Due personaggi esteticamente simili, entrambi dotati di poteri miracolosi. Uno è un mito post-moderno per alcune popolazioni occidentali del XX secolo, l'altro è presente nella saga di Star Wars
In concomitanza con l'annuale rito neosemitico dello sgozzamento di giovani bovidi ovini* in onore di non ben specificate resurrezioni (metafore della Natura, dato che siamo all'inizio della Primavera, quindi, una festa in onore dell'inclinazione della Terra sulla sua orbita ed alle leggi di Keplero), festa che nella fantomatica area di persistenza del rito "semitico-derivato-ibridato-col-platonismo" noto come "Cristianesimo" viene anche collegata alla credenza che un uomo di 2000 anni fa il cui corpo aveva cessato di avere attività biologica sia tornato a funzionare biologicamente solo per poi volare in cielo (la storia è così, forse riassunta in modo rozzo, ma il senso è quello: nessuno si offenda, ma non sono un ipocrita, e siccome non credo a queste storie non ho alcun motivo per descriverle con parole "devote" solo per far contento qualcuno), voglio parlare di un concetto chiave della mentalità primitiva che persiste ancora oggi, ovvero, la Grande Bugia AutoIndotta, nonché Contraddizione Idealizzata, chiamata, "Credenza nei Miracoli".
Premetto, per quelli che non lo sapessero ancora, che io sono ateo, e che non credo all'esistenza di dei, dee, folletti, puffi, spaghetti volanti, superpoteri, alieni grigi dell'Area 51, né tantomeno a fenomeni soprannaturali.
La spiegazione della mia incredulità verso queste storie è molto semplice: un fenomeno è sempre e solo naturale, per definizione. Credere in un fenomeno soprannaturale è come credere che possa esistere un numero naturale che è la radice quadrata di un numero intero negativo: ovvero, credere in una contraddizione pura.
Uno può credere a tutte le favole che vuole, compresa la favola che "le leggi della Natura possano essere violate qualche volta", favola che, a ben vedere, è un'altra contraddizione. Se una "legge di Natura" è una legge, allora varrà sempre e comunque all'interno del suo ambito di definizione. Se non vale in qualche ambito, significa che quell'ambito non rientrava nella sfera di validità della legge. Ciò non significa invocare i miracoli.
Inoltre, se una legge di natura non spiega un fenomeno, ciò non significa che la spiegazione unica ed automatica valida come alternativa sia: "è un miracolo!". Significa solo che, attualmente, non esiste una spiegazione logico-matematica né naturalistica di quel fenomeno. Forse un giorno l'avremo, forse mai, ma ciò non significa che "il miracolo" sia la sola altra spiegazione possibile. Invocare il miracolo è la soluzione comoda delle menti semplici incapaci di analizzare i fenomeni usando metodi già noti a tutte le menti razionali, primo, fra tutti, ipotizzando un nuovo caso del notissimo fenomeno naturale, tutto naturale, per niente mistico, chiamato "autosuggestione della mente di Homo sapiens".
Infatti, i miracoli esistono come gli dei che li generano, ovvero, esistono nella testa di chi crede in tali miracoli.
Se vuoi credere che i miracoli accadono, i miracoli accadono. Se vuoi credere che esiste un mondo aldilà del mondo, il quale interagisce con il nostro mondo di qua, allora vedrai tutti i miracoli che vuoi.
Estensione del concetto di "miracolo": Il fatto che la gente si sposa nel nome di un dio, non è prova che esso esiste...
Uno potrebbe obiettare che anche "non credere nei miracoli" è un credere in qualcosa, e che quindi anche io sono "superstizioso" per qualcosa che non posso dimostrare. Tuttavia, ricordo che mentre non occorre nessuna dimostrazione per affermare l'assenza dei miracoli, la presenza di un miracolo DEVE essere dimostrata, sennò è aria fritta che esce dalla bocca dei creduloni. Infatti, io potrei affermare che credo nei superpoteri di Hello Kitty, capace di attirare a sé milioni di fan, e che questi superpoteri esistono anche se nessuno mi ha fornito prove di ciò.
Hello Kitty è un miracolo? No, è una prova della stupidità umana persistente.
Quando sento parlare di miracoli, mi stupisco della banale grossolanità mentale di chi fa tali dichiarazioni. "Ho visto una luce (luce: fenomeno naturale)", "Ho percepito un profumo (profumo: fenomeno naturale)", "Ho pregato, e Lui mi è apparso (pregare: fenomeno naturale di auto-suggestione)", ecc...
Forse, ciò è un segno che i miracoli accadono solo se si è mentalmente predisposti a vederli? Probabilmente, sì. In effetti, credere nei miracoli è un sinonimo di ingenuità nei confronti dei limiti NATURALI del proprio sistema percettivo. Ovvero, una mente che non sa che essa stessa è auto-suggestionabile, prima o poi si auto-suggestionerà di aver vissuto un evento miracoloso.
Cosa fareste se una notte vi apparisse un angelo?
Io mi darei uno schiaffo, per verificare se sto ancora dormendo, e, nel caso sia sveglio, andrei a bermi un bicchiere d'acqua con disciolto un digestivo: probabilmente, non ho ben digerito la cena della sera prima.
E se l'angelo vuole venire a bere un bicchiere con me, tanto meglio... probabilmente anche lui si sta auto-suggestionando, ed è solo un povero ragazzo al quale fin da piccolo hanno fatto credere all'assurda contraddizione linguistica che esistono fenomeni soprannaturali.
*PS per gli amici vegani: non è questo il luogo per discutere delle vostre sacrosante battaglie contro la macellazione animale. Rispetto voi, rispettate il post.
Adoro i tuoi post ultrazionali, e in periodo pasquale ci vuole davvero, soprattutto in queste lande immerse nel profondo sud, assediate da orde di cuccioli di prete. Ho sempre trovato meravigliosa una citazione dello scrittore Ugo Ojetti: "Crassa pigrizia quella per cui si chiama Dio tutto cio' che non si riesce a spiegare. Dio sarebbe la somma della nostra ignoranza?"
RispondiEliminaPerlomeno, se così è, ogni volta che la conoscenza fa un passo avanti, Dio ne fa uno indietro (retoricamente, si potrebbe sottolineare che basta questo concetto per stroncarne la supposta onnipotenza...); e l'approccio scientifico, il metodo scientifico che tu promuovi si unisce a quell'impulso che, ogni giorno, fa arretrare l'irrazionale. Credo che il miglior complimento che si possa fare a chi cerca la conoscenza attraverso i dati sia: hai fatto fare un altro passo indietro a Dio!
Fabrizio ha detto... Non ti devi stupire, lo sai che la gente è così! Un po' mi dispiace per loro, ma tanto meglio così (talvolta le persone ignoranti sono le migliori)
RispondiEliminaCuriosamente, mia nonna dice di aver visto un angelo (suo figlio morto) fluttuare nell'aria sopra il suo letto
Mio nonno pure, che non credeva nell'esistenza dei demoni, si è ricreduto dopo un avvenimento che gli è accaduto nel letto di mia mamma quando era piccola
IO, sinceramente, di miracoli infrangenti le leggi non ne ho mai visti, ma ne ho visti molti del tipo "mi son capitate cose che volevo che successero proprio nel momento in cui le ho desiderate" (cui detto molto grossolanamente). Eppure che ero nel periodo in cui non credevo in Dio
Comunque bello hello kitty ! :P
"talvolta le persone ignoranti sono le migliori"
RispondiEliminaProbabilmente, sono "migliori" per qualità quali l'affetto, la sensibilità o il coraggio, ma non certo per l'ignoranza. Probabilmente, quelle persone, se non fossero ignoranti sarebbero ancora migliori di quanto siano già.
L'ignoranza è sempre un difetto, che va curato con la conoscenza.
Ci sto! I celtomeri dei miei cromosomi approvano!
RispondiEliminaInfatti, non ho detto che l'ignoranza è un bene di per se, ma tendenzialmente ha un beneficio verso altri aspetti scevri dalla conoscenza che sono disposto a sacrificare in cambio. Tutto perché l'essere umano ha la tendenza ad autovantarsi in presenza di risultati positivi, quasi nessuno è mai umile
RispondiEliminaPurtroppo la maggior parte delle persone dotte che conosco se la tiran troppo
L'ignoranza va curata, ma poi non bisogna permetter che la conoscenza ti faccia girare la testa e guardar gli altri dall'alto in basso
Io fra un dotto superbo e un ignorante umile scelgo sicuramente il secondo (il che è la cosa giusta). Ci fossero più dotti umili!
L'ignorante umile è apprezzato perché non è pericoloso ed è facile da dominare...
RispondiEliminaNon amo il "politicamente corretto".
Apprezzo le persone superbe, perché spesso sono eccellenze che si elevano sopra una massa di mediocri. Non capisco perché una persona dotata di qualità che la rendono eccellente rispetto alla massa debba fingere di non sapere che è eccellente? Quasi sempre, l'accusa di "arroganza" e "superbia" parte dalla bocca di chi è mediocre ed invidia chi gli è palesemente superiore.
Esistono due forme di umiltà:
-quella dei semplici, che in quanto tali sono mediocri (nell'accezione neutra del termine) e quindi non significativi perché omologati nella norma.
-quella dei risentiti, che camuffano la loro incapacità di essere eccellenti auto-esaltando la loro incapacità come se fosse una "virtù", e chiamandola "umiltà".
Ovviamente, non essendo cristiano e non stimando la bizzarra morale che esalta la mediocrità (cos'altro è l'umiltà se non vanità del meschino, incapace di essere superiore, camuffata da virtù?), io preferisco il saggio che dà il giusto peso a tutte le cose, che è superbo nel valore che possiede e che lo rende grande, ma che al tempo stesso è parsimonioso nelle azioni, e non segue la morale dei meschini che (ipocritamente) disprezzano ciò che vorrebbero essere.
Vorrei sapere la tua opinione per il fatto di considerare l'essere atei come "religione";
RispondiEliminaper come la vedo io, vi sono due possibilità:
che le persone religiose vogliano appiccicare questa etichetta agli atei per poter dire "siamo tutti religiosi, anche voi che dite che non lo siete" e poter aumentare il loro potere;
o che gli atei, in effetti, disgustati da comportamenti manifestamente stupidi creati dalla religione, soccombano loro stessi ad emozioni che tendono verso il dogma (vedi risentimento covato per tempo che si calcifica) e che abbiano periodicamente bisogno di "cerimonie" di auto analisi per prevenire il "diventare religiosi loro stessi".
Ho sicuramente lasciato indietro qualcosa, però vorrei sapere quali potrebbero essere le implicazioni in una scala più grande.
-Michael Cahoon (ci siamo incontrati a Bologna)
Un'ultima cosa: vorrei confutare la tua implicazione per cui Hello Kitty non sarebbe Dio:
RispondiEliminahttp://www.facebook.com/photo.php?pid=11793106&id=437326950386&fbid=10150148725760387#!/photo.php?pid=11196293&id=437326950386&fbid=487888290386
Sia lode alla sua immagine pucciosa.
-Michael Cahoon
@Michael, non ricordo di averti conosciuto a Bologna.
RispondiEliminaAd ogni modo, ti ricordo che il contrario di "ateo" non è "senza religiosità".
Io rispetto il prossimo perché credo che dentro il loro corpo esiste una sensibilità simile alla mia: non posso saperlo, ma comuqnue credo che sia così, in base ad un mix di conoscenza e sensibilità che, se si vuole può essere una forma di spiritualità laica.
Quindi, estendendo il concetto, può esistere qualcuno che, anche senza rendersene conto, è ateo e religioso al tempo stesso, fino a forme "patologiche" che ricadono nel vero pensiero di chi crede in un dio (penso ai vari fan della New Age, come esempio).
Essere ateo "vero" implica non credere all'esistenza di entità soprannaturali. Un'entità soprannaturale è qualcosa che non ha alcuna componente di questo mondo e che quindi non può essere mai vista, sentita, assaggiata, misurata, non eserciterà mai effetti fisici o chimici su oggetti fisici, chimici o biologici, ecc... Insomma, essere ateo, semplicemente, è essere realisti e modesti e rifiutare il 99% delle favole indimostrabili di vecchie concezioni superstiziose mistico-filosofiche.
Se poi, la propaganda religiosa distorca la definizione di ateo e la renda sinonimo di "credente in qualcosa in assenza di evidenze" quello è un problema dei religiosi, non mio.
Anch'io credo in molte cose: credo che domani il sole sorgerà ad est, che gli oggetti solidi non si compenetrano tra loro, che è esistito un momento della storia chiamato "Giurassico", che la velocità della luce è fissa e isuperabile. Nessuna di queste affermazioni è qualcosa che sperimento direttamente, ma, a differenza del concetto di "dio", ho mezzi per confermare queste mie credenze, e per mostrare che esse sono una buona spiegazione di molti eventi osservati.
Il problema non è "credere vs non-credere", ma "credere in cose riconducibile a esperienze oggettive vs. credere in favole aldilà di qualunque controllo oggettivo (come dio)".
@Michael: per caso c'eri all'ultimo APPI a Parma con la conferenza di Scannella?
RispondiEliminaIo coi nomi delle persone faccio spesso confusione...
Sono coinquilino dei meusi, ci siam visti in appartamento.
RispondiElimina-Michael Cahoon
Ecco... il fatto che tu riesca a convivere con quei due, questo sì che è un MIRACOLO!
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