Perché mi sono accanito così tanto in questi mesi contro alcuni giovani appassionati di paleontologia?
Perché penso che essi siano persone meritevoli del mio (saccente, ossessivo, pedante e spesso esagerato) interessamento. In Italia, sono così rari gli appassionati di questa meravigliosa conquista della mente umana che è la paleontologia, ed ancora più rari in questi tempi di generale appiattimento e banalizzazione delle menti. Penso che quei pochi appassionati siano una cerchia di eletti, che meritano la durezza che si addice alla tempra del metallo migliore. Essi potrebbero, in futuro, diventare grandi alleati nel tentativo di divulgare in Italia una paleontologia seria e profonda, come accade in altri paesi, culturalmente più avanzati.
Vedere soggetti con tali potenzialità (sopratutto creative, immaginifiche e tecniche) apparentemente deviati al "lato oscuro" della paleo-fantasy mi ha spronato a esercitare una forma di "pressione psicologica", al fine di inculcare nelle loro menti l'idea che essi possano e debbano migliorare (anche, ma non solo) per una causa più Grande e Importante della mera diffusione di una passione di nicchia (di per sé futile, anche se rispettabilissima).
Siamo pochi, e come i compaesani di Asterix, assediati dal banale e dal mediocre che domina la Rete.
Ho visto opere di questi giovani: alcune sono infantili, e non meritano critiche ingiuste. Altre sono pregevoli, e denotano una passione e perizia lodevole, una potenzialità che merita di essere indirizzata verso la grande tradizione paleoartistica che, finalmente, sta sorgendo anche in Italia.
Quello che mi interessa non è generare un esercito di fanatici adepti della "Nuova paleontologia", perché così facendo creerei lo stesso branco di pecore che desidero eliminare. Cambierei solo il mito al quale essi farebbero riferimento: non più l'esagitato parco clonato costaricano, ma l'arrogante nozionismo della cladistica fine a sé stessa. Ciò sarebbe una cura peggiore della malattia (l'analisi filogenetica è una cosa seria e non merita un'orda di automi al suo seguito).
Al contario, la polemica dissacrante, finalizzata al dubbio intelligente, al "pensare ultrazionale" che si mette in dubbio e cerca nuove prospettive, è (secondo me) la via migliore per generare consapevolezza e spirito critico. Che poi, essa porti a una maggiore diffusione di buona paleontologia, anche meglio!
Ho i miei modi di fare critica. Ammetto che spesso lo faccio per un puro piacere di dissacrare e di mettere in crisi i miti e le favole nelle quali molti amano rammollire i loro cervelli. Ma ho anche il pregio di saper generare domande, scetticismi e dubbi, di indurre curiosità e di imporre una critica. Penso (e ne sono convinto) che alcuni di quei soggetti a cui ho indirizzato più o meno cripticamente le mie parole abbiano grandi doti, che devono essere potenziate verso quel valore che (ancora in modo instabile) traspare (se si ha l'occhio adatto per leggerlo).
Le menti affini a questo mio modo di essere saranno indirizzate verso la qualità.
Le altre hanno tutto il diritto di restare nella mediocrità.
Vedremo se in loro la Forza sarà vigorosa o se vincerà il Lato Oscuro...