giovedì 21 gennaio 2010

Occhi emmeggioidi ed altri (dannati) superstimoli (viscerali)

Una manciata di istruzioni elementari, combinate assieme, crea l'illusione di un sistema intelligente. Noi stessi sembriamo mentalmente più complessi di quanto effettivamente siamo. Non a caso, non occorre il fiat divino per illudere lo spettatore davanti alle creazioni del cinema digitale: esse sembrano "vivere" nonostante siano creature digitali approssimative proiettate su schermi. I protagonisti dei cartoni animati, ancora più grossolani dei personaggi del cinema digitale, hanno spesso una carica umana ed espressiva anche maggiore, perché sfruttano al massimo le poche istruzioni interpretative del nostro cervello. Certe smorfie di Homer Simpson meritano l'Oscar.

Alla base di tutto questo fittizio universo di personaggi è il cervello umano e le sue (relativamente ridotte) istruzioni per l'interpretazione delle immagini. Ci crediamo esseri complessi, ma restiamo macchine grossolane facili da illudere e manipolare. Basta sapere stimolare i giusti interruttori percettivi. Ad esempio, pochissime induzioni mirate al sistema visivo generano nel cervello cascate di reazioni chimiche, preludio di emozioni, sensi, significati e valori. Una curva regolare sul viso di un giovane mammifero genera tenerezza, una curva marcata sul torace di una femmina umana genera pulsioni erotiche, una lieve piega cutanea al lato degli occhi genera adorazione. Se i primi due esempi che ho citato sono abbastanza noti e diffusi (il primo, è l'universale segnale generato dalle forme arrotondate del cranio dei cuccioli in tutti i mammiferi con forti cure parentali, Homo incluso; il secondo è il fortissimo richiamo sessuale che il seno induce nei maschi umani eterosessuali) il terzo è più personale, e riguarda un dettaglio anatomico apparentemente minimo che però, se presente in una donna, agisce da superstimolo estetico, almeno per me.
Detto "occhio emmeggioide", dal primo esemplare documentato con questo tratto, non è altro che una piega laterale dell'occhio, tra la palpebra superiore ed il lato esterno dell'occhio, che conferisce all'occhio una forma allungata e leggermente orientale. Tale tratto, che è facile da riconoscere (per me) ma relativamente difficile da illustrare a parole, tende ad accentuarsi quando la persona ride. Particolarità dell'occhio emmeggioide: sembra sempre leggermente truccato, anche quando è "acqua e sapone". Questo infimo dettaglio anatomico, assolutamente marginale nell'economia del volto, insignificante per tutti quelli che, per distrazione, limitatezza osservativa o (probabilmente) assenza del programma di identificazione nel loro cervello, non lo notano, è invece enormemente significativo per me. Il colore dell'occhio, da questo punto di vista, è secondario: la forma è il fattore scatenante. Nella mia mente di macchina eterosessuata, una donna può passare da insignificante a super-sexy solamente per l'assenza o presenza di questo dettaglio.
Non immaginate quanti guai mi abbia creato questo programma neuronale! Ci sono uomini che perdono la testa per una quarta di seno, per un gluteo che sfida la gravità, per caviglie affusolate. Io sono stato programmato per impazzire davanti ad occhi emmeggioidi. Se poi l'occhio emmeggioide coesiste in un viso con un aristrocratico naso affilato, è la morte mia...
Nonostante sia assolutamente consapevole della natura semplicistica ed automatica del programma a monte dell'estetica emmeggiode, nonostante sappia che altro deve essere alla base del mio giudizio umano verso una donna, non ho alcun potere sul sistema viscerale che si innesca davanti a tale stimolo viscerale (se poi ciò sia giusto, meritevole, meritato, saggio o intelligente, lo discuterò altrove).

3 commenti:

  1. Mi sorge un dubbio (a cui non so rispondere dato che non sono un esperto di neuroscienze ed etologia umana): potenzialmente abbiamo le capacità per andare "oltre"?

    Vedo due possibilità:

    1) non abbiamo le possibilità e ci illudiamo solo di essere così complessi (complessità che ritengo necessaria per andare oltre)

    2) le abbiamo, nel senso che potenzialmente il nostro pensiero critico, il nostro giudizio e in generale la nostra mente potrebbero andare oltre l'"ubriacatura di significati" (d'ora in poi UDS) provocata da un dettaglio anatomico nel giudicare un potenziale partner, ma la palese "stupidità" e ipocrità di giudizio descritta dal Demiurgo è talmente funzionale alla riproduzione che è stata selezionata positivamente dall'evoluzione e quindi è irrimediabilmente più forte del resto di noi. Con questo non voglio dire che secondo me UDS è stata selezionata per "essere la scelta più razionale", ma per "prevalere" su ogni altra scelta, non importa se sensata o meno.
    Un meccanismo di "scelta" così rapido, inebriante ed immediato è molto più efficiente dal punto di vista riproduttivo di una lunga conoscenza, analisi di interessi comuni, analisi di reali possibilità di futuro di un rapporto, analisi di pregi e difetti reali del partner, ecc.
    Non c'è quindi da stupirsi se nella maggior parte delle persone e nella maggior parte dei casi il secondo meccanismo di scelta (quello critico) è stato selezionato negativamente ed è tuttora correlato a sensazioni di noia, freddezza e per certi individui pure tristezza.

    Io propendo (ma non ho strumenti scientifici per dirlo) per la il secondo punto da me esposto perché ritengo che siamo prima di tutto delle macchine biologiche che devono (nel senso che è scritto nel codice sorgente) riprodursi e sopravvivere, sparate in un momento (in termini geologici) della storia evolutiva della vita su questo pianeta. Come incidente evolutivo nel nostro cervello si è sviluppato l'Io (l'autocoscienza) e, nel corso dei millenni, questo ha portato alla nostra situazione odierna: situazione in cui siamo (parlo dei nostri Io) ospiti di una macchina biologica con cui crediamo di poterci identificare totalmente e che ci illudiamo di poter controllare o dominare, ma in realtà si serve di noi per perseguire il suo programma e non gli interessa niente di noi (intesi come Io), ma solo di autoreplicarsi. Come contentino ci sbomballa di endorfine, serotonina, ecc. e in questo modo siamo pronti ad illuderci della bontà di molte scelte che magari razionalmente (quindi aderendo maggiormente al nostro Io e a ciò che ci differenzia da altre persone)non faremmo mai.
    Si può tentare di andare oltre UDS e forse riuscirci, ma il cammino credo che passi per periodi di infelicità o quantomeno di solitudine.


    Steeeeeeel!

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  2. Benissimo, concordo con i tuoi punti.
    Allora, mi chiedo, andando Oltre: qual'è la causa di determinati stimoli? Perchè una piega dell'occhio, apparentemente priva di reali valori adattativi in ambito riproduttivo? Dopo tutto, evolutivamente l'attraenza per il seno è sensata (seno=capacità di allattare), ma una piega dell'occhio non ha alcun valore adattativo. Gusto per l'esotico e quindi tendenza a ridurre l'inincrocio? Purtroppo, queste spiegazioni biologiche, che sono sicuramente valide e in parte corrette, non bastano. E perché a me la piega dell'occhio, ad un altro le mani, e, per non sembrare maschilista, ad una donna attrae il colore dei capelli ed ad un'altra il tono della voce?
    Mutazioni causali? Mix mutazioni + contingenze della vita (imprinting e/o ambiente sociale)?
    Senza una birra davanti non dialoghiamo bene...

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  3. "Nonostante sia assolutamente consapevole della natura semplicistica ed automatica del programma a monte dell'estetica emmeggiode, nonostante sappia che altro deve essere alla base del mio giudizio umano verso una donna, non ho alcun potere sul sistema viscerale che si innesca davanti a tale stimolo viscerale"
    Il che, dopotutto, è esattamente il tipo di rapporto di forze che definisci Ultrazionale :D non sempre conoscenza significa potere e svincolo...

    Comunque, voto per le caviglie affusolate.

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