sabato 9 gennaio 2010

Deus ex machina, Laplace e l'inflazione cosmica

Ci sono solo due modi di credere in dio: per induzione o per deduzione.
L'induzione è il modo "classico", o meglio, "normale" (nel senso che è quello più diffuso). In età giovanile o infantile ti viene indotta la credenza in dio. La mamma, la catechista, la suora, il parroco, gli scout, la scuola, la televisione, la politica, insomma, qualcosa del tuo ambiente ti induce a credere in qualcosa che non ha evidenze. Alzi la mano chi ha conosciuto dio così. Che sia un bene o un male, non è rilevante in questo post.
L'induzione può essere grossolana, superstiziosa, fondata sull'ignoranza, farcita di riti e abitudini, rafforzata dalla suggestione e dall'emozione, oppure può essere colta, poetica, teologica. Può essere fondata sulla tradizione, oppure nascere come opposizione alle proprie tradizioni. In ogni caso, essa è un'induzione che parte dall'esterno.
L'altro modo, minoritario, è quello deduttivo. Dio viene ricavato da un ragionamento interno della mente. Esso diventa un postulato, un assioma, qualcosa di logicamente necessario, per completare dei ragionamenti che, in assenza dell'ipotesi divina, cadrebbero in contraddizione, o degenerebbero in un'abominevole regressione ciclica di cause prime.

Il dio dedotto è spesso noto col nome di Deus ex machina, un vero e proprio artificio mentale utilizzato come scappatoia.
Cosa creò il mondo? Non certo qualcosa del mondo, quindi qualcosa che sta oltre il mondo. Dio!
Da notare, subito, prima che qualcuno esulti per la mia rivoluzionaria dimostrazione dell'esistenza di Dio, che questo "qualcosa" che metto fuori dal mondo e che crea il mondo, e che chiamo "Dio", non è necessariamente qualcosa che coincida con il Dio indotto (da preti, mamme e Sacre Scritture). Anche ammettendo che esista il "Principio di Tutto", questo non è, per nessun motivo logico, necessariamente coincidente con il Dio delle reliogioni tradizionali. Potrebbe essere Giove Olimpo, oppure Il Mostro Volante di Spaghetti o persino un Essere che nessuno di noi conosce né mai conoscerà.
Ad ogni modo, chiunque sia e qualunque nome abbia, questo Dio dedotto è, mi dispiace ammetterlo, un essere molto poco stimato. Egli (esso?) è un povero tappabuchi logico, tirato in ballo ogni volta che la nostra mente non riesce a spiegare ciò che vorrebbe spiegare. Non appena si scopre una spiegazione per qualcosa di fondamentale che prima pareva inspiegabile, ecco che il Dio dedotto batte in ritirata. Scacciato dalla mente (anima-spirito) da Freud, scacciato dai corpi (evolutisi naturalmente) da Darwin, il Dio dedotto pare ormai vivere in un remoto cantuccio di infinita piccolezza e brevità chiamato "singolarità del Big Bang". Come il Primo motore immobile medievale, il Dio dedotto, il cerotto cosmico che tappa l'ultima falla ancora inspiegabile dalla Fisica, sta stretto nell'assenza di dimensioni per indurre l'espansione dell'universo, dopo averne scritto le leggi ad uso e consumo dei futuri ominidi razionali.
Ma è proprio così? Quanti, tra coloro che rifiutano il Dio indotto della massa addestrata e contemplano il Dio dedotto, che dà senso al grande schema della Natura, sono così fiduciosi che Egli sia necessario? Se Dio (dedotto) è davvero una necessità logica per far quadrare i bilanci cosmici, sareste disposti a cancellarlo in favore di una spiagazione più semplice e meno arbitraria? Può l'ateismo diventare giustificabile sulla base del rasoio di Occam? Negare Dio alla stessa maniera di Laplace, che rispose a Napoleone (il quale gli chiedeva come mai non ci fosse posto per Dio nel suo sistema cosmologico) affermando che Dio era un'ipotesi di cui non aveva bisogno? Forse sì.
L'ipotesi di Dio, inteso come "Grande Architetto" dell'Universo ha un prezzo altissimo da pagare alla logica, e non risolve molto il problema per il quale è stato tirato in ballo. Questo Essere capace di tessere la geometria razionale dell'Universo è, infatti, un essere di altissima intelligenza, e, come tale, un Essere di altissima complessità. Questo Dio sarà anche una bellissima ipotesi per giustificare l'Universo che vediamo, ma genera una domanda che non risolve (e che non esisteva prima di dedurre Dio): qual'è l'origine della grandissima intelligenza e complessità divina? Essa può essere un dato di fatto, oppure avere una qualche origine. Nel secondo caso, non abbiamo risolto l'origine di tutto, perché abbiamo sostituito il problema dall'origine del Creato con il problema dell'origine del Creatore. Nel caso invece (come, più o meno consciamente fanno quasi tutti) ammettiate che Dio è un'Intelligenza Suprema Per Principio ("è così, punto e basta"), allora avrete ammesso che l'origine di Tutto è qualcosa di grandissima complessità e altissima perfezione. Ovvero, non avete dato una spiegazione, la quale, per definizione, dovrebbe risolvere la molteplicità con un numero di enti minore di quanti ne spieghi. Una tale spiegazione, ripeto, pretende un altissimo costo logico. La complessità divina è talmente alta che ammetterla carica l'intero sistema logico di un peso di informazione grande come lo stesso universo.
Mi seguite? Chi crede alla seguente frase: "L'universo è stato creato da un Essere di altissima intelligenza", crede ad una spiegazione di altissima complessità totale (= Mondo + Dio Intelligente), maggiore della complessità del solo sistema creato (= Mondo).*
Può esistere una spiegazione più semplice e che al tempo stesso sia elegante e soddisfacente?
Immaginate un Inizio TOTALMENTE caotico. TOTALMENTE significa che ogni punto dell'Universo è diverso dagli altri. Ogni punto dell'universo è casuale nell'accezione più ampia possibile. Il Caos Assoluto, Privo di qualsiasi ordine, è l'esatto opposto di un Universo che inizia da un Essere Unico, Perfetto e di Grandissima Intelligenza. In particolare, questa spiagazione è la più semplice possibile, perché non ammette alcuna spiegazione di ciò che accade. Essa dice solo che, in principio, il Caos era Totale.

Cosa significa "caos totale"? Significa che ogni punto ha esattamente la stessa probabilità di essere a qualsiasi stato di moto. Caos assoluto significa che qualsiasi condizione è esattamente probabile rispetto alle altre (altrimenti, se non fosse così, non sarebbe un Caos Assoluto, perché qualche condizione sarebbe più probabile di altre, e quindi ci sarebbe una seppur minima regolarità e struttura d'ordine). Caos Assoluto significa che abbiamo punti in moto, punti fermi, punti in contrazione, punti in espansione, punti caldi, punti freddi, punti caldissimi, punti freddissimi, punti compressi, punti rarefatti (intendete questi termini nel senso che si dà a stati quantistici, non a "oggetti" macroscopici). Qualunque condizione fisica possibile è presente nel Caos Assoluto, anche la più estrema, per quanto improbabile. Ovviamente, non esiste alcuna struttura ordinata complessa e durevole, solo caos. Immaginiamo che, nel Caos Assoluto, per puro caso, si determini un punto particolare, non importa quanto piccolo, non importa per quanto brevemente nel tempo esso possa assumere quella particolare condizione, bene, un punto che esprima per un istante infinitesimo un'espansione ad una velocità infinitamente alta. Per quanto improbabile, per quanto breve, per quanto ristretto in un punto piccolissimo, un tale evento è possibile che accada nel Caos Assoluto (proprio perché nel caos assoluto, qualsiasi condizione ha la stessa probabilità di accadere rispetto a tutte le altre).
Quel piccolissimo punto in espansione esponenziale, quell'impulso durato pochissimo, un infinitesimo di infinitesimo di tempo, ma capace di generare la spinta espansiva che osserviamo nell'Universo visibile, è assolutamente nella norma del Caos Assoluto, e potrebbe essere stato ciò che noi chiamiamo Big Bang.
Senza un Deus ex machina che gli dia la carica, ma solo per la semplicità del Caos Assoluto, è possibile che il Nostro Universo sia solo una infinitesima bolla in espansione in un mare infinito di Caos Assoluto, che, essendo caotico ed infinito, non esclude la possibilità che piccolissimi punti possano, per un breve periodo dell'Eternità, generare piccole isole di ordine, piccoli impulsi di espansione che generano regioni di ordine, che noi chiamiamo Universo.
La spiegazione è molto più semplice che ammettere un Creatore Infinitamente Intelligente che carichi l'orologio. Inoltre, questa spiegazione è in accordo con la struttura granulosa e caoticamente casuale che osserviamo nella distribuzione delle fluttuazioni del valore della radiazione cosmica di fondo, ultimissima traccia del Big Bang.
Vi piace? Non vi soddisfa? Troppo semplice?


*Ai tempi del Liceo, il prof. di Filosofia citò una possibile definizione di Dio come "ciò di cui non si può pensare nulla di più grande." Io allora gli risposi che il sistema "Dio + Mondo creato da Dio" è più grande del solo Dio, e che quindi esisteva qualcosa di più grande di Dio. La risposta del prof fu una sconsolata caduta nel panteismo...

2 commenti:

  1. La mia tesina del diploma utilizzava il concetto di caos per sostituire al concetto di dio la natura. La caduta nel panteismo era inevitabilmente voluta, in continuità con la tradizione di Bruno e Spinoza e serviva a dimostrare quanto la possibilità di una realtà caotica che si manifestava nella "complessità emergente" dei fenomeni naturali soppiantasse sul piano logico ogni idealismo. La copertina, una scimmia spaventata che reggeva la Bibbia... Risultato: presidentessa di commissione di azione cattolica, tesina ignorata al primo scontro dialettico sulla "morte di Dio", voto di diploma schifoso...Ma tanta soddisfazione da parte degli impotenti (purtroppo) Prof. di Matematica e Filosofia che valse per me un 100 e lode.

    Ottimo post davvero, modello affascinantissimo.

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  2. Mi è piaciuto moltissimo, questo post; Ultrazionale all'ennesima potenza.
    Ricordo del tuo scambio con il tuo prof del liceo, era citato in un vecchio post e già allora mi aveva fatto sorridere =) a me piace spesso ripetere, discutendo con credenti, che se "Dio inizia dove si fermano le nostre conoscenze" (così mi disse un mio amico credente), di conseguenza Dio fa un passo indietro ogni volta che le nostre conoscenze aumentano; ed è sostanzialmente ciò che ho ritrovato in questo magnifico post. Semplice e chiara la spiegazione sul Caos, anche per chi, come me (faccio il terzo liceo e per di più Beni Culturali), non ha che una vaga conoscenza della fisica dei quanti. Mi è piaciuta moltissimo l'espressione "cerotto cosmico" :D ora sarà meglio che vada a pregare il Mostro Volante di Spaghetti, prima che mi punisca con i suoi farinacei tentacoli!

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