
L’essere è movimento. A tutte le scale di dimensione e complessità esiste il movimento. Dato che fisicamente non è possibile né stabilire una particella elementare ferma in un punto (per il Principio di Indeterminazione Quantomeccanica), né è possibile raggiungere la temperatura di 0°Kelvin (per il principio di Esclusione di Pauli), ne consegue che nell’Universo esiste solo il moto, il divenire. Chiunque affermi l’esistenza di realtà non in moto è pertanto in errore (nella migliore delle ipotesi) o un illuso (nella peggiore). Una volta riconosciuto questo semplice dato di fatto, tutte le filosofie e le superstizioni che affermano l’esistenza di esseri o condizioni immobili o fisse possono essere scartate perché basate su una falsità.
Seconda Proposizione.
Il movimento è trasformazione. La stabilità è l’eccezione, la norma universale è il cambiamento. Dato un aggregato di particelle avente una struttura definita, la sua durata nel tempo è inversamente proporzionale al numero delle sue componenti. Conseguenza automatica di questa condizione è l’entropia, la quale non è una forza mistica votata al caos, bensì niente più che una conseguenza logica della Prima Proposizione applicata a sistemi composti da numerose parti.
Terza Proposizione.
La vita (dal punto di vista termodinamico) è una particolare modalità di trasformazione capace di vincere localmente l’entropia. Gli esseri viventi sono sistemi capaci di mantenersi temporaneamente stabili. Per far ciò, necessitano di energia, sono sistemi aperti e dinamici.
Quarta Proposizione.
La vita (dal punto di vista informatico) è la capacità di conservare in un supporto fisico le informazioni necessarie e soddisfare la Terza Proposizione.
Quinta Proposizione.
La riproduzione è una conseguenza della Quarta Proposizione su cui agisce la Seconda Proposizione: se una struttura è in grado di conservare le informazioni necessarie a svolgere le funzioni vitali termodinamiche (a dispetto dell’entropia) allora è potenzialmente nelle condizioni di produrre copie di sé.
Sesta Proposizione.
L’evoluzione (intesa nell’accezione darwiniana: la produzione di discendenza differenziata dal progenitore) è una conseguenza della Sesta Proposizione su cui agisce la Seconda Proposizione: data l’inevitabile tendenza all’imperfezione di qualunque sistema complesso, non tutte le copie di un processo riproduttivo saranno identiche all’originale (e quindi nemmeno identiche tra loro). L’entropia produce variazione, la variazione produce differenti risposte alle condizioni, le quali producono un differente tasso di riproduzione (detto anche “selezione naturale”).
Settima Proposizione.
Il pensiero non può produrre una rappresentazione perfetta e completa della realtà.
Essendo un prodotto dell’evoluzione biologica, la mente umana ha dei limiti intrinseci, dovuti al fatto che essa non è la Mente-in-sè che per secoli ha creduto di essere, bensì la particolare forma di elaborazione delle informazioni di una particolare forma di cervello vertebrato mammifero primate ominide africano pleistocenico.
Ottava Proposizione.
Il pensiero è discreto (nel senso che non è un’entità continua, bensì è composto da strutture elementari discrete e discontinue: i simboli). Dato che la realtà è un continuum spazio-temporale, ne deriva necessariamente (purtroppo per noi) una conferma della Settima Proposizione.
Nona Proposizione.
Il pensiero è potenzialmente illimitato. Dato l’alto numero di simboli che la mente può processare, il numero di elaborazioni mentali (combinazioni di simboli) possibili è altissimo, superiore al numero di oggetti reali con i quali ogni singola mente potrebbe interagire nella sua vita. Ne consegue che esistono più oggetti mentali producibili che oggetti reali dei quali si può avere esperienza.
Decima Proposizione.
Il dissidio tra le possibilità del pensiero (potenzialmente illimitato) e quelle del corpo (entropicamente effimero e limitato) produce frustrazione e sofferenza.
Undicesima Proposizione.
L’incapacità di assumere un atteggiamento gioioso e maturo nei confronti dell’esistenza reale genera la fuga nella favola consolatoria. Alla base delle superstizioni organizzate (religioni trascendenti e pseudo-religioni) sta l’incapacità di accettare la mortalità.
Dodicesima Proposizione.
Tendenza irreversibile di ogni religione è l’assolutismo, il fondamentalismo e la violenza. La massima forma di assolutismo religioso si ha con i monoteismi. La pretesa di essere “l’Unica Verità” porta ogni monoteismo allo scontro con qualsiasi altra forma di pensiero.
Tredicesima Proposizione.
L’errore è più probabile della correttezza. Conseguenza statistica della Nona Proposizione.
Quattordicesima Proposizione.
La ricerca dell’errore è più facile della ricerca della correttezza. Occorrono infinite prove per verificare un’affermazione, ma solo una controprova per falsificarla.
Quindicesima Proposizione.
La libertà individuale (per quanto intrinsecamente limitata) è impossibile senza la conoscenza.
Sedicesima Proposizione.
Una forma di conoscenza basata sulla falsificazione progredisce ad una velocità maggiore di una forma di conoscenza basata sulla verificazione, ed ad una velocità enormemente maggiore di una forma di conoscenza basata su fisse affermazioni dogmatiche. Ovvero, in quattro secoli di metodo scientifico si è progredito molto più che in tremila anni di monoteismi.
Diciassettesima Proposizione.
Basandosi sull’osservazione del mondo oggettivo e sulla necessità di fornire non solo le prove ma anche i mezzi per l’eventuale falsificazione delle proprie teorie, il pensiero scientifico è agli antipodi dal pensiero dogmatico ed assolutista. Di fatto, abbiamo avuto milioni di morti per le guerre di religione mentre nessuno è mai morto a causa dello scontro tra differenti ipotesi scientifiche.
Diciottesima Proposizione.
I Pittbull sono alieni e vogliono invadere la Terra.
Diciannovesima Proposizione.
La ragione umana è inscindibile dalle componenti viscerali del cervello che la produce. Per questo motivo la razionalità non solo deve essere allenata costantemente per non essere sopraffatta dalle altre componenti mentali, ma anche educata a non sconfinare in ambiti che non le competono. Bisogna evitare il razionalismo estremo con la stessa forza con cui si domina il visceralismo istintivo.
Ventesima Proposizione.
In qualsiasi fenomeno storico (sia biologico che culturale) è fondamentale riconoscere la distinzione tra causa generante e funzione attuale. La miopia storica, l’incapacità di separare l’origine di un fenomeno dalla sua attualità, è dannosa come (o forse più de) l’ignoranza del fenomeno stesso.
Ventunesima Proposizione.
La consumazione è condizione necessaria alla persistenza. Chi non consuma è destinato a lasciare la mensa (estinzione).
Ventiduesima Proposizione.
L’amicizia sta all’amore come la libertà sta alla felicità. Di conseguenza, la ricetta della felicità è:
Felicità = (Libertà x Amore) / Amicizia
Corollario 1: gli amici non danno la felicità.
Corollario 2: l’amore non rende liberi.
Ventitreesima proposizione.
C'è sempre un piano B.
Vecchia Guardia Naturalistica
mercoledì 17 ottobre 2007
Nota megamatriciale
Quando i tyrannosauroidi saranno risolti mi riterrò soddisfatto; e la mia opera sarà conclusa.
lunedì 8 ottobre 2007
Il non-mammaliano è più fornito in quel frangente.
Prologo contingente. Ricordate il post sull'altruismo? (Un po’ vecchiotto, tra i primi, risale ad aprile) Si apriva parlando del neonato del piano di sopra, e dei suoi fastidiosissimi vagiti. Bene, in 6 mesi la situazione è anche peggiorata! Per la prima volta da quando sto sotto il loro (suoi genitori) appartamento (12 mesi... ci sto vedendo una qualche ciclicità...), questa notte ho avuto l'impulso a rispondere a voce e a dare i classici colpi di manico di scopa contro il soffitto. Poi mi sono imposto un contegno e, tappi alle orecchie, ho tentato di riaddormentarmi (sebbene il monotonico verso del pupo vincesse la barriera auricolare). Benedetti genitori... io non so se avrei i loro nervi...
Una vecchia diceria archeo-sciovinisto-evoluzionista assume il nostro presunto (perché inventato, o meglio, perché puramente ideale) piano di organizzazione corporea (archetipo, bauplan) mammaliano come intrinsecamente superiore. Generalmente, la diceria usa il seguente argomento per sostenere la propria (consolante) tesi: confrontato con il modello anatomico che lo precede (siamo in campo evoluzionista, ma evidentemente i concetti idealistici pre-evoluzionisti come “modello anatomico” sono così piacevoli che è difficile rinunciarvi, e si finisce col conservarli in qualità di non tanto chiare metafore), il mammalian way of life (MWL) è più efficiente, funzionale, versatile, in una parola (abusata) evoluto. Dimenticandosi che “evoluto” significa solamente “differenziato dal proprio antenato”, lo sciovinista mammaliano carica le modifiche intercorse di una dimensione supplementare, proiettandole in alto, all’inseguimento della perfezione (un’altra favola).
Un carattere distintivo dei mammiferi è la presenza di non più di due dentizioni (condizione difiodonte): semplificando molto, prima i denti da latte (dentizione incompleta) poi i definitivi. Una volta caduti i definitivi (e se la vostra specie non ha inventato la dentiera) c’è la morte per inedia (ammesso che viviate così a lungo da arrivare a perdere tutti i denti). Gli altri vertebrati muniti di denti se la passano molto meglio: un dente caduto è rimpiazzato da uno nuovo per un numero variabile di volte, così che per loro non esiste l’angoscia della dentiera.
Perché i mammiferi non hanno dentizioni successive alla seconda? Apparentemente, in una logica del “MWL is simply the best!” sarebbe più sensato attendersi più dentizioni sostitutive...
La versione mammaliana sciovinista (che di solito si sforza di trovare sempre e comunque una spiegazione adattativa per ogni caratteristica osservabile, e che è campionessa di arrampicata sullo specchio) afferma che una sola dentizione permanente è condizione necessaria all’efficienza della masticazione. Ovvero:
A) i mammiferi hanno denti specializzati e distinti per effettuare una masticazione efficiente (incisivi, canini, molari, ecc...),
B) una masticazione efficiente presuppone una perfetta occlusione tra l’arcata superiore e l’inferiore.
C) una serie di denti a crescita continua non permetterebbe una costante occlusione (perché durante la ricrescita di un dente in un’arcata, il suo occluso nell’altra arcata non potrebbe lavorare), e quindi renderebbe inefficiente la masticazione.
Pertanto, l’efficienza masticatoria mammaliana imporrebbe un compromesso, ovvero la perdita di tutte le sostituzioni a parte il passaggio denti da latte-denti definitivi.
Questa complicata (e non tanto ovvia) spiegazione dell’esistenza di un limite nel nostro bauplan mi è sempre sembrata un mediocre (e fallimentare) tentativo di giustificare l’ingiustificabile.
Rivediamo il ragionamento. Il punto A) è una constatazione eto-morfologica. Il punto B) è una plausibile argomentazione (non necessariamente sempre valida). Il punto C) è una favola, facilmente smentibile: esistono vertebrati che mostrano adattamenti masticatori efficienti (articolazioni mandibolari, inserzioni muscolari e usure dentarie) analoghi a quelli dei mammiferi masticatori ma che nondimeno conservano la classica serie di sostituzioni dentarie multiple e distinte per tutta la vita. Come altre volte, questi animali sono dinosauri (chi dubitava?): ben tre gruppi di dinosauri hanno evoluto un efficiente apparato masticatore e non hanno dovuto ridurre il numero di sostituzioni dentarie come nel nostro caso mammaliano: gli eusauropodi, gli ornitopodi e i ceratopsi.
Ora, se i tre gruppi di dinosauri citati dimostrano la falsità dell’argomentazione proposta per la MWL, come interpretare l’esigenza di una tale spiegazione? Ovviamente con la solita volontà di darsi spiegazioni consolatorie e appaganti in merito al nostro “essere come siamo”.
Tornando a spiegazioni più plausibili, probabilmente l’unico vero motivo del fatto che i mammiferi abbiano una sola dentizione è l’economia genetica: dato che per 2/3 della loro storia i mammiferi sono stati sempre ed esclusivamente animali di taglia piccola e ciclo vitale breve (grandi come topi e con vite lunghe non più di un paio d’anni) è probabile che non abbiano avuto bisogno di sostituire periodicamente i denti come facevano i loro (più grossi e longevi) antenati sinapsidi non-mammiferi. In un processo di perdita di caratteri ridondanti (come è successo con la visione tricromica, che nei mammiferi si è ridotta a dicromica), perdemmo le dentizioni successive (ovvero le informazioni genetiche necessarie a produrle). Peccato che, così facendo, quando iniziammo a diventare più grossi (e longevi) dovemmo inventare le dentiere per sopperire ad un’inattesa brevità della dentizione (con notevole vantaggio adattativo per i dentisti, categoria inesistente fuori da Mammalia).
Epilogo contingente: Fonti genotipicamente più adatte a gestire i pargoli di me mi informano che il giovane ominide piange a causa delle microlacerazioni a livello della mucosa gengivale provocate dall'eruzione della prima dentizione.
mercoledì 3 ottobre 2007
Salviamo i cetacei!
Da alcuni anni nel Mar Mediterraneo è in atto una vera e propria strage, un'ecatombe. I primi a notarlo furono i biologi dell'acquario di Nantes, seguiti a ruota dai ricercatori di Barcellona, Valencia e Atene. Il numero di cetacei odontoceti che vengono ritrovati morti lungo le spiagge del Mediterraneo centro-occidentale è cresciuto nel decennio 1997-2006 del 210% rispetto al decennio precedente, a fronte di una popolazione pressochè stabile sulla base dei regolari rapporti di whale-watching. Inizialmente la causa era stata imputata al riscaldamento globale e all'inquinamento sempre più massiccio che sta avvelenando i nostri mari, tuttavia, e questo è paradossale oltre che emblematico della stretta connessione tra mari e terre emerse (che fa sì che qualsiasi evento o perturbazione in atto in un luogo incide e distorce l'equilibrio naturale di aree distanti e apparentemente non collegate), la causa effettiva è stata ritrovata nell'entroterra marocchino, alle pendici settentrionali della catena dell'Atlante, che si affaccia sulle estreme coste sud-occidentali del Mediterraneo. Il governo marocchino ha attuato dal 1995 la costruzione di un'enorme diga lungo il corso del Gual-al-s'Jeta, il principale fiume dell'Atlante marocchino, allo scopo di creare un bacino di raccolta per la principale centrale idroelettrica del paese. Le informazioni a riguardo sono consultabili sul sito www.gualalsjeta/deg.mar (in arabo e francese).
Ora, è necessario che si mobiliti l'opinione pubblica dell'intero bacino del Mediterraneo, dato che il Gual-al-s'Jeta è il principale sito di deposizione delle uova degli odontoceti della metà occidentale del Mediterraneo. Con la costruzione della diga di Al-Fadjna è stato bloccato il naturale percorso che da milioni di anni, con regolarità vincolata al ciclo lunare, porta le stenelle, i globicefali, i beluga e i delfini minori del Mediterraneo Occidentale a risalire la corrente del Gual-al-s'Jeta per raggiungere i siti di riproduzione, dove poi muoiono dopo aver deposto le uova.
L'unica speranza per bloccare questo progetto è ottenere l'aiuto della Giustizia Internazionale. Il mondo deve sapere quello che sta succedendo in Marocco. Il posto dove si può cominciare a cambiare il mondo è questo.
Fai circolare questo messaggio fra i tuoi amici in questo modo: Per favore copia e incolla questo testo (invece di
inoltrarlo) e mettilo in un nuovo messaggio,aggiungendo la tua firma e inviandolo a tutte le persone che conosci... Se arrivi alla persona n. 200 che riceve questo messag gio mandalo a frangentautoscz@prcddue.lm perché sia inviato al governo marocchino.
Grazie.