mercoledì 11 febbraio 2009

Perché è davvero importante celebrare Darwin

Per migliaia di anni la nostra civiltà è vissuta in un sistema concettuale fondato sul disprezzo dell'accidentalità e delle singole individualità, e sulla santificazione dell'idealizzazione, sulla reificazione delle categorie mentali. Ogni individuo era solamente una versione imperfetta di un'ente immateriale privo delle cicatrici del mondo. L'idealizzazione era la realtà, gli individui erano l'errore, la manifestazione parziale e temporanea di Qualcosa di eterno ed incorruttibile.
Ancora oggi moltissimi continuano a vivere in un sistema concettuale fondato sul disprezzo del mondo reale e delle sue irriducibili sfaccettature. Platonismo, cristianesimo ed idealismo ne sono le manifestazioni.

Un uomo ha rovesciato questo schema di valori. Partendo dall'osservazione naturale, giunse alla conclusione che la realtà "vera" è la popolazione, è la variabilità, e che l'idea, la categoria, è solo un'astrazione, un concetto non esistente, non agente, non reale.
Quell'uomo era Charles Darwin.
(Messa così sembra la trama di un film d'azione...)

Ancora oggi molti, anche tra i naturalisti che lo stanno per festeggiare, non hanno compreso veramente il significato profondo del Darwinismo. Esattamente come Copernico per l'astronomia, egli rovesciò il centro e la periferia delle categorie, scardinò il primato dell'ideale per riportare l'irrisolvibile continuità delle differenze individuali al centro di qualsiasi teoria della conoscenza.

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