venerdì 26 novembre 2010

De-Nirvana Ultrazionale

Quando avevo 17 anni, credevo in un mondo di cose. Credevo, ovvero, ritenevo che quelle parole che giravano nella mia testa fossero fedeli corrispondenze di qualcosa che esisteva anche fuori dalla testa contenente quelle parole (ok, allora non intendevo proprio questo discorso, era qualcosa di più vago e destrutturato, una "sensazione").
Oggi, nessuna di quelle parole ha superato la prova dell'esperienza.
Dio, Amore, Libertà, Giustizia, Felicità, Io e Futuro ora sono solamente simboli arbitrari di rappresentazioni approssimate, nomi collettivi convenzionali, utili oggetti di una simulazione che frulla nel cervello.
Rimpiango quelle illusioni?
No.
Le posso abbandonare?
Non del tutto.
L'individuo è pur sempre il processo che fa danzare quei simboli. E senza danza dei simboli (e quindi, senza simboli) non esiste l'individuo.
Basta ricordarsi del loro essere simbolico e convenzionale, e tornare a danzare, con più leggerezza.

2 commenti:

  1. Non c’entra nulla con il post ma mi andava di scrivere una cosa che mi è venuta in mente:
    Presto o tardi mi daranno ragione. La religione esiste per un motivo, quel motivo è confortarti quando muore una persona a te cara, farti credere che la vita non finisce con la morte e che esiste davvero un senso nell’apparente ,contraddittorio non-senso della vita. La verità è che la religione non è autentica, è il placebo universale, il rimedio medicamentoso ad un male che non esiste per distruggerti, esiste perché è connaturato nella nostra umanità. La gente non muore per farti soffrire, la religione lenisce la sofferenza della morte, la gente muore perché è nata, altrimenti non morirebbe mai ma non sperimenterebbe neppure il vorticoso spettacolo della vita. Sì, la vita a volte fa schivo, vorresti aggrapparti a qualcosa, dire: “che qualcuno mi assista, ne ho bisogno!”. Sì, il mondo è un posto duro e ad ogni angolo della strada c’è qualcuno pronto ad accoltellarti alle spalle, se non fisicamente, a parole. E sì, la vita non ha un senso se non quello che ciascuno di noi ama attribuirgli. Per me è la ricerca continua di qualcosa di interessante, per un credente è l’idea che la ricerca stessa non abbia un senso in quanto la vita è un insieme di punti fermi già fissati e destinati a restare misteriosi e irraggiungibili. Per me quei punti fermi esistono per essere smossi, la vita è ciò che viene dopo e se il mondo è davvero retto da un essere superiore, tanto meglio. Darà un senso maggiore alla mia ricerca, lo reputerei senz’altro interessante. La religione pone dei limiti, l’assenza di religione rimuove quei limiti, dà fiducia all’essere umano, ti consente di vedere ciò che c’è dopo. Non siamo nati per ripeterci falsità, per ripeterci: “ la religione ti rende migliore, senza non puoi vivere”. Questo è puro nichilismo. Se ti serve aiuto ci sono le persone, quelle vere,quelle che commettono errori, si rialzano e ci riprovano. Non lodi qualcuno che pensa di essere perfetto o di conoscere l’essere perfetto, la perfezione è pura astrazione matematica, non esiste fuori dai libri. Siamo nati per ripeterci in continuazione una cosa, quella cosa è : puoi farcela.

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  2. Molto "Anelli nell'io"! ; )

    Domenico

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