giovedì 12 febbraio 2009

Se sei ignorante, perché non stai zitto?

La rete è una gigantesca bacheca, aperta a tutti. Ciò è da lodare come un trionfo della libertà e della democrazia. Tuttavia, esistono ambiti della comunicazione nei quali libertà e democrazia devono accompagnarsi alla decenza. La decenza si esprime spesso con la moderazione, con il rispetto della sensibilità altrui, ma, sopratutto, con il silenzio. In particolare, la decenza dovrebbe manifestarsi in un ambito dove l’opinione, da sola, non ha alcun valore: nella discussione scientifica. Nella scienza, qualsiasi affermazione deve fondarsi su dati, su evidenze, su riferimenti oggettivi, su produzioni scientifiche preesistenti aventi già superato il corretto iter che le rende esse stesse oggetto di citazione e riferimento. Purtroppo, spesso non è così.

Questo post è dedicato esclusivamente a dimostrare ad una persona, che si nasconde dietro uno pseudonimo inglese che non citerò, tutta la falsità e l’ignoranza che esprime dietro una frase che accompagna come sottotitolo alle sue partecipazioni in un forum paleontologico. Ho scoperto per caso questa frase. Dato che quella frase è palesemente falsa ed ignorante, e getta discredito immeritato nei confronti di una metodologia scientifica che studio da molti anni, una metodologia di grande utilità per la scienza evoluzionista e ampiamente utilizzata, sento il dovere di analizzarla nel dettaglio, per smontarla fino all’ultima parola. Dato che la frase in questione non è seguita da alcun nome, presumo che la persona in questione è anche l’autore della frase. Nel caso contrario, e dimenticando per un attimo che tale frase è zeppa di errori e falsità, suggerisco al nostro eroe di avere l’onestà di attribuire la frase al legittimo autore.

La frase in questione, che ripeto esattamente così come è scritta in rete (errori linguistici compresi), dice:

"L'approccio della cladistica,essendo basato sul concetto della parsimonia (economia),contraddice l'essenza del processo evolutivo nella natura,perchè l'evoluzione è tutt'altro che parsimoniosa. I cladisti escludono la stratigrafia,l'embriologia,la fisiologia,l'ecologia e la biogeografia dalla discussione e prendono in esame solo caratteri morfologici formalizzati,senza tener conto dello spazio e del tempo in cui quel dato animale è vissuto."

Analizziamola nel dettaglio.

"L'approccio della cladistica,essendo basato sul concetto della parsimonia (economia)”...

L’approccio della cladistica non è la parsimonia. La cladistica (meglio detta sistematica filogenetica) si basa sulla classificazione degli organismi sulla base di caratteri derivati (apomorfici), contrapposti a quelli primitivi (plesiomorfici). Quello è l’approccio della cladistica. Il principio di parsimonia non è una prerogativa della cladistica. Purtroppo, la miopia intellettuale impedisce ai critici della cladistica di constatare che il principio di parsimonia è un fondamento di tutte le discipline storiche, come è l’evoluzionismo. Il principio di parsimonia, è una procedura di scelta che afferma che, in assenza di ulteriori dati a disposizione, la spiegazione che deve essere scelta in una rosa di possibilità è quella che richiede il minor numero di enti. Se questi critici della parsimonia hanno un criterio migliore per scegliere le spiegazioni, sono disponibile ad ascoltare le loro proposte. Forse credono che l’abuso di ipotesi è il modo migliore di spiegare i fenomeni?

... “contraddice l'essenza del processo evolutivo nella natura,perchè l'evoluzione è tutt'altro che parsimoniosa.”.

Le “essenze” sono concetti aristotelici: la scienza moderna non è aristotelica ed ha eliminato le essenze dal suo bagaglio concettuale. In ogni caso, mi chiedo: il nostro critico ha raggiunto un livello di saggezza tale da permettergli di stabilire quale sia l’essenza dell’evoluzione? Mi inchino davanti a tanta profondità, sebbene, a ben vedere, egli dimostra invece di non aver capito affatto cosa sia l’evoluzione biologica. Io continuo a pensare, e con me tutti coloro che hanno discusso di evoluzione dopo Darwin, che l’evoluzione sia la comparsa di discendenza avente delle modificazioni rispetto ai propri predecessori. Questo è proprio il concetto di evoluzione, così come espresso ne “l’Origine delle Specie”. Ora, dato che l’evoluzione è la comparsa di discendenti con caratteri modificati, ovvero, discendenti con apomorfie, potrei controbattere al nostro critico che se davvero esistesse una “essenza” dell’evoluzione, questa sarebbe proprio la comparsa di apomorfie, e che, pertanto, essa è proprio ciò che studia la cladistica (che, ripetendo quanto ho scritto prima, studia proprio la comparsa e la distribuzione delle apomorfie).

Fin qui ho smontato la frase del nostro anonimo critico della cladistica sulla base esclusivamente dei concetti teorici dell’evoluzionismo moderno, che egli evidentemente conosce poco e male. Il resto, invece, merita argomenti citati. Infatti, il nostro eroe scrive:

“I cladisti escludono la stratigrafia,l'embriologia,la fisiologia,l'ecologia e la biogeografia dalla discussione...”

Questa frase è completamente falsa, e denota un’ignoranza abissale. Per controbatterla, anche solo nell’ambito che conosco meglio, i dinosauri, mi basta ricordare la vasta letteratura di studi nei quali la cladistica è stata utilizzata assieme alle altre metodiche. Chi pensa il contrario, semplicemente non è informato: rimando al blog Theropoda, dove è enorme il numero di articoli citati che includono studi nei quali la cladistica è intimamente legata alle altre discipline.

Come si vede, affermare che i cladisti escludono altri ambiti dalle loro argomentazioni è totalmente falso.

Inoltre, questo discorso si collega al prossimo, nel quale è evidente la profonda ignoranza di questo critico. Egli conclude con:

...“e prendono in esame solo caratteri morfologici formalizzati,senza tener conto dello spazio e del tempo in cui quel dato animale è vissuto.”

Questo è l’errore concettuale fondamentale, che si trascina dietro tutto il resto. Cosa significa “tenere conto dello spazio e del tempo”? Non significa niente: è aria fritta. In particolare, ciò dimostra che questo critico della cladistica non comprende la differenza tra ANALISI filogenetica e SINTESI evoluzionistica. La cladistica effettua una ANALISI, e per farlo restringe il campo di operatività alla morfologia. Ciò è ovvio, altrimenti si corre il rischio di mischiare ambiti distinti, con l’effetto di fare analisi prive di senso: se l’analisi cladistica è morfologica, essa deve basarsi solo su caratteri morfologici. Con ciò, essa non pretende di essere completa, e questo perché non è una SINTESI. Qualunque cladista serio sa che l’analisi è una sola delle fasi del processo di elaborazione scientifica. Tuttavia, è anche consapevole che l’analisi non deve mischiare ambiti distinti (non deve sommare pere e mele, per usare una vecchia metafora). Sarà solo dopo aver elaborato l’analisi, che egli farà la sintesi tra risultati morfologici, dati ecologici, fisiologici, paleogeografici, ecc... Affermare che un’analisi cladistica debba tenere conto “dello spazio e del tempo” significa voler sommare mele e pere, unire dati di fonti differenti, e ciò è totalmente sbagliato. Solo nel momento della sintesi, quando cladistica, biogeografia, ecologia, ecc... vengono unite, si deve tenere conto di spazio e tempo. Non prima, non durante l’analisi cladistica.

In conclusione, colui che ha scritto la frase che ho analizzato è chiaramente un ignorante in cladistica. Non solo egli non sa di cosa parla, ma probabilmente non ha nemmeno una vaga idea del lavoro che sta dietro ad una qualsiasi indagine scientifica. Egli crede di poter arrogantemente esprimere un’opinione palesemente falsa e errata, di esporla dando l’impressione (a chi non è esperto) di averla scritta dopo una lunga ponderazione, mentre, a leggerla bene, è chiaro proprio il contrario.

Se è così ignorante in cladistica (e non solo...), perché non sta zitto? Perché deve esprimere un giudizio in una materia che egli evidentemente non conosce (altrimenti non avrebbe scritto la serie di errori e di falsità che ho mostrato)? Quali sono i motivi che lo spingono a palesare una critica verso qualcosa che nemmeno conosce?

Pregiudizi? Luoghi comuni? Il bisogno di costruirsi un “nemico” verso cui lanciare futili anatemi e facili frasi ad effetto?

A lui, e a tutti quelli come lui, va il mio biasimo.

Lasciateci lavorare in pace, e non gettate fango su questioni che non conoscete.

3 commenti:

  1. Cos'è,adesso ci mettiamo pure a pontificare su quello che un determinato utente di un certo forum paleontologico decide di mettere in firma (e che comunque non è una frase inventata dall'utente stesso,bensì la citazione di un vostro collega russo,risalente al 2006 se non erro)? O forse non c'è più il diritto di esprimere la propria opinione su un determinato argomento?


    Ne abbiamo di tempo da perdere,eh Andrea?

    (certo,si potrebbe dire lo stesso di me per aver perso tempo a leggere e commentare il tuo post,ma tant'è...)

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  2. Come ho scritto all'inizio del post: la rete è democratica. Tu puoi scrivere e citare qualunque paleontologo, ed io posso spiegare con dettaglio perché quella frase è errata e piena di errori che infangano la sistematica paleontologica. Non so chi sia il paleontologo che citi, ma ti consiglio di studiare bene una materia prima di citare frasi palesemente sbagliate.

    Ognuno è libero di pensare quello che vuole, ma la scienza si basa su argomenti, e non su opinioni prive di fondamento.

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  3. Se il paleontologo che citi è Kurochkin... beh, le sue ipotesi sull'origine degli uccelli sono le meno plausibili della storia della paleontologia... meriterebbe un post su Theropoda...

    Se ti interessa davvero la paleontologia, basati su autori meno contorti nelle loro idee evolutive. La sua ipotesi difiletica sugli uccelli è plausibile come ipotizzare che i pipistrelli discendono dalle tartarughe.

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