C'è un profondo senso di crudeltà in una utile deformazione professionale che si ritorce contro di te, divenendo ricordo passato indelebile capace di fissarsi con precisione cronometrica.
Ora e minuto. Colori, temperatura, suoni, profumi e fragranze. Sensazioni tattili.
Il fatto stesso che stia qui, e possa (anzi, che debba) scriverlo, è la prova di tutto ciò.
Avessi 10-15 anni di meno concluderei che tutto fa schifo.
Per fortuna, ho un'età che sa ridere dell'indifferenza caotica e cieca delle cose, e quasi mi compiaccio che, alla fine, ogni evento segua il suo iter meccanico e freddo, noncurante di aspirazioni, meriti e passioni. Le favole sono favolose, per definizione, e sarebbe contradittorio se divenissero storia. Stupirsi della loro evanescenza sarebbe mediocre.
L'ultimo idolo che mi resta da abbattere, per arrivare alla vetta.
L'aria è fredda, pungente.
Sono le 11.33 del 24 giugno.
L'anno è sbagliato, ovviamente.
Nessun commento:
Posta un commento
-I COMMENTI ANONIMI SARANNO ELIMINATI